Professione Revisore Contabile
Qualsiasi società, ente o associazione è tenuta a stilare un bilancio che rispecchi il suo stato finanziario. Il bilancio deve essere redatto in maniera accurata, da risultare chiaro e leggibile, in linea con le leggi e le norme imposte dal fisco e trasparente verso tutti i soggetti coinvolti. Il bilancio è un documento estremamente complesso, per cui in fase di lettura e analisi si richiede una figura esperta in materia, ovvero il revisore legale dei conti, o come è più comunemente noto, il revisore contabile. Si tratta di una figura che opera come consulente, e che deve essere un esperto di lettura dei bilanci e allo stesso tempo conoscere alla perfezione le relative leggi italiane e internazionali. Ogni società, ogni associazione e ogni ente no profit deve rivolgersi ad un revisore dei conti per far leggere il bilancio (operazione che in gergo tecnico si definisce audit) ed ottenere un parere ed una valutazione ufficiale sullo stesso, che deve poi essere espressa per iscritto su un documento, che viene denominato revisione del bilancio.
Il revisore contabile ha il compito di fare una lettura approfondita del bilancio e di verificarne la sua conformità rispetto alla legislatura italiana e internazionale. In questo modo assicura ai soggetti in causa che la documentazione e la procedura che a seguito per redarla siano state trasparenti e corrette, secondo i principi contabili adeguati alle leggi.
Chi è il revisore contabile
Il revisore contabile (la cui esatta denominazione oggi è revisore legale dei conti) è una figura professionale, abilitata a seguito di esame di Stato e iscritta in apposito albo, il cui compito è la revisione legale dei conti, il controllo e la verifica che i bilanci delle aziende, sia private che pubbliche, siano conformi alle leggi italiane ed internazionali. Si tratta quindi di un esperto di diverse discipline economiche, tra cui bilancio, contabilità e controllo, esterno ed interno, di scritture contabili riferibili a società di capitali, enti privati, no profit o pubblici.
Per quanto riguarda i conti societari il revisore contabile si occupa quotidianamente di revisionarli e organizzarli dal punto di vista legale. Le sue attività di consulenza nono sono svolte necessariamente da persone fisiche, ma possono essere portate avanti da società di revisione contabile, iscritte, almeno per quanto riguarda l’Italia, ad un registro apposito tenuto dalla CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa).
L’attività quotidiana di un revisore contabile consiste in:
- Analizzare i documenti contabili di un’azienda.
- Pianificare l’attività di revisione.
- Eseguire la rielaborazione dei documenti dell’audit.
- Verificare la correttezza di tutte le procedure amministrative.
- Analizzare conti e documenti al fine di identificare eventuali incorrettezze.
- Produrre la documentazione di analisi e di sintesi.
- Sviluppare strategie e soluzioni per massimizzare la produttività e limitare i costi di un’azienda.
- Presentare i risultati ai propri supervisori e clienti.
Chiariamo innanzitutto una cosa fondamentale: il revisore contabile non è un dipendente del fisco, ma un consulente assunto direttamente dall’azienda (o dall’ente o dall’associazione) con lo scopo di andare a verificare la corretta stesura del bilancio. Con l’analisi del bilancio si produce una documentazione che ne attesti la trasparenza e la validità, ovvero la revisione contabile, che viene poi presentato al fisco così come ai soggetti all’interno dell’impresa: il documento infatti è a disposizione dei soci, degli azionisti, dei dipendenti, dei finanziatori e anche dei fornitori. Durante la compilazione della relazione, il revisore dei conti ha la facoltà di accedere a qualsiasi documento interno all’azienda. Di conseguenza possiamo capire che il revisore contabile ricopre un ruolo al centro della comunicazione aziendale, dal momento che la revisione contabile che produce di in prima persona serve a tutelare tutti i soggetti coinvolti nell’impresa, oltre ad agevolare i controlli del fisco.
La revisione contabile è un atto che può essere richiesto espressamente dallo Stato così come può essere effettuato a titolo volontario dall’azienda. La revisione contabile è obbligatoria solo per le grosse società di capitali, cioè quelle quotate in borsa o che superano certi limiti previsti per la legge (più di 4.000.000 di euro di ricavi o di attivo dello Stato patrimoniale oppure più di 20 dipendenti occupati). In entrambe le evenienze, il revisore dei conti dovrà essere una figura super partes e dimostrare massima integrità. Dovrà comunque assicurare sempre la lettura e la valutazione del bilancio imparziali e finalizzate a verificare la trasparenza e la correttezza , dal punto di vista formale così come da quello legale, del documento. Al di là delle operazioni di verifica inoltre, date le competenze in materia di bilancio, finanza e contabilità, il revisore contabile ha anche il compito di tradurre con parole semplici e accessibili a tutti il contenuto di un documento di difficile comprensione come il bilancio, e quindi illustrarlo ai suoi interlocutori. In questi termini rappresenta a tutti gli effetti uno strumento di comunicazione dell’azienda.
La relazione di bilancio può avere i seguenti risultati:
- senza rilievi: se è redatto con conformità alle norme ed ai criteri di redazione
- con rilievi: quando il bilancio è attendibile ma è difforme in alcuni aspetti alle norme o anomalie che devono essere chiarite
- negativo: quando si attesta che il bilancio non rispetta le norme in materia, caso che sarebbe molto grave per l’azienda e fortunatamente si verifica molto raramente.
- caso ultimo è quello della dichiarazione di impossibilità, se vi sono eventi che impediscono il lavoro del revisore, questo avvisa prontamente la CONSOB, l’autorità di controllo statale in questi ambiti.
I compiti del revisore contabile non si limitano alla sola analisi di bilancio: le sue competenze possono essere richieste dall’azienda per ottenere una consulenza nell’ambito del potenziamento e dell’ottimizzazione della struttura finanziarie e fiscale. Ciò implica che il revisore dei conti possa fornire consulenza per un’analisi sull’azienda e sui costi della supply chain, per poter effettuare una spending review delle spese aziendali, tagliando quelle superflue ed ottimizzare i risultati economici dell’azienda. La sua esperienza e la conoscenza del bilancio aziendale risulta utile anche nella gestione del portafoglio, ovvero nelle decisioni che l’azienda prende in merito ad investimenti e destinazioni di budget per determinate operazioni. Oltre a tutto ciò, è anche un consulente fiscale, quindi può essere chiamato anche in relazione alla stessa redazione del bilancio.
I compiti più comuni di un revisore dei conti sono i seguenti:
- Pianificare le attività di revisione, il che consiste nell’effettuare le analisi preliminari di controllo interno, così come l’analisi preliminare di bilancio, la predisposizione di un programma di revisione e la determinazione del cosiddetto “rischio intrinseco”.
- Testare il sistema di controllo interno, ovvero analizzare tutte le procedure di controllo interne all’azienda, verificandone il funzionamento e valutandone l’efficacia, applicare gli adeguati test di conformità previsti, valutarne l’impatto sulla revisione redatta, determinando quindi il “rischio di controllo” e quindi produrre i documenti di analisi e sintesi.
- Controllare i conti e di conseguenza tutti i documenti contabili di un’azienda, verificando quindi la correttezza delle procedure amministrative e la loro corretta applicazione, così come la regolarità delle registrazioni contabili e la corrispondenza del bilancio alle normative di legge, oltre che verificare l’applicazione dei principi contabili nazionali ed internazionali, e quindi produrre i documenti di analisi e sintesi.
- Rielaborare i documenti dell’audit, verificandone la completezza e la correttezza, modificandoli e integrandoli quando necessario.
- Redigere la relazione di revisione contabile ufficiale, ed oltre alla stesura della stessa, allo stesso tempo redigere una lettera di suggerimenti per la direzione aziendale, la cosiddetta Management Letter.
Come si diventa Revisore Contabile
Diventare revisori contabili richiede un percorso formativo lungo e impegnativo. Dal momento che si occupa di un compito molto delicato che coinvolge numerosi ambiti diversi, deve acquisire nel suo percorso formativo competenze in finanza, contabilità ed economia. I corsi di laurea più adatti per diventare revisori contabili sono Economia e Commercio, Economia Aziendale oppure Scienze dell’Amministrazione e della Consulenza del Lavoro, ma anche all’interno della facoltà di Giurisprudenza si possono trovare corsi che offrono una formazione adeguata. Diversamente di altre professioni come quella del commercialista, per la quale è necessario essere in possesso di una laurea magistrale o specialistica, per diventare revisore legale è richiesto il conseguimento di una laurea triennale, dopo il quale è possibile accedere ad un Master Universitario in Auditing presso una Scuola di Amministrazione Aziendale.
Per esercitare la professione, è necessario essere iscritti al Registro dei Revisori Legali, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, iscrizione che si ottiene superando un esame di Stato. Per essere ammessi all’esame di Stato, è necessario avere svolto un tirocinio presso uno studio di revisione contabile, un ente che svolge queste mansioni oppure un revisore contabile che già esercita la professione ed è iscritto all’albo. Il tirocinio deve essere di tre anni oppure di due nel caso di laureati in un corso di laurea specialistica. Prima di svolgere il tirocinio, il tirocinante deve iscriversi al registro dei tirocinanti revisori legali. Alla fine di ogni anno il tirocinante deve produrre una relazione in cui specifica tutte le attività che ha svolto e gli atti contabili che eseguito nel periodo del suo tirocinio.
L’esame di Stato necessario per richiedere l’iscrizione all’albo ufficiale, ovvero il Registro dei Revisori Contabili, viene indetto una volta ogni anno. L’esame di idoneità è composto da quattro prove, tre scritte ed una orale, ed è incentrato sulle materie di cui è necessaria la competenza per esercitare la professione: economia aziendale e politica, gestione delle finanze, contabilità, diritto, informatica, matematica e statistica. Le tre prove scritte si incentrano rispettivamente su:
- materie economiche o aziendali;
- materie giuridiche:
- materie tecnico-professionali e della revisione.
Il colloquio orale prevede una verifica totale della conoscenza delle varie materie prese in esame.
In caso di esito positivo dell’esame, il revisore contabile può ottenere l’iscrizione al registro e da questo momento può esercitare liberamente la professione, a seguito di apertura di una regolare partita IVA. Una volta iscritto all’albo e dotato di partita IVA, il revisore contabile può iniziare a lavorare presso società specializzate nella revisione dei conti, oppure in studi associati di Dottori Commercialisti, come può anche decidere di operare come libero professionista. Solo il tempo ed il lavoro possono dare l’esperienza necessaria per ottenere una crescita professionale e conseguenti avanzamenti di carriera, che dipendono dalla qualità del lavoro svolto e dalle valutazioni di clienti e superiori.
Il lavoro del revisore contabile può comportare trasferte in maniera ricorrente (anche se limitate dal punto di vista chilometrico) e richiede spesso anche di lavorare per un determinato periodo presso la sede del cliente. Normalmente si lavora in team, e può essere necessario, nei periodi di intensa attività, prolungare gli orari al fine di rispettare le scadenze previste.
Sviluppo professionale
La recente riforma sul rischio d’impresa ha imposto regole più stringenti sui controlli dei bilanci delle società, e questo ha portato ad un aumento delle società per cui si rende obbligatoria la revisione contabile stimato sull’ordine del 200%. Questo ha portato di conseguenza ad una notevole richiesta di professionisti abilitati ad eseguire le revisioni dei conti.
Un revisore contabile guadagna, come succedere spesso nel campo dei liberi professionisti, in base all’esperienza ottenuta sul campo nel corso degli anni. È un mestiere che si impara e si affina esercitandolo, di conseguenza è fondamentale fare la cosiddetta gavetta, oltre a continuare a mantenersi sempre aggiornati su leggi e normative, per cui è una figura che non finisce mai di studiare. Il revisore dei conti può svolgere il suo lavoro in qualità di libero professionista, così come può lavorare all’interno di uno studio di revisione contabile oppure essere assunto da un’azienda in qualità di dipendente. Questo rende molto complesso fare una stima organica di quanto può guadagnare un revisore dei conti. I revisori contabili liberi professionisti non sono numerosi: vengono ricercati dalle società di revisione nei casi in cui sia necessaria un’ampia e specifica esperienza – non reperibile internamente alla società stessa – relativamente ad un particolare settore.
Esistono quattro grandi multinazionali di revisione, note come le “big four”, che sono: Deloitte Touche Tohmatsu, Ernest & Young, KPMG, Pricewaterhouse Coopers (PwC). Originariamente queste reti di società e studi specializzati in singole aree professionali facenti capo ad un marchio ed uno standard comune erano cinque, ma a seguito dello scandalo Enron del 2002 il gruppo Arthur Andersen è scomparso e le sue attività sono state assorbite dai quattro competitor. All’interno di queste società di revisione si trova una gerarchia, secondo la quale ai vertici troviamo i partner (soci), seguiti dai manager e senior manager (dirigenti o quadri) e dai senior auditor. I giovani che entrano nel settore, non ancora iscritti al Registro dei Revisori Contabili, dipendono da questi ultimi. In genere vengono definiti junior e semi senior; oppure assistente 1, assistente 2, assistente 3 (con il numero che indica gli anni di lavoro presso la società di revisione) oppure di Staff Accountant. Si lavora normalmente in gruppi di lavoro, operando presso quelle società dove si richiede la verifica del bilancio: questi gruppi di lavoro sono coordinati dai manager e dai senior auditor.
Normalmente una società di revisione può offrire un contratto di apprendistato professionalizzante, che ha una durata che varia in base alle diverse politiche aziendali. Il percorso formativo è stato indicato dal “Protocollo d’Intesa per la realizzazione dell’apprendistato professionalizzante degli addetti alla Revisione Contabile”, e prevede un periodo di apprendistato, che in base al titolo universitario (ovvero che sia di I o di II livello) posseduto dall’apprendista può avere durata variabile. Una volta completato questo periodo, l’apprendista viene fatto entrare nell’organico della società a tutti gli effetti.
Se l’apprendista nel contempo frequenta un percorso formativo come un Master, una via di accesso al settore molto importante può essere rappresentata dallo stage.
Prendendo in esame un revisore contabile che inizia a lavorare per un’azienda, viene assunto con una qualifica di livello junior e quindi ottiene una remunerazione che parte generalmente da 18.000 EUR all’anno. Nell’arco di quattro anni può passare a livello senior, o anche entrare nel consiglio direttivo dell’azienda. Un revisore contabile con buona esperienza, dopo 4 o 5 anni di impiego, può arrivare ad avere un guadagno annuo che si attesta intorno ai 36.000 EUR. Con riferimento in Italia, possiamo stimare che la retribuzione annua dei revisori contabili consista in uno stipendio medio di 25.800 EUR (all’incirca 13 EUR l’ora). In caso poi si faccia carriera, il revisore contabile può raggiungere anche guadagni da 50.000 EUR annui o superiori, tanto che spesso possono diventare soci dell’azienda o addirittura amministratori: dopo innumerevoli anni di servizio, il revisore diventa talmente esperto dei conti di quell’azienda da avere un valore per essa che trascende il semplice compito di revisione del bilancio.
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