Professione Giardiniere
L’amore per la natura può trasformarsi in un lavoro, piacevole, soddisfacente e se ci si gioca bene le proprie carte, anche remunerativo. Tra questi mestieri ritroviamo la professione del giardiniere; un lavoro sì, ma spesso e volentieri una vera e propria arte.
Un giardiniere professionista mette la propria esperienza e competenza al servizio della natura e della bellezza. Vedere un bel giardino curato, fiorito, a volte ordinato e simmetrico, altre volte apparentemente selvaggio ma sapientemente ‘orientato’, procura in chi lo guarda uno stato di benessere. Dietro quel benessere c’è quasi sempre un professionista che ha saputo coniugare passione e studio, inventandosi di “sana piana” una professione.
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Cosa fa un giardiniere: mansioni e responsabilità
Dando uno sguardo al passato, la figura del giardiniere è sempre esistita, fin dall’antico Egitto. Nel corso della storia, spazi verdi magnifici hanno sempre circondato luoghi nobili e sedi dei poteri forti: dai giardini pensili dei babilonesi, ai maestosi giardini delle corti francesi (Versailles in primis) o, qui in Italia, da quelli delle immense ville rinascimentali corredate da veri e propri parchi fino alla Reggia di Caserta, capolavoro di Luigi Vanvitelli.
Dai “giardinetti pubblici” ai parchi comunali, dagli immensi spazi verdi che circondano ville e casali, al giardino di casa, la presenza di una figura professionale come quella del giardiniere è fondamentale e in alcuni casi indispensabile.
Molteplici sono le funzioni di un giardiniere nella cura di spazi verdi, giardini, parchi. E molte di queste funzioni richiedono una buona attitudine ai lavori manuali anche faticosi, poiché un giardiniere non è dedito solo alla coltivazione di fiori e ad innaffiare le piante. Un giardiniere adeguatamente preparato si occupa anche della manutenzione di parchi e giardini e questo richiede il saper effettuare delle potature, falciare l’erba, rasare prati a regola d’arte, dare forma alle siepi, fare dei trattamenti stagionali a terreno e piante per permettere loro di essere sempre rigogliose e resistere all’attacco di innumerevoli parassiti che possono danneggiare le nostre aree verdi.
Il giardiniere deve possedere molte competenze: essere in grado di valutare un terreno, la sua composizione, il suo grado di drenaggio, comprendere i trattamenti da applicare al terreno per renderlo dimora ideale per ciò che vorrà piantare, immaginare la collocazione – anche a livello paesaggistico – di piante e fiori (lavoro spesso effettuato in collaborazione con altre figure professionali come – ad esempio – un architetto paesaggista).
Accanto alle competenze tecniche non dimentichiamo tutta una serie di capacità, diciamo collaterali, che un giardiniere deve possedere.
Ad esempio, spesso un professionista del verde lavora su commissione, quindi è ovvio che dovrà essere in grado di relazionarsi con diverse tipologie di clienti – da privati cittadini a referenti di Enti pubblici. Dovrà quindi dimostrare di possedere spiccate doti comunicative, capacità di far immaginare al cliente ciò che lui vorrebbe progettare ma, soprattutto, capacità di interpretare ciò che un cliente vorrebbe realizzare.
Valore aggiunto è la creatività in questo lavoro, avere senso estetico e sensibilità verso tematiche ambientali. Ma ancora non basta: fa parte del bagaglio di un giardiniere professionista, la capacità di saper organizzare il lavoro e il tempo per realizzarlo, sia che si operi da soli sia che ci si avvalga di una squadra (in caso di capo giardiniere) da coordinare e dirigere.
Molteplici, abbiamo detto, le funzioni del giardiniere, le competenze che deve dimostrare di avere, e altrettanto numerose sono le responsabilità soprattutto se il professionista opera in certi contesti.
Ad esempio se si è alle dipendenze del Servizio Giardini di un Comune, la manutenzione delle aree verdi pubbliche deve essere fatta con scrupolo, coscienza, e molta attenzione: una potatura non fatta o fatta in ritardo potrebbe causare il distacco di rami dagli alberi mettendo a rischio l’incolumità dei passanti; un parassita non individuato, una malattia non diagnosticata potrebbero danneggiare decine di piante e causare, in casi estremi, la morte delle stesse. Inoltre il giardiniere deve essere responsabile verso se stesso, applicando tutte le norme relative alla sicurezza sul lavoro, utilizzando correttamente tutte le attrezzature (alcune delle quali molto pericolose), adottando tutte le misure di prevenzione e protezione secondo specifiche normative.
Capiamo bene che la professione di giardiniere va ben oltre il semplice hobby che la maggior parte delle persone ama praticare, e se rimane in quella sfera può essere interpretato solo come lavoretto secondario per arrotondare. Se si vuole trasformare l’hobby in una professione ci vuole quindi ben altro.
Come si diventa Giardiniere
Essere appassionati di tutto ciò che ha a che vedere con la natura, avere il “pollice verde”, coltivare con grande soddisfazione il proprio giardino, non basta per definirsi giardiniere o meglio non basta a definirsi giardiniere professionista. Sempre più persone sono dedite al giardinaggio, alla scoperta o ri-scoperta di quanto faccia bene, per non dire quanto sia “terapeutico”, avere cura di un giardino; ma per diventare un vero e proprio giardiniere è necessario studiare, dotarsi di una adeguata preparazione per poter trasformare quello che può essere considerato un talento, una dote, in un lavoro. Il lavoro di giardiniere non è fatto di solo passione, ma anche di tanta tecnica: per potersi definire tale, un giardiniere deve dosare abilmente arte e conoscenza, talento e disciplina.
Nel settore si è portati a pensare a un giardiniere come ad un “artigiano”, ma per poter mettere in pratica la sua arte occorre una preparazione adeguata su molti argomenti.
Preparazione teorica
Esistono diverse tipologie di corsi di formazione, specifici per argomenti e per accedervi basta una licenza di scuola media. Ma per chi volesse intraprendere questa professione e darsi maggiori opportunità lavorative, avere un diploma da perito agrario ad esempio sarebbe un buon punto di partenza per una maggiore e più celere possibilità di carriera.
La base della formazione di un professionista giardiniere ovviamente riguarda la conoscenza di tutte (o quasi) le tipologie di piante e fiori, le classificazioni, la loro riproduzione, il ciclo vitale, ma anche conoscere i bisogni di una pianta, che tipo di temperatura gradisce, l’esposizione alla luce solare, se è compatibile con altre piante. In un corso per giardinieri professionisti sarà indispensabile lo studio di nozioni di idraulica: ad esempio un bravo giardiniere deve essere in grado di pianificare un impianto di irrigazione.
Anche la chimica è materia da studiare: ad esempio, per saper valutare e bilanciare – ove necessario – la composizione del terreno e dei suoi elementi minerari e il livello di ph che ogni terreno deve avere per ospitare le piante.
Ancora sono fondamentali nozioni di biologia, di fitopatologia, di zootecnia, modi e tecniche rivolte alla tutela dell’ambiente e altro ancora. Oltre la teoria occorre apprendere una serie di tecniche, come quelle per impiantare correttamente dei tappeti erbosi, o le tecniche di potatura; non da meno, sarà importante essere formati circa la legislazione vigente in materia di spazi verdi e tutto quanto concerne la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Come in molte professioni pratico-concrete, i corsi di formazione affiancano alle lezioni teoriche moltissime ore di pratica “sul campo” che sono la parte più interessante, quella in cui un aspirante giardiniere potrà cimentarsi nelle varie mansioni richieste, sperimentando, a volte anche sbagliando, ma tutto concorre – anche l’errore – a formare un bagaglio di esperienza che sarà il valore aggiunto in questa professione.
Poiché quello del giardinaggio, anche se a molti sembrerà difficile crederci, è un campo molto vasto, è possibile che un giardiniere decida di specializzarsi su alcuni argomenti specifici.
Tra le altre cose, ad esempio, un giardiniere deve avere anche competenze da vivaista, come saper riprodurre piante in serie, metterle a dimora, ma deve possedere anche gusto estetico e capacità di prevedere se determinate piante staranno bene una accanto all’altra, secondo il principio della consociazione. Sarà importante per un professionista del settore, fare delle proiezioni su come si comporteranno le piante crescendo, quanto spazio occuperanno.
Rientra nelle competenze di un giardiniere conoscere i principi della rotazione delle colture, essere esperto delle condizioni climatiche propizie ad alcuni tipi di piante a discapito di altre.
Sembrerà strano ma un bravo giardiniere deve anche sapere come creare uno stagno, corredato di piante acquatiche.
Formazione pratica
Poiché i compiti e le responsabilità di un giardiniere sono di diverso tipo, e di diverso grado, occorre diversificare il lavoro e la professionalità acquisita da un giardiniere che ha frequentato un corso base, da chi – invece – ha acquisito una formazione più approfondita partendo ad esempio da un diploma di scuola superiore o un percorso di studi universitari specifico come chi si laurea in agraria o in botanica. Va da sé che – come vedremo – diverse saranno anche le retribuzioni.
Quello di giardiniere però è anche uno tra i mestieri che si ruba con gli occhi, quindi anche una formazione fai-da-te può far raggiungere elevati gradi di preparazione: affiancare da apprendista giardiniere un “anziano” esperto potrà far acquisire tutte quelle tecniche e strategie fondamentali per raggiungere alti livelli di professionalità. Questo percorso formativo ha però tempi più lunghi e non rilascia “pezzi di carta” necessari ad attestare le competenze acquisite.
Oltre al “saper fare” un giardiniere, qualunque sia la sua formazione non può non essere in grado di adoperare correttamente i “ferri de mestiere”: un bravo giardiniere non potrà essere sprovvisto di vanga, rastrello, cesoie, trincia-rami, tagliaerba, decespugliatore e – se intenzionato a mettersi in proprio – sarà bene che il professionista si procuri il suo kit. Ma è possibile anche che a un giardiniere venga richiesto di saper utilizzare e gestire strumenti più tecnologici come la centralina di un sistema di irrigazione automatico, ed anche in questo caso è importante seguire una formazione specifica.
Biotecnologie ed eco-sostenibilità sono altre due parole chiave che chi approccia questa professione, soprattutto a certi livelli, non può non conoscere. Favorire la presenza di alcuni esseri viventi (alcune specie di insetti, ad esempio) utili allo sviluppo delle piante del giardino (o del parco o del terrazzo di cui ci stiamo occupando), è una parte importantissima di questa professione: ad esempio un giardiniere professionista sa che mettere ad aprile le larve di coccinella sulle piante di rosa, le preserva dagli attacchi di afidi. Questo evita o almeno limita l’utilizzo di agenti chimici per contrastare l’attacco dei parassiti che possono nuocere piante e fiori oltre che aumentare l’inquinamento dell’ambiente. Lo stesso principio vale per la concimazione. Un giardiniere dedito alla salvaguardia dell’ambiente predilige concimi organici, conosce le regole del compostaggio, arricchisce il suolo con elementi naturali che non nuocciono all’ambiente.
Le offerte e le possibilità formative sono numerose. Bisogna destreggiarsi bene, scegliere quella maggiormente adeguata in base alle nostre attitudini e che ci spiana la strada aprendoci una serie di porte che, ci dispiace dirlo, all’estero saranno maggiori. Soprattutto se si decide di specializzarsi nella cura di giardini e spazi verdi seguendo i principi biodinamici ed eco-sostenibili, si avranno maggiori opportunità e sbocchi professionali.
Lavorare come giardiniere: dipendente o partita IVA?
La professione di giardiniere può essere svolta sia per conto di terzi, come lavoro subordinato alle dipendenze di aziende, Enti pubblici, Cooperative del settore addette alla manutenzione di spazi verdi, o anche specializzate in settori come l’irrigazione o le potature. Un giardiniere ben formato potrà però anche scegliere la via della libera professione.
La scelta di seguire una strada o l’altra dipende da molti fattori. La richiesta di addetti agli spazi verdi non manca, soprattutto negli ultimi anni in cui si sta attuando una sorta di presa di coscienza, anche se tardiva, dell’importanza di avere cura dell’ambiente naturale e di salvaguardare – anche in contesti urbani, dove si è assistito in passato a cementificazioni selvagge – gli spazi verdi.
Nel primo caso minori sono gli impegni e le incombenze di tipo burocratico e amministrativo: sarà il datore di lavoro, una volta assunti, a provvedere alle relazioni coi committenti, gestire il piano economico, preventivi di spese, sarà sempre lui a provvedere all’approvvigionamento delle materie prime, e si preoccuperà di fornire il giardiniere alle sue dipendenze di tutti gli strumenti necessari per svolgere nel miglior modo possibile il suo lavoro, compresi soprattutto i dpi, dispositivi di protezione individuale.
Aprire partita IVA come giardiniere
La scena cambia nel caso in cui un giardiniere professionista voglia intraprendere la strada della libera professione.
La prima cosa da sapere è il codice ATECO con cui aprire la partita IVA e si tratta del:
81.30.00 – CURA E MANUTENZIONE DEL PAESAGGIO (INCLUSI PARCHI, GIARDINI E AIUOLE).
L’apertura della partita IVA per questo settore prevede la possibilità di aderire al regime forfettario con un’aliquota del 15% fino ad un tetto di 65.000 euro annui.
In questo caso, oltre le doti e le innumerevoli competenze già individuate occorrerà aggiungere una buona dose di intraprendenza, capacità di promuovere se stesso e buone capacità imprenditoriali.
Innanzitutto un giardiniere libero professionista dovrà provvedere da sé a espletare tutte le pratiche burocratiche e amministrative che sono il lasciapassare per intraprendere la professione: aprire una partita iva all’Agenzia delle entrate, mettersi a norma con le disposizioni di sicurezza sul lavoro con l’INPS e con l’INAIL.
Altra parte da non sottovalutare è l’investimento economico che dovrà sostenere chi vuole lavorare in proprio: l’acquisto di tutte le attrezzature (e non parliamo solo di zappe e rastrelli ma anche di macchinari che hanno costi notevoli come tosaerba, decespugliatori, macchinari necessari per arrivare in cima agli alberi senza sforzo e in sicurezza), delle materie prime, i corsi per l’aggiornamento professionale che in questo settore deve essere continuo e costante, la pubblicità per promuovere se stessi e la propria attività.
A fronte di questo impegno c’è da dire che un lavoratore autonomo avrà la possibilità di gestire il proprio tempo e i propri impegni oltre che la possibilità di contrattare con i clienti e stabilire di volta in volta il prezzo (e quindi il valore del proprio lavoro). La professionalità e la competenza saranno un ottimo biglietto da visita. Farsi un nome nel settore è fondamentale per incrementare le proprie possibilità di crescita professionale e per ripagarsi del capitale investito per avviare la professione.
Lo stipendio di un giardiniere
In media un giardiniere professionista guadagna dai 10 ai 20 euro all’ora. Questo compenso può levitare notevolmente se si è giardinieri specializzati in alcuni campi.
I giardinieri paesaggisti, arboricoltori, vivaisti, progettisti esperti guadagnano molto di più. Come libero professionista, un giardiniere può arrivare a guadagnare dai 2.000 ai 3.000 EUR e anche di più. Gli ambiti lavorativi sono molteplici: dai vivai ai garden center alle cooperative di manutenzione del verde pubblico e imprese specifiche di settore, la figura del giardiniere è molto richiesta.
La media della busta paga di un giardiniere si aggira comunque attorno ai 1.300 euro. Si parte da una base minima, netta, di 900 euro ma – come in tutte le professioni, soprattutto se si agisce da libero professionista – si possono superare i 2.500 euro al mese. Ovviamente paghe inferiori le troviamo per chi è alle prime armi, giardinieri con poca esperienza che vengono di solito denominati apprendisti giardinieri o aiuto giardiniere.
È possibile stilare una classifica passando dall’apprendista giardiniere, all’aiuto giardiniere; di seguito troviamo il giardiniere, lavoratore dipendente di una azienda o cooperativa. Un giardiniere alle dipendenze comunali guadagna leggermente di più (circa 1.460 euro al mese). Più si è specializzati più elevata sarà la retribuzione (1.770 euro al mese). Altri cento euro in più in busta paga li può trovare un capo giardiniere.
Al vertice di questa classifica troviamo quei professionisti del settore che con audacia e intraprendenza hanno deciso di mettersi in proprio – seguendo l’iter di aprire la partita IVA e quindi investendo sulle proprie capacità e professionalità spingendo fino ad ottenere grossi incarichi, bandi di concorso, appalti.
Lavorare sodo e con qualità altissima permette di diventare dei guru della progettazione del verde soprattutto se si avviano proficue collaborazioni con altri professionisti come architetti, urbanisti, ingegneri. La libera professione implica certo dei rischi e prima di giungere a una stabilità economica potrebbe trascorrere del tempo, ma in molti casi “fare impresa” vale la pena – soprattutto se ci si avvale della collaborazione di un buon commercialista e si è in grado di tenere un business plan che aiuta la programmazione di costi e ricavi.
Infine aggiungiamo che più di un giardiniere libero professionista in Italia, guadagna solo un giardiniere libero professionista all’estero. In Svizzera troviamo i salari più alti, e – in generale – in tutti quei paesi dove la cura del verde è tenuta di gran conto.
Anche l’Inghilterra con il culto del verde in ogni casa, offre molte opportunità sia di formazione che di lavoro.
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