Professione Analista del Credito
Quando si parla di impresa, la chiave del successo risiede negli investimenti. Qualsiasi idea di business ha sempre bisogno di un investimento iniziale per essere avviata, e anche nel corso dell’attività imprenditoriale, avere la possibilità di ottenere un budget con cui finanziare i propri processi produttivi in attesa di incassare il dovuto è essenziale.
Tutte le aziende commerciali, industriali o di servizi hanno bisogno di gestire e monitorare i crediti. Si tratta un’attività essenziale per la generare ricchezza in azienda, per quanto in un certo senso antipatica. Bisogna tenere sempre presente che il mancato incasso del credito trasforma tutta l’attività a monte in un’inutile e costoso spreco di energie, oltre che influire negativamente nella gestione dei pagamenti e di conseguenza in tutta la rete di rapporti aziendali.
Nel contesto economico di oggi, dove c’è una sempre maggiore difficoltà di accesso al credito bancario e un continuo aumento del rischio di insolvenza da parte dei clienti, il controllo dei flussi finanziari in entrata può essere anche più importante del controllo dei flussi economici. Per questo la figura dell’analista del credito assume sempre più importanza.
Se un tempo veniva considerato come una sorta di mastino del recupero crediti, oggi l’analista di credito (o credit manager) è una professione nuova che unisce competenze legali, amministrative, commerciali e finanziarie.
Il credit manager è sempre più richiesto dalle imprese italiane: il suo compito è gestire il credito commerciale nelle aziende, stabilendo come, quando e a chi concedere i fidi.
Tabella dei contenuti
Chi è l’analista del credito
L’analista del credito, detto anche credit analyst, è un professionista che ha il compito di valutare il merito creditizio di imprese e privati che chiedono prestiti e di prendere decisioni in merito alle domande di credito dei clienti.
L’analista del credito infatti valuta la solvibilità di persone o società che fanno una domanda di finanziamento, utilizzando una serie di criteri qualitativi e quantitativi, tra cui il livello di rischio (il rischio che la banca o l’istituto di credito non recuperi i fondi prestati). In base all’analisi, valuta la capacità dei clienti di rispettare e onorare gli obblighi finanziari e determina se un prestito o un finanziamento saranno concessi. In caso affermativo, stabilisce i termini del prestito, compreso il tasso di interesse.
L’analista del credito può trovare impiego in banche commerciali e di investimento, società di revisione contabile, istituti di credito, società che si occupano di private equity, agenzie di rating, organismi finanziari, compagnie di assicurazioni, produttori e concessionarie auto e varie altre società che possono offrire servizi di finanziamento.
Cosa fa l’analista del credito
Il lavoro dell’analista del credito consiste principalmente nel raccogliere informazioni sulla situazione finanziaria del cliente e fare indagini sulla sua storia creditizia, al fine di stabilire come, quando e a chi concedere credito.
Alcune delle tipiche responsabilità dell’analista del credito sono:
- Raccogliere informazioni sui clienti e fare indagini creditizie
- Leggere e analizzare bilanci e briefing finanziari, effettuare la riclassificazione di bilancio
- Misurare il rischio di credito tramite modelli statistici (credit risk analysis)
- Valutare il merito di credito e le garanzie correlate
- Gestire l’istruttoria delle pratiche creditizie e inviarle ai superiori per l’approvazione
- Monitorare il merito creditizio delle singole controparti
- Effettuare analisi dei piani di rientro
- Preparare e aggiornare report sulla situazione finanziaria dei debitor i
Nel caso in cui il cliente sia un’azienda, l’analista effettua l’analisi di bilancio e studia la documentazione contabile aziendale in modo approfondito, verifica relazioni annuali, rendiconti finanziari e altri dati di mercato per la valutazione del rischio e per l’assegnazione del rating del credito. Analizza la richiesta di prestito e valuta le garanzie a copertura del finanziamento o del rifinanziamento, utilizzando gli strumenti dell’analisi finanziaria: dati di bilancio e flussi monetari, budget di tesoreria, rapporto dei KPI. Effettua proiezioni di scenari macroeconomici tramite modelling e forecasting.
In base ai risultati ottenuti, l’analista del credito determina il tipo di finanziamento più adatto, l’ammontare del credito da erogare e le condizioni di rimborso del prestito, in accordo con le policy di credito aziendali. Predispone un documento di approvazione del credito (parziale o integrale) o di rifiuto, con l’eventuale richiesta di garanzie supplementari.
Il compito dell’analista di credito è quindi quello di valutare l’affidabilità bancaria e la solvibilità economica di un nuovo potenziale cliente, prima di concedere un prestito, determinando se vi sia un adeguato margine di sicurezza.
Nel caso invece di fidi e prestiti già erogati, l’analista di credito determina se c’è un peggioramento del merito creditizio o se c’è un rischio di insolvenza, distinguendo i crediti perduti da quelli recuperabili.
Il lavoro dell’analista del credito normalmente serve a supportare l’area commerciale della banca o dell’istituto di credito per cui lavora. Parte del suo lavoro consiste nel rapportarsi in maniera continuativa con i colleghi che svolgono attività di consulenza alla clientela (business o privata): gestisce le loro richieste di fidi e prestiti e formula proposte di credito in linea con i risultati dell’analisi creditizia. I rapporti e le raccomandazioni preparati dagli analisti di credito devono poi essere approvati dal responsabile crediti (credit manager), cui spetta prendere decisioni in merito alla concessione dei prestiti.
Il lavoro dell’analista del credito implica un alto livello di responsabilità, perché i prestiti erogati possono essere di importo anche molto elevato. Così come può essere particolarmente elevato il rischio che la banca non recuperi le somme prestate: è infatti preciso compito dell’analista mantenere le esposizioni creditizie della società entro limiti di rischio stabiliti.
Nel caso in cui lavori invece all’interno di un’azienda, l’analista finanziario d’impresa, o financial analyst, fornisce la propria valutazione su ogni decisione di carattere finanziario, che riguarda l’azienda per cui lavora.
In questo contesto le sue attività possono essere così schematizzate:
- Controllo della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda, fra cui l’impiego della liquidità.
- Raccolta delle informazioni sul bilancio aziendale e stima dei valori mobiliari (azioni e altri titoli).
- Cura dei rapporti con gli istituti di credito.
- Scelta dell’asset allocation (composizione del portafoglio di valori mobiliari) e del timing (tempistica di entrata e di uscita dai mercati), in caso di aziende dotate di particolare liquidità.
Queste mansioni danno origine ad una serie di attività che l’analista finanziario è chiamato a svolgere nel lavoro di tutti i giorni, nello specifico:
- Dare consigli ai clienti sulle strategie di investimento.
- Analizzare e interpretare i dati finanziari.
- Studiare i rendiconti finanziari del cliente per determinarne il valore.
- Fare una pianificazione, un calcolo e una revisione del budget.
- Impostare contratti di acquisto e di vendita.
- Preparare e presentare rapporti finanziari ed economici.
L’attività dell’analista è svolta perlopiù sotto forma di lavoro dipendente, ma esistono spazi per esercitare la libera professione, in qualità di consulente finanziario al servizio delle imprese, sia pubbliche che private.
Un requisito fondamentale del credit analyst è la garanzia del rispetto della politica di rischio e delle credit policies aziendali, in conformità alle procedure in vigore, nel momento in cui va ad analizzare e valutare le domande di finanziamento,.
Normalmente può fare affidamento su gruppo di collaboratori che, nell’arco della giornata, hanno il compito di tenere sotto controllo l’andamento di una o più aziende sul mercato, in maniera da poter essere a propria volta in grado di formulare le relative proposte di investimento. Di conseguenza i suoi orari di lavoro possono essere molto flessibili.
Come diventare analista del credito
È necessario seguire un particolare percorso formativo per poter diventare analista finanziario. I titoli di studio preferibili sono la laurea in Economia e Commercio e una specializzazione in analisi finanziaria.
Perché? La laurea in Economia e Commercio abbraccia numerose materie: dalla matematica al diritto, dall’economia alla storia, fino alla statistica; tutte aree, queste, in cui l’analista finanziario deve sapersi destreggiare con relativa dinamicità. Sono infatti essenziali conoscenze di economia, matematica, statistica, finanza, contabilità, normativa bancaria. Tra i requisiti figurano anche competenze nell’utilizzo del computer, necessarie per utilizzare programmi matematici e statistici per la misurazione del rischio e l’elaborazione di report finanziari.
Per diventare analista finanziario oltre alla preparazione universitaria, si richiede una formazione post laurea, attraverso un Master, un’esperienza di lavoro all’interno di società di intermediazione finanziaria o di gestione del risparmio oppure di trading a livello internazionale.
È spesso richiesta anche la partecipazione a corsi di aggiornamento, ad esempio sull’andamento dei prodotti e dei mercati sia in Italia che all’estero: i più attendibili sono organizzati dall’AIAF (Associazione Italiana Analisti Finanziari). Il ruolo dell’analista finanziario è estremamente importante e delicato, tanto che questa Associazione ha inserito sul suo sito web un Codice di Condotta per i Consulenti.
In generale, gli analisti del credito devono essere buoni decision makers e unire a doti analitiche e familiarità con i numeri un’ottima capacità di gestione del tempo e di lavorare efficacemente sotto pressione, per rispettare le scadenze fissate.
Sono necessarie una buona conoscenza del settore finanziario, così come esperienza nell’attività di analisi creditizia, che può essere acquisita attraverso il lavoro presso banche, società finanziarie, società di leasing o studi di consulenza commerciale. Queste competenze sono necessarie per svolgere l’analisi del credito in modo affidabile, e per riuscire a prevedere l’evoluzione della situazione economico-finanziaria nel breve, medio e lungo periodo.
Per poter svolgere funzioni di analista finanziario bisogna conoscere gli adempimenti di natura fiscale e societaria, aggiornandosi costantemente sulla legislazione fiscale, tributaria e doganale per essere sicuri di rispettarla.
Negli ultimi anni, dal memento che si sono imposte sulla scena transazioni in tempo reale sui mercati mobiliari di tutto il mondo, l’analista finanziario deve essere in possesso di una solida conoscenza dei sistemi informatici e telematici di trasmissione dati e di compravendita on line, nonché un livello di conoscenza ottimale della lingua inglese, che non dovrebbe attestarsi al di sotto del B2.
Devi avere la capacità di esaminare bilanci e andamenti finanziari, titoli, rendimenti e struttura dell’azienda, al fine di poter indirizzarne l’attività verso le migliori opportunità di investimento possibili. Per questo bisogna essere in grado di sintetizzare e filtrare numerose informazioni di varia natura.
Ovviamente, alla base di tutto questo, la qualità di base è la capacità di studio e di approfondimento.
Non tralasciamo le soft skills: di sicuro il financial analyst deve poter vantare capacità relazionali, unite a una buona resistenza allo stress, capacità di problem solving. Ultimo, ma non per importanza, il dono della sintesi, importantissimo quando si tratta di trarre interpretazioni esaustive sulla specifica situazione aziendale in base ai numerosi dati raccolti.
Le competenze che deve possedere l’analista del credito sono quindi riassumibili così:
- Capacità di analisi finanziaria e di bilancio
- Conoscenza dei principi e degli strumenti di valutazione del credito
- Capacità di utilizzo dei principali strumenti informatici
- Approccio analitico
- Doti organizzative
- Precisione e accuratezza
- Problem solving
- Attitudine a lavorare in team
Carriera e stipendio dell’analista del credito
Lavorare come analista del credito significa confrontarsi quotidianamente con i bilanci e con il fabbisogno finanziario di aziende e privati: situazioni complesse da analizzare e valutare con competenza tecnica, precisione e grande senso di responsabilità, in considerazione delle somme di denaro anche notevoli che vengono affidate e del relativo rischio di credito.
Le possibilità di carriera sono molteplici: in banca, in società finanziare, o nella consulenza. Si parla di lavorare in un settore, quello finanziario, con i salari tra i più competitivi sul mercato, anche per le posizioni di ingresso.
Il lavoro dell’analista finanziario si svolge per soggetti spesso legati al mercato mobiliare, come società finanziarie, società che gestiscono fondi di investimento, banche, società assicurative e fiduciarie, oppure agenti di cambio.
In tempi recenti, dopo l’avvento del trading on line, l’analista finanziario ha visto aumentare le proprie possibilità di impiego. Chi esercita questa professione infatti non si trova molto facilmente, ed è spesso conteso dalle aziende con bonus ed incentivi. Questo avviene in particolar modo nell’Italia settentrionale, dove questa figura è già abbastanza apprezzata e integrata nel sistema economico.
Gli sviluppi di carriera dipendono dalle aziende in cui l’analista finanziario è inserito e dalle capacità del singolo individuo. In genere la prima qualifica che si ha quando si inizia a lavorare in un’azienda come analista è quella di collaboratore generico. In seguito si può ottenere la qualifica di analista finanziario junior, per poi diventare analista finanziario senior, fino ad arrivare all’analista-manager. Se si è fatta una lunga gavetta presso le grandi organizzazioni finanziarie, si può anche prendere in considerazione la possibilità di lavorare autonomamente.
II percorso di carriera dell’analista del credito si può sviluppare in molti modi diversi: si possono frequentare corsi di specializzazione in Credit Management, oppure in altre aree ad elevata competenza specialistica, ad esempio il Project Financing. Ma un analista del credito può anche puntare sulle proprie competenze manageriali, sfruttandole per diventare funzionario dell’area fidi e prestiti di banche o società finanziarie (come responsabile crediti).
Un’altra possibilità è l’acquisizione di competenze commerciali e consulenziali, per diventare ad esempio consulente del credito, un professionista in grado di consigliare ai clienti (imprese o privati) la soluzione commerciale e tecnica più idonea a seconda delle esigenze di finanziamento.
Sempre rimanendo nel settore finanziario, un analista del credito può anche intraprendere una carriera nel recupero crediti, andando a ricoprire ruoli di responsabilità in società di gestione e recupero del credito.
Nel medio termine è prevedibile una richiesta elevata di analisti finanziari, a patto che siano sempre più specializzati, si mantengano aggiornati e investano tempo e risorse in corsi e visite di lavoro all’estero.
Le figure professionali più vicine a quella dell’analista finanziario d’impresa sono i funzionari delle SIM e delle SGR, specialisti delle scienze gestionali, finanziarie, economiche e commerciali.
L’ostacolo maggiore che può incontrare un neolaureato che si approccia al alla professione di financial analyst, in qualità di analista o analista finanziario junior, è quello di trovarsi a ricoprire posizioni con contratti a termine con uno stipendio difficilmente supera i 1,000 euro al mese. A questi però si aggiungonole spese per il carburante e i buoni pasto, dovuti per legge.
Tuttavia questa gavetta deve essere vista come un trampolino di lancio verso una carriera di successo, soprattutto se non si possiede una preparazione specifica, come quella che può dare un Master.
Stipendio di un analista finanziario
Lo stipendio di un analista assunto con contratto a tempo indeterminato può partire da una base di 30.000 EUR lordi annui fino a raggiungere livelli più alti se si lavora in grandi aziende, tenendo presente che le retribuzioni vengono integrate da compensi supplementari, incentivi economici e gratifiche. In Italia, lo stipendio medio per questa figura professionale si attesta sui 40.000 EUR lordi annui, circa 2.000 EUR netti al mese, con dei bonus che possono aggirarsi attorno ai 2.400 EUR l’anno, e può arrivare a toccare punte superiori ai 60.000 EUR lordi annui.
Diversi fattori possono contribuire ad alzare l’asticella della remunerazione del financial analyst:
- Esperienza: una maggiore esperienza generalmente equivale a maggiori competenze e di conseguenza a uno stipendio più alto.
- Conoscenza delle lingue: è più avvantaggiata una figura che riesce a destreggiarsi agevolmente tra più lingue, quindi non solo l’inglese, ma eventualmente il tedesco, il francese e lo spagnolo.
- Mobilità: se si è disposti a spostarsi e a fare trasferte molto spesso si fa maggiore carriera rispetto a coloro che preferiscono restare nella propria città, e la retribuzione è sicuramente più alta.
- Specializzazione: se si riesce a specializzarsi come analista finanziario in un settore ben preciso, si è molto più appetibili per il mercato rispetto ad un analista finanziario generalista.
Nel caso in cui l’analista finanziario lavori come libero professionista per conto di una SIM (Società di Intermediazione Mobiliare) o di una SGR (Società di Gestione del Risparmio), il suo reddito possibile è oggetto di negoziazioni personali, in relazione al successo ottenuto in precedenti situazioni lavorative, che devono essere necessariamente supportate da una lunga esperienza presso grandi organizzazioni finanziarie internazionali.
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