Cambiare lavoro a 40 anni
Uno degli argomenti più caldi e discussi nel mondo del lavoro è quello di trovare un’occupazione in età più avanzata. Solitamente si parla di questo argomento dopo il superamento dei 40 anni che interessa milioni di persone accumunate dalla spasmodica ricerca di un lavoro.
Questo fenomeno si è ulteriormente inasprito con l’abbattersi della crisi economica alla fine dello scorso decennio, che ha mandato in crisi migliaia di aziende costrette a restringere in maniera sensibile i propri organici. A farne le spese furono proprio i quarantenni e cinquantenni, che difficilmente potevano riciclarsi in altri ambiti, e crearono così una vera e propria emergenza sociale soprattutto in Italia.
Ma quindi, per chi perde, o magari vuole cambiare lavoro, in età non più giovanissima c’è speranza oppure è tutto perduto. Vediamo come si può analizzare la questione sotto altre prospettive, senza farsi prendere dall’ansia o dallo sconforto.
Tabella dei contenuti
Dimenticare la vecchia idea di lavoro
Il primo passo per non farsi schiacciare dalla paura della ricerca di un lavoro in età avanzata è quello di modificare radicalmente l’idea che si ha del lavoro.
Difficile per chi ha vissuto tanti anni inserito in un mercato del lavoro che aveva le proprie radici in contesti socio economici totalmente differenti da quelli odierni.
Oggi come oggi chi vuole avere una seconda opportunità nel mondo del lavoro deve cambiare prospettiva e sintonizzarsi con metodologie e concetti più attuali nell’ambito occupazionale.
Anzitutto è necessario adattarsi ad una maggiore flessibilità. Questo concetto è molto importante e trasversale rispetto al mercato del lavoro.
Ovviamente si parla di contratti, che al giorno d’oggi sono molto diversi da quelli vigenti e di uso comune fino a 25/30 anni fa. Scordiamoci l’ingresso immediato a tempo determinato, per adattarci ad una realtà che prevede periodi di adattamento e di prova. O magari anche lunghi periodi di pellegrinaggio tra un’azienda e l’altra fino a trovare l’occasione giusta. L’importante è valutare che questo iter è assolutamente fisiologico nel moderno mercato del lavoro.
Altro aspetto fondamentale riguardo la flessibilità è quello relativo ai luoghi e ai tempi del lavoro. Il mutamento del mercato, costringe sempre di più a forme di lavoro itineranti, o magari da remoto presso la propria casa. Per chi è abituato a recarsi in ufficio, o in un qualsiasi luogo di lavoro vicino casa, questo potrebbe essere un trauma. Sarà quindi necessario adattarsi con estrema velocità a i nuovi ritmi e i nuovi doveri lavorativi, accettando anche di spostarsi da casa o di lavorare da remoto, con orari estremamente variabili.
Studiare il mercato, fare formazione e aggiornamento
Proprio legato al cambio del paradigma nel mercato dell’occupazione, è necessario studiare le nuove frontiere del lavoro. Le domande principali da porsi sono relative alle figure più ricercate dal mercato e cosa vuole il mondo del lavoro odierno. Rispondendo a queste richieste si avrà già una base solida sulla quale pianificare le proprie mosse seguenti.
Questo porterà ad informarsi sulle nuove tendenze e spingerà a chiedersi cosa si può fare per assecondare queste inclinazioni. Ed ovviamente entra in campo l’aspetto della formazione.
Per chi è rimasto tanto tempo ancorato un singolo posto di lavoro diventa fondamentale aumentare le proprie competenze e aggiornare quelle esistenti per rendersi maggiormente appetibile sul mercato.
La formazione del resto al giorno d’oggi fornisce numerose opportunità. Per chi può ci si può sempre iscrivere a master o facoltà universitarie, ma chi volesse spendere di meno può sfruttare le grandi opportunità fornite dalla rete dove si possono trovare corsi d’aggiornamento o di riqualificazione adatti alle proprie esigenze. Piattaforme come Udemy o Life Learning, contengono un’ampia scelta di corsi per tutte le specificità e sono gestibili comodamente da casa e nei tempi più comodi per l’utente.
Questi permetteranno una formazione di buon livello per alcuni degli impieghi richiesti maggiormente dal mercato del lavoro, e possono essere utili da inserire nel proprio curriculum vitae, andando quindi ad ampliare le possibilità di ricerca di un’occupazione.
Allo stesso modo si possono sfruttare questi corsi per aggiornare competenze già presenti nel proprio bagaglio, ma che necessitano di una rinfrescata per essere più attuali e appetibili per le aziende.
Sfruttare l’età a proprio vantaggio
Essere nella condizione di trovare lavoro dopo i 40 anni si traduce molto spesso nel valutare come un fardello tutti gli anni accumulati nel mercato del lavoro. Ma uno dei segreti per riciclarsi al meglio è ribaltare la prospettiva e volgere a proprio vantaggio tutta l’esperienza fatta nel tempo precedente.
Prima di tutto non bisogna lasciarsi influenzare troppo dalla regola che un giovane, che ad un’azienda solitamente costa di meno, sia più allentate come potenziale candidato. Spesso le imprese valutano anche un impatto di costi e benefici durante l’intero ciclo di introduzione del nuovo collaboratore.
Inoltre rispetto ad un lavoratore giovane, uno di quelli che ha passato i 40 anni possiede alcuni vantaggi che spesso vengono sottovalutai proprio dai lavoratori più anziani
Credibilità
Una caratteristica che molte aziende cercano in un futuro collaboratore. L’esperienza accumulata rende maggiormente credibile le candidature di chi ha superato la quarantina, segnando un punto di vantaggio rispetto ai più giovani. Assimilabile a questo concetto c’è anche un fattore di affidabilità maggiore che un quarantenne ispira rispetto ad un prospetto più giovane. Si ha la tendenza da parte delle aziende, a fidarsi maggiormente di figure più mature e con situazioni di vita più stabili, soprattutto in relazione a lavori e progetti di ampio respiro temporale.
Referenze
Avere già lavorato, permette di possedere un bagaglio di conoscenze e risultati acquisiti. Queste possono essere utili per contare su delle referenze che sono un importante biglietto da visita quando si affronta una selezione per un nuovo posto di lavoro. Soprattutto in casi di forza maggiore, come nel caso della crisi economica, dove le responsabilità di chi perde il lavoro sono nulle, chiedere ai propri vecchi responsabili una referenza sulle proprie qualità professionali, è senza dubbio una delle carte fondamentali da giocarsi nella ricerca di una nuova occupazione.
Contatti
Come detto l’esperienza pluriennale porta a maturare numerosi contatti in ambito lavorativo. Fare rete con questi contatti è un’attività molto importante anche mentre si lavora, e la sua utilità si esprime al massimo nei periodi di ricerca di un’occupazione. Le vecchie conoscenze possono essere fondamentali per accedere a possibilità lavorative nuove, o semplicemente far girare la voce della disponibilità ad un nuovo impiego. Maggiori sono numericamente questi contatti e migliori saranno le possibilità di sfruttarli. Pertanto il tempo in questo caso gioca a vantaggio di candidati più maturi.
Risultati
Saper documentare e dimostrare i risultati ottenuti nel tempo è una delle cose che maggiormente interessano le aziende alla ricerca di nuovi collaboratori. Anche qui la maggiore esperienza è un fattore positivo, perché banalmente permette di accumulare un maggior numero di risultati di rilievo, da poter sfruttare come trampolino verso la ricerca di un nuovo lavoro.
Comprensione
La capacità di lettura delle situazioni aziendali, dei meccanismi interni ed esterni ad essa, è una qualità che si acquisisce con il tempo. Ecco quindi che questa migliore comprensione si ritrova maggiormente in candidati leggermente più avanti con l’età. Le aziende sono al corrente di questa cosa, e spesso prediligono candidati ultra quarantenni proprio per questo motivo. Rispetto ai giovani la maggiore esperienza nel districarsi in ambito lavorativo può aprire una corsia preferenziale verso un nuovo impiego.
Conoscere i vantaggi derivanti dalla propria condizione
Come anticipato precedentemente il gran numero di persone in età avanzata che si sono trovate senza lavoro a causa della crisi economica del 2008, ha creato un’emergenza anche a livello sociale. In Italia, per favorire il reinserimento di questi lavoratori sono state messe in pratica delle politiche attive del lavoro che agiscono su più aspetti.
Sgravi contributivi
Una delle prime misure messe in atto è quella dello sgravio contributivo a favore delle aziende che scelgono un lavoratore over 50 da inserire in organico. Questa modalità di bonus fiscale, arriva fino al 50% di abbattimento della contribuzione da versare per un lavoratore in età avanzata e questa caratteristica favorisce non poco la scelta di queste figure. Ovviamente la validità di questo bonus lavoro è ristretta ad un tempo prestabilito, sulla base del tipo di contratto somministrato al lavoratore.
Per un’assunzione agevolata over 50 con contratto a tempo indeterminato lo sgravio fiscale del 50% si applica per una durata di 18 mesi, mentre in caso di contratto a termine il tempo di validità del bonus è di 12 mesi.
Piani di formazione
Molte regioni e provincie, attraverso i loro centri per l’impiego hanno sostenuto sforzi per favorire la formazione e l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori in età avanzata, sul modello dei piani di formazione regionali a favore dei giovani.
Questo si esprime attraverso corsi di specializzazione e formazione totalmente gratuiti e svolti in collaborazione con aziende che in un secondo momento garantiscono anche dei mesi di stage (talvolta retribuito) per favorire l’inserimento del lavoratore in azienda. Questo tipo di politiche è inoltre favorito anche dalla collaborazione con agenzie del lavoro come Adecco o Umana.
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