Professione Pediatra
In Italia l’assistenza sanitaria fa capo principalmente a due figure: il medico di base, o di famiglia, ed il pediatra di libera scelta (detto anche pediatra di base o pediatra di famiglia), il cui compito specifico è quello di tutelare la salute dell’infanzia, dell’età evolutiva e dell’adolescenza, dalla nascita fino ai 14 anni.
Nonostante l’allarmante calo demografico che si registra in Italia, il futuro della professione di pediatra non è a rischio, anzi: l’età avanzata di moltissimi medici pediatri fa in modo che nei prossimi 5 anni il numero di professionisti che andranno in pensione sarà molto elevato, più di due volte e mezza quelli che sono andati in pensione nel quinquennio appena passato. A fronte di un leggero calo di pediatri necessari, nell’ordine delle poche centinaia, si passerà da un totale di poco più di 14mila specialisti presenti sul territorio nazionale a poco meno di 9000, sotto la soglia del fabbisogno nazionale previsto che è di poco più 11mila, in leggero calo ma nell’ordine delle centinaia di unità.
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Chi è il pediatra
In base alla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, recepita dal Parlamento con la legge 176 del 27/5/91, lo Stato riconosce l’infanzia come un bene sociale da salvaguardare e sul quale investire, e definisce la tutela sanitaria dell’infanzia e dell’adolescenza un diritto fondamentale, nonché uno degli obiettivi specifici proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La tutela sanitaria dell’infanzia si attua all’interno dell’Area Pediatrica, definita come complesso di spazi e servizi adatti alle esigenze psico-affettive del bambino e della sua famiglia e come complesso di prestazioni fornite da operatori, medici e diplomati, specificatamente formati e preparati per soddisfare bisogni sanitari specifici.
Il pediatra è infatti il medico specializzato nell’occuparsi della salute di neonati, bambini e adolescenti. La pediatria infatti è quella branca della medicina che si occupa dello sviluppo psicofisico dei bambini e della diagnosi e terapia delle malattie infantili. A sua volta la neonatologia è una branca della pediatria che si occupa dei neonati entro il primo mese di vita. La cooperazione tra pediatria e ostetricia permette di prevenire le malformazioni del feto e di curare le malattie dalla nascita.
Durante la crescita del bambino, il pediatra deve anche consigliare i genitori riguardo alla corretta educazione sanitaria, dall’alimentazione allo stile di vita in generale, e monitorare lo sviluppo psico-fisico e sensoriale del paziente. Può predisporre campagne di screening per individuare alcune malattie, prescrivere esami specifici, medicinali e consigliare visite specialistiche con altri colleghi, fare vaccinazioni, aggiornare la scheda sanitaria pediatrica individuale e compilare certificazioni.
Il pediatra è in possesso di conoscenze mediche generali e di una formazione specialistica in Pediatria, ma nello svolgimento della sua professione, non deve saper affrontare solo i problemi medici, ma anche legati allo sviluppo psicologico del bambino e dell’adolescente.
Quindi il pediatra deve essere visto innanzitutto come un amico, sia da parte dei piccoli pazienti, che soprattutto nei primi tempi possono essere timorosi e diffidenti nei confronti della figura medica, ma anche per i genitori, che spesso si rivelano ansiosi e apprensivi.
Per questo motivo per esercitare questa professione bisogna essere in possesso di sensibilità e savoir faire. Un pediatra deve amare i bambini, sapere come prenderli senza spaventarli, ridere e scherzare con loro durante i controlli, in maniera da poter entrare in sintonia con i propri pazienti e incontrare meno resistenze e riuscendo così a svolgere il proprio lavoro al meglio, cosa che può essere più difficile per chi, per carattere e temperamento, tende a mantenere una certa rigidità, aumentando l’apprensione del bimbo.
Ma i suoi compiti non si esauriscono nel rapporto con i bambini: deve infatti essere capace di rapportarsi con i genitori, sapendo come rassicurarli e formulando qualsiasi diagnosi in maniera chiara e semplice, senza creare inutili allarmismi e sapendo indirizzare mamma e papà verso i comportamenti più adeguati alle esigenze del bambino.
Nel rapporto con i genitori, il pediatra rappresenta una figura di riferimento, verso cui si rivolgono in cerca di consigli e aiuto per tutto ciò che riguarda la crescita e la salute del bambino, in particolare nel caso in cui i genitori si trovino per la prima volta nel ruolo di mamma e papà. In questo caso, ma non solo, i genitori possono ritrovarsi disorientati e confusi, dal momento che sono chiamati ad affrontare esperienze del tutto nuove.
Rientra tra i compiti del pediatra accompagnarli lungo tutte le tappe di crescita del bambino, rassicurarli in qualunque situazione, senza alimentare allarmismi e preoccupazioni che possono accrescere stati di tensione all’interno della coppia. Deve quindi offrire il suo sostegno in caso di bisogno, essere una persona disponibile, opportunamente preparata sia sul piano psicologico che sul piano comunicativo. È infatti opportuno che il pediatra sappia supportare il bambino e soprattutto i genitori in qualunque momento o situazione, comunicando in maniera chiara e semplice così da facilitare la relazione con il bambino e mettere i genitori nelle condizioni di comprendere e praticare agevolmente i suoi consigli.
Che cosa fa il pediatra?
Il pediatra di libera scelta è il medico di fiducia impegnato nella prevenzione, cura e riabilitazione dei bambini e dei ragazzi di età compresa tra 0 e 14 anni. Nello specifico:
- i bambini da 0 a 6 anni sono obbligatoriamente iscritti ad un pediatra di fiducia;
- i bambini da 6 a 14 anni possono indifferentemente essere iscritti ad un pediatra o ad un medico di famiglia. Si può scegliere di continuare ad avere il pediatra fino a 14 anni oppure passare con il medico di famiglia dei genitori dai 6 anni.
In alcuni casi particolari, come la presenza di patologie gravi o handicap documentato, anche gli adolescenti da 14 a 16 anni possono continuare ad essere assistiti dal pediatra di fiducia, su richiesta del genitore e previa accettazione del medico medesimo, secondo quanto regolamentato dalle scelte in deroga.
Al compimento dei 14 anni, la revoca è automatica, pertanto il genitore deve recarsi presso l’Azienda sanitaria territoriale per iscrivere proprio figlio presso un medico di base.
Il pediatra di famiglia è il primo riferimento dei genitori per la salute globale del bambino. In generale:
- segue il bambino nella sua crescita;
- ne verifica lo sviluppo con visite periodiche (bilanci di salute);
- fornisce ai genitori informazioni sanitarie, in particolare sui corretti stili di vita e sulle vaccinazioni pediatriche;
- effettua le visite ambulatoriali in caso di malattia. Inoltre il pediatra può partecipare a progetti di educazione sanitaria formulati con l’Azienda sanitaria territoriale.
Nello specifico, i compiti del pediatra sono:
- la presa in carico del neonato entro il primo mese di vita;
- le visite ambulatoriali e domiciliari a scopo diagnostico e terapeutico, comprese le prescrizioni farmaceutiche e diagnostiche;
- il consulto con lo specialista in sede ambulatoriale o domiciliare;
- l’accesso presso gli ambienti di ricovero in fase di accettazione, di degenza o dimissione del proprio paziente;
- le certificazioni ai fini dell’ammissione agli asili nido e della riammissione alla scuola materna, alla scuola dell’obbligo e alle scuole secondarie superiori, e ai fini dell’astensione dal lavoro del genitore a seguito di malattia del bambino;
- la certificazione di stato di buona salute per lo svolgimento di attività sportive non agonistiche a seguito di richiesta dell’autorità scolastica competente;
- richiesta di indagini specialistiche, proposte di ricovero e di cure termali;
- osservanza e rilevazioni di reazioni indesiderate post-vaccinali.
Il compito principale del pediatra risiede nella diagnosi e nella cura delle malattie di bambini e ragazzi. L’infanzia e l’età evolutiva sono fasi cruciali e vulnerabili dal punto di vista della salute: per questo il pediatra si concentra sulla diagnosi precoce di potenziali problemi e patologie, per riconoscerli e trattarli il prima possibile.
Come altri professionisti sanitari, anche il medico pediatra visita il paziente, raccoglie la sua anamnesi, valuta lo stato di salute e diagnostica eventuali patologie, infezioni, malattie dell’infanzia, allergie, malformazioni, disturbi della crescita ecc. Spesso i piccoli pazienti non hanno ancora sviluppato buone capacità di comunicazione, per cui è fondamentale la consultazione dei genitori, prima, dopo e durante la visita. Effettuata la diagnosi, il medico pediatra propone un piano terapeutico e prescrive farmaci e medicinali, oppure esami o visite specialistiche per approfondire la diagnosi e individuare la cura migliore. Inoltre, si occupa di prevenzione della salute, ad esempio effettuando o prescrivendo vaccinazioni.
Il pediatra non si occupa soltanto di problemi fisici, ma più in generale di tutto ciò che interessa la crescita e lo sviluppo psico-fisico del bambino, dalla nascita fino all’adolescenza. Ne monitora lo sviluppo fisico e psicomotorio e ne controlla la crescita (peso, altezza, sviluppo funzionale dei vari organi), ma deve valutare anche lo sviluppo intellettuale e psico-sociale del bambino. La visita dal pediatra ad esempio è fondamentale per diagnosticare l’insorgere di disturbi del comportamento, del linguaggio, del sonno o dell’alimentazione. Il pediatra quindi collabora con la famiglia, le istituzioni scolastiche e i diversi professionisti sanitari (psicologi, logopedisti, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva) per coordinare un piano di cura e monitorarne gli effetti.
In generale, il pediatra è un riferimento importante per la famiglia. I genitori si rivolgono a lui in cerca di consulenza e supporto lungo tutte le tappe di crescita del bambino, dalla prima infanzia alla pubertà: ad esempio per quanto riguarda l’igiene, l’alimentazione, la gestione di determinati disturbi dei bambini. Il medico pediatra deve quindi comunicare e relazionarsi efficacemente non sono con i bambini, ma anche con gli adulti, genitori e tutori, che prendono le decisioni che riguardano la salute dei minori.
Il pediatra infine è in una posizione privilegiata per individuare eventuali maltrattamenti e abusi subiti dai bambini: in questi casi deve attivare tutte le misure necessarie per salvaguardare la salute e il benessere del bambino, allertando le Forze dell’Ordine e specialisti del campo della violenza sui minori.
Possiamo riassumere i compiti più importanti di un pediatra come segue:
- Effettuare visite mediche di neonati, bambini e adolescenti
- Diagnosticare malattie, patologie e disturbi della crescita
- Proporre un piano di cura
- Somministrare e prescrivere farmaci e vaccini ai piccoli pazienti
- Indirizzare ad un medico specialista per patologie specifiche
- Monitorare la crescita fisica e lo sviluppo psicosociale del bambino
- Dare consigli e raccomandazioni ai genitori
- Intervenire e segnalare casi sospetti di abusi e maltrattamenti su minori
La maggior parte dei pediatri lavora all’interno dei reparti di Neonatologia e Pediatria in ospedali e cliniche, in ambulatori e in studi pediatrici, sia in ambito pubblico che privato. Il pediatra lavora spesso in ambienti accoglienti, colorati e piacevoli, perché pensati per intrattenere, tranquillizzare e distrarre i bambini durante le visite mediche.
L’orario di lavoro varia a seconda del contesto: in ambito ospedaliero o nelle strutture di pronto soccorso può essere diviso su più turni, per assicurare una assistenza pediatrica 24 ore su 24, mentre chi lavora in uno studio privato può decidere in autonomia gli orari di visita dei pazienti.
Lo studio del pediatra deve essere aperto agli assistiti per 5 giorni alla settimana, secondo i seguenti criteri:
- preferibilmente dal lunedì al venerdì, con previsione di apertura per almeno due fasce pomeridiane o mattutine alla settimana e comunque con apertura il lunedì;
- rispettando un orario congruo in base al numero degli iscritti e comunque non inferiore a: 5 ore settimanali fino a 250 assistiti, 10 ore settimanali da 251 a 500 assistiti e 15 ore settimanali da 501 a 840 assistiti. Superato il numero di 840 assistiti, gli accordi regionali definiscono le eventuali ulteriori aperture degli ambulatori;
- l’orario di studio è definito dal pediatra anche in relazione alle necessità degli assistiti iscritti nel suo elenco e alla esigenza di assicurare una prestazione medica corretta ed efficace.
Nel caso in cui il bambino non possa recarsi in ambulatorio, il genitore può chiedere una visita domiciliare, che, se ritenuta necessaria da parte del pediatra, deve essere eseguita di norma nel corso della stessa giornata, se la richiesta avviene entro le ore 10. Se la richiesta perviene dopo le ore 10, la visita dovrà essere effettuata entro le ore 12 del giorno successivo.
È cura del pediatra di libera scelta organizzare la modalità di ricezione delle richieste di visita domiciliare. Se il proprio pediatra aderisce a uno studio associato con altri professionisti, gli orari cambiano e le visite possono essere effettuate anche in orari di chiusura dello studio.
Il pediatra può fissare l’appuntamento ai suoi assistiti però non può rifiutarsi di ricevere un paziente che si presenti in ambulatorio entro l’orario di visita che abbia una richiesta non differibile.
Come diventare pediatra
Per diventare pediatra è necessaria una formazione medico-sanitaria, ovvero la laurea in Medicina e Chirurgia, con una specializzazione in Pediatria. Un bambino non è un adulto in scala ridotta, ma ha una sua anatomia e una sua fisiologia: in età pediatrica sono quindi diversi anche sintomi, patologie, effetti dei farmaci. Per questo è fondamentale che il medico che cura i bambini segua un percorso formativo che declini le conoscenze mediche in funzione dell’età del paziente: tra le materie di studio rientrano ad esempio la fisiopatologia pediatrica, l’oncologia pediatrica, la neonatologia, l’immunologia pediatrica. Come per le altre professioni sanitarie, anche la formazione teorica del pediatra viene completata da periodi di tirocinio pratico.
Dopo aver conseguito un diploma di scuola superiore ci si dovrà innanzitutto iscrivere ad una Facoltà di Medicina e Chirurgia dove si avrà l’occasione di studiare le problematiche fisiologiche e patologiche dell’evoluzione del bambino, dalla nascita all’adolescenza. Al termine degli studi accademici si dovrà quindi prendere parte ad un tirocinio e sostenere un esame finale che darà diritto all’abilitazione professionale e all’iscrizione all’Albo dei Medici. Dopo aver superato con successo anche questi studi si dovrà infine continuare e seguire una specializzazione quinquennale frequentando la Scuola di Specializzazione in Pediatria Clinica che darà diritto a tutti gli effetti a svolgere il lavoro di pediatra.
Le principali competenze richieste ad un pediatra sono:
- Approfondite conoscenze in pediatria
- Competenza nella diagnosi di patologie e disturbi dell’età evolutiva
- Capacità di relazionarsi con i bambini
- Competenza nella gestione del rapporto medico-famiglia
- Capacità decisionali e senso di responsabilità
- Capacità comunicative e doti di empatia
- Resistenza allo stress
- Pazienza e affidabilità
Carriera e stipendio di un pediatra
Quello del pediatra è un lavoro incentrato sulla cura delle persone, in cui bisogna relazionarsi con facilità con i bambini. I piccoli pazienti del pediatra infatti possono essere indisciplinati, rumorosi, pronti al pianto, e durante le visite sono richieste grandi dosi di pazienza. Allo stesso tempo, però, il rapporto con i bambini può essere molto intenso e gratificante.
Il ruolo del medico pediatra è molto apprezzato e riconosciuto dalle famiglie, che vedono in lui un punto di riferimento per la salute e la crescita dei propri figli. Inoltre, lo stipendio di un pediatra è competitivo, e le possibilità di impiego sono diffuse su tutto il territorio.
Lo sviluppo di carriera di un pediatra può essere molto vario, grazie alle diverse possibilità di specializzazione: tra queste rientrano l’oncologia pediatrica, la chirurgia pediatrica, la diabetologia pediatrica, la cardiologia pediatrica, la nutrizione pediatrica, la pediatria d’urgenza, la pediatria di comunità.
Un pediatra esperto che lavora in cliniche, ospedali o altre strutture sanitarie può fare carriera e raggiungere posizioni dirigenziali, ad esempio come direttore sanitario, primario o dirigente del reparto di Pediatria e Neonatologia. C’è anche chi sceglie di praticare la professione in ambito privato, aprendo un proprio studio medico pediatrico.
Lo stipendio medio di un pediatra è di 93.500 euro lordi all’anno, corrispondenti a circa 4.150 euro netti al mese. La retribuzione può partire dai 38.000 euro lordi all’anno di uno specializzando, ma lo stipendio massimo può anche toccare i 276.500 euro lordi all’anno.
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