Come diventare restauratore: percorso di studi, carriera e stipendio
Diventare restauratore o restauratrice è il sogno di chi sin da bambino rimane incantato dall’enorme quantità di beni culturali e artistici presenti nel nostro Paese.
Si tratta di una professione antica, determinante per salvaguardare, tutelare e dare nuova vita ad oggetti, libri, opere d’arte e tutto ciò che proviene dal passato e ha un elevato valore culturale.
Come ogni lavoro, la restaurazione e la conservazione dei beni culturali è un’attività non adatta a tutti.
Alla base non possono mancare un’innata passione, il talento e diverse soft skills da unire a specifiche competenze acquisite frequentando corsi di studi universitari e di formazione.
Tabella dei contenuti
Chi è il restauratore
Il restauratore è una professione molto importante per il nostro Paese, dove certo non manca un patrimonio culturale invidiato da tutto il mondo. È un lavoro, come evidenziato nel Dgls 22/04 n.42, essenziale per assicurare una corretta conservazione del patrimonio culturale.
Tale conservazione è raggiunta grazie ad opere di:
- Prevenzione
- Restauro
- Manutenzione
Queste tre attività vedono coinvolti in prima persona restauratori e restauratrici. Nello specifico le attività preventive hanno lo scopo di scongiurare il rischio che i beni culturali possano deteriorarsi, il restauro; invece, è un intervento diretto finalizzato al recupero del bene, mentre la manutenzione è l’attività focalizzata alla tutela dell’attuale integrità del bene.
Per quanto concerne tutte le opere di prevenzione, restauro e manutenzione dei beni culturali è necessario:
- Acquisire il titolo di Restauratore dei beni culturali
- Essere in possesso del diploma abilitante alla professione
È dunque una professione regolamentata ed è possibile consultare l’elenco dei restauratori e delle restauratrici abilitati a svolgere le suddette attività sui beni culturali.
E infine, per comprendere definitivamente chi è il restauratore è possibile consultare la definizione fornita dall’Istat. L’ente individua la professione con il codice ATECO 2.5.5.1.5 riportando alcuni esempi dell’insieme di professioni che si occupano di restauro. Questa attività può riguardare ad esempio:
- Opere d’arte
- Arazzi
- Beni culturali
- Libri
- Quadri
- Sculture
- Statue
Cosa fa il restauratore
I professionisti del restauro sono figure indispensabili per la tutela di ogni opera d’arte. Le attività da loro svolte sono molto complesse e come vedremo richiedono specifiche competenze e conoscenze.
L’insieme dei compiti e delle mansioni tipicamente svolti dai restauratori possono essere divisi in quattro grandi insiemi:
Esame e valutazione preventiva
Prima di mettersi all’opera è indispensabile valutare lo stato attuale dell’opera così da rendersi conto della tipologia dell’intervento da effettuare. Alcune opere, infatti, possono essere in buono stato, altre invece potrebbero richiedere interventi più complessi.
Questa fase è molto importante e vede coinvolti anche altri professionisti del settore. Gli obiettivi sono molteplici. In primo luogo, mediante un’attenta ricerca documentale, si colloca il bene oggetto di restauro in un preciso periodo storico. Successivamente vengono studiate le tecniche e i materiali da utilizzare.
Progettazione
Dopo aver valutato lo stato dell’opera, i materiali da utilizzare ed effettuato tutte le ricerche documentali del caso, si passa alla fase di progettazione.
Qui possono essere utili anche altre figure, dai tecnici del restauro, fino a storici, esperti d’arte, ingegneri e architetti specializzati.
In questa fase di progettazione vengono altresì stimati i tempi di restauro, tutti i rischi che possono incorrere durante il corso dei lavori e i vincoli normativi esistenti sul bene da restaurare.
Intervento
La fase centrale del lavoro prevede l’intervento vero proprio. È compito del restauratore eseguire tutti gli interventi definiti in precedenza, coordinare i lavori di tutti i soggetti coinvolti, confrontarsi via via con gli altri esperti e verificare lo stato d’avanzamento del restauro accertandosi che tutto proceda secondo quanto previsto.
Divulgazione
Infine, una volta che l’opera è completata, il restauratore può anche essere coinvolto delle attività di comunicazione e divulgazione.
In questa fase viene redatta tutta la documentazione utile ad informare, anche a livello didattico, riguardo l’intervento sostenuto.
Diventare restauratore: quali sono le competenze e abilità?
Arrivati a questo punto iniziano a definirsi le tante e diversificate competenze necessarie per svolgere la professione del restauratore.
Conoscere l’insieme delle tecniche e i materiali utilizzati in fase di restauro infatti non è sufficiente. Accanto a questa competenza non possono mancare conoscenze in:
- Storia dell’archeologia e dell’arte
- Chimica, fisica e biologia applicata al restauro
- Nuove tecnologie informatiche
- L’insieme di norme da rispettare
Ne consegue che un restauratore oltre alle competenze specifiche e necessarie per effettuare l’opera di restauro non può prescindere da alcune conoscenze che vanno dalla storia dell’arte, alla chimica e alla fisica dei materiali, fino ad alcune nozioni di giurisprudenza e chiaramente alcune competenze digitali ormai richieste per svolgere quasi ogni professione.
A queste competenze bisogna aggiungere alcune l’insieme delle soft skills le quali completano il profilo. In particolare, gli aspiranti restauratori e restauratrici è bene acquisiscano:
Capacità organizzative
Organizzare un lavoro così complesso richiede che il restauratore sappia pianificare al meglio tutte le attività, stimando i tempi necessari per portarle al termine.
Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile saper organizzare tutte le fasi del lavoro, coordinare i team di lavoro, riuscire ad eseguire le opere entro i budget previsti.
Problem solving
È importante riuscire a trovare soluzioni immediate ai vari problemi che possono incorrere durante la fase di restauro. Essere dotati di problem solving, creatività, gestione dello stress sono sicuramente doti che ritroviamo nei migliori restauratori.
Abilità manuali
Precisione, attenzione al dettaglio e velocità l’insieme di queste abilità manuali, certamente perfezionabile, è in molti innata nonché indispensabile per eseguire al meglio i lavori di conservazione, manutenzione e restauro.
Come fare per diventare restauratore?
Il percorso per diventare restauratori inizia dopo aver conseguito la maturità. In primo luogo, l’aspirante restauratore è bene chiarisca la differenza tra restauratori e tecnici del restauro.
I primi, possono diventare tali sono dopo aver conseguito il titolo presso una scuola di alta formazione abilitante alla professione e della durata quinquennale. I secondi invece, possono acquisire il titolo di tecnici frequentando corsi della durata triennale.
Partiamo quindi dai primi esplorando quali sono le scuole di restauro più famose in Italia.
Scuola di Alta Formazione e Studio
Per diventare restauratori bisogna frequentare la Scuola di Alta formazione e Studio (SAF). Si tratta di un corso della durata di cinque anni che permette ai frequentanti di acquisire i 300 crediti formativi abilitanti alla professione.
Il corso ha la stessa valenza della laurea magistrale LMR/02 e l’accesso è possibile mediante concorso pubblico.
Per essere ammessi ad una scuola di formazione bisogna poi superare una selezione, la quale richiede a sua volta di superare tre prove:
- Test percettivo visivo
- Test sulle abilità manuali o di grafica
- Prova orale.
Per maggiori informazioni su questo percorso è possibile consultare il Regolamento pubblicato dal Ministero della Cultura.
Dopo aver superato il concorso e la prova pre selettiva si accede effettivamente al percorso di laurea abilitante. In Italia sono diverse le Università che permettono di conseguire il titolo. Ad esempio, si può verificare l’offerta formativa nei seguenti centri di formazione:
- Università degli studi di Roma Tor Vergata,
- Università degli Studi di Bari Aldo Moro
- Università di Urbino
- Università degli Studi di Bologna
Corso di studi per Tecnici del Restauro
Alternativamente, dopo aver conseguito il diploma, è possibile optare per un percorso abilitante per diventare tecnici del restauro.
In questo caso sono generalmente sufficienti tre anni di formazione (2700 ore).
I corsi sono organizzati da vari enti e talvolta anche i percorsi universitari triennali (Accademie delle Belle Arti) permetto di conseguire il titolo; tuttavia, si consiglia di verificare questo aspetto perché non tutte le scuole garantiscono l’attestato di restauratore qualificato.
Quali sbocchi occupazionali
Conseguire il titolo di restauratore permette di orientare la propria carriera in diversi modi. In primo luogo, considerando quanto stabilito dal D.L. 163/06, ogni opera di restauro organizzata dal settore pubblico, richiede che siano presenti dei restauratori abilitati alla professione.
Oltre questa premessa si evidenzia come le numerose ore di pratica e tirocinio da frequentare obbligatoriamente, spesso permettono ai futuri restauratori di conoscere e stabilire i primi contatti per iniziare al più presto l’attività lavorativa una volta completato il percorso di studi.
Il restauratore lavora principalmente per conto di società private che si sono aggiudicate un appalto.
Si tratta di un tipo di lavoro a volte svolto come libero professionista che richiede quindi di aprire una partita IVA. A volte come lavoratore dipendente per conto della società incaricata a svolgere l’opera di restauro.
Oltre alle opere sul campo per conto di aziende appaltatrici, è possibile anche trovare lavoro presso:
- Musei
- Biblioteche
- Archivi
- Enti e istituti di ricerca.
Si segnalano infine ottime opportunità di lavoro per chi opta per un percorso meno tradizionale, non decidendo quindi di focalizzarsi sul restauro lapideo o di dipinti. In particolare, è elevata la richiesta di lavoratori in grado di lavorare sul restauro di:
- Pellicole cinematografiche
- Fotografia
- Documenti sonori
- Tessuti.
Offerte di lavoro per restauratori
Verificando le offerte di lavoro per restauratori si possono notare annunci pubblicati da diverse tipologie di società, sia SRL sia SPA. Tendenzialmente è richiesta la P.IVA, nonostante non manchino alcune proposte di contratto a tempo indeterminato.
I lavori più richiesti riguardano:
Le opere di restauro lapideo, è pertanto essenziale che il candidato sappia lavorare materiale come il marmo, il granito o la pietra. Trattandosi di lavori da svolgere in determinate zone, non mancano benefit pensati per il trasferimento del lavoratore. Alcuni annunci mettono a disposizione l’abbonamento ai mezzi pubblici, altri garantiscono anche l’alloggio.
Le opere di restauro dei dipinti murali. In questo caso il lavoratore è tenuto a far tornare le opere allo stato originario scegliendo tra le diverse tecniche previsto applicabile a seconda della tipologia dell’opera e del degrado che ha colpito il dipinto o l’affresco.
Professione restauratore dei beni culturali: la situazione attuale
È interessante verificare come si evolve la carriera del restauratore dopo il conseguimento del titolo di studio. In tal senso si possono consultare gli ultimi dati raccolti da Almalaurea. Tra gli aspetti degni di nota segnaliamo:
- Il 77,7% degli iscritti al corso di laurea è di genere femminile.
- Il 56,9% inizia a lavorare subito dopo il conseguimento del titolo.
Ben il 38,7% come lavoratore autonomo, mentre poco più del 25% lavora a tempo indeterminato e il 18,5% a tempo determinato.
È il settore privato offre maggiori opportunità di lavoro. L’83% lavora presso azienda private. Per il pubblico solo il 12%. Un residuo 2,8% lavora per enti no profit.
Restauratore di beni culturali: stipendio
Rispondere alla domanda su quanto guadagna un restauratore non è semplice. Come anticipato la carriera può evolversi in molti modi.
Sebbene non manchino lavoratori che siano riusciti a trovare un’occupazione stabile e continuata nel tempo, non si può non evidenziare come spesso tali professionisti lavorino a progetto o solo in determinati periodi dell’anno.
Non è un mistero che, soprattutto in Italia, nonostante l’enorme patrimonio artistico, non ci sia molto spazio per i restauratori, i quali possono aver difficoltà a svolgere esattamente il lavoro per il quale hanno studiato.
Ad ogni modo, possiamo stimare intorno i 1.300 EUR mensili lo stipendio di un restauratore. La cifra può oscillare di poco qualora si riesca a trovare occupazione presso un museo o una biblioteca.
Alternativamente si può tentare la carriera in proprio, dedicandosi ad esempio al restauro di mobili, di libri ma anche di auto e moto d’epoca. In questo caso tutto dipende dalle proprie capacità imprenditoriali, dalla capacità di acquisire nuovi e facoltosi clienti.
Probabilmente mettere a frutto le proprie doti manuali e le conoscenze acquisite nel corso degli anni aprendo un proprio laboratorio può portare guadagni superiori rispetto le possibilità oggi presenti per questa categoria di lavoratori.
Buone possibilità di guadagno invece sembrano garantite a chi decide di trasferirsi all’estero.
In particolare, negli Stati Uniti sembrano esserci buone possibilità per tutti coloro che operano nel settore dell’arte e della conservazione dei beni. Secondo il Bureau of Labor Statistics gli stipendi a seconda della tipologia di lavoro svolto, possono variare dai 26.000 EUR annui ai quasi 50.000 EUR.
Secondo sempre l’ente statunitense la domanda di lavoro per tali professionisti è in crescita. A quanto si evince le opportunità di lavoro sono stimolate da una crescente attenzione delle persone per il patrimonio artistico e culturale.
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