Web Analytics Manager: chi è, cosa fa, quanto guadagna
La creazione di buoni contenuti promozionali online non può prescindere da un’analisi scientifica e misurabile dei risultati in termini di visualizzazioni, link, commenti, click e conversioni da lettore/utente a cliente. A dedicarsi a queste analisi, in azienda c’è il Web Analytics manager: attraverso l’uso di alcuni strumenti specifici forniti da piattaforme e siti verificare una lunga serie di dati numerici che “diagnosticano” le condizioni di salute del sito, del blog o dei profili social, e dunque della strategia di marketing improntata.
In questa guida parleremo delle mansioni del Web Analytics manager, di cosa si occupa quotidianamente, di quali realtà lo vedono maggiormente protagonista e di quali sono le possibilità di carriera e guadagno a lungo termine. Considerando che il mercato si sta spostando progressivamente sempre di più su strumenti digitali, riteniamo plausibile che la sua figura sarà via via più ricercata da molti tipi di aziende. Per questo, conoscere più nel dettaglio questa professione potrebbe essere davvero d’aiuto a chi si affaccerà nel prossimo futuro al mondo del lavoro.
Tabella dei contenuti
Chi è il Web Analytics manager
Il Web Analytics manager si dedica a monitorare i dati proveniente dai siti, blog e dai profili social gestiti a nome dell’azienda per cui lavora. Nell’analisi si occupa di:
- Identificare gli argomenti di ricerca più popolari tra la fascia di target analizzata, per commissionare articoli e post che incontrino le esigenze del pubblico
- Analizzare le parole chiave più utili per creare contenuti digitali con un forte appeal sui potenziali clienti
- Analizzare i dati provenienti dal posizionamento del sito o del blog sui motori di ricerca
- Analizzare i dati relativi alle interazioni degli utenti con i profili social dell’azienda
- Analisi dei KPI, cioè degli indicatori di “salute” dell’azienda, le valutazioni che permettono di correggere il tiro in merito alla strategia produttiva e comunicativa
- Report dell’esito delle analisi al team di comunicazione e marketing, perché possa essere sviluppata una strategia più efficiente, che copre i vuoti individuati e potenzia le qualità positive già improntate
Quella del Web Analytics manager è una professione con una forte pertinenza analitica, tecnica e numerica, più che creativa (mansione al quale si dedica maggiormente il Content manager). Dunque, più rispondenti a queste necessità specifiche sono persone curiose e proattive, ma con un grande entusiasmo per le analisi matematiche e per l’elaborazione di report che trasformino quei dati in suggerimenti pratici.
I collaboratori
Il Web Analytics manager può lavorare sia da solo -magari in una piccola realtà con una strategia di marketing limitata- oppure supervisionare un team che analizza sotto suo incarico certi dati specifici.
Parallelamente a questa mansione fondamentale, questo tipo di manager sarà in continuo contatto con il team creativo del marketing: dall’esito delle sue analisi verrà infatti stabilita la nuova strategia di comunicazione, con le opportune correzioni.
Come diventare Web Analytics manager
Il percorso di formazione per un Web Analytics manager è purtroppo molto vago: considerando che è una professione nata negli ultimissimi anni, molte università non si sono ancora aggiornate in tal senso e non offrono corsi specifici per questa mansione.
Decisamente più utili sono i corsi privati, che con l’iscrizione ad una scuola forniscono i primi strumenti utili per le analisi dei dati proveniente dalle analisi statistiche dei siti Web e dei social network.
Quello da cui non può per nessun motivo prescindere questo professionista è l’esperienza pratica sul campo. Sono possibili entrambe le vie: appassionarsi di web marketing e poi passare al settore tecnico, o partire dal reparto analisi e interessarsi anche di web marketing. Una formazione di livello passerà imprescindibilmente dal bilanciamento di queste due forze.
Le competenze Web Analytics manager
Passiamo ora ad analizzare le competenze specifiche che un Web Analytics manager deve avere per reputarsi un professionista completo.
Ovviamente, la formazione tecnica prevede l’apprendimento dell’uso dei tool forniti da siti e piattaforme per l’analisi dei dati. La più popolare è inevitabilmente Google Analytics: uno sterminato parco giochi di dati, grafici, numeri e statistiche attraverso cui districarsi e da cui partire per sviluppare una strategia.
Ogni sito e social network ha poi i propri strumenti di analisi delle interazioni: Facebook, Instagram, Twitter, e così via. Sarà necessario per il Web Analytics manager imparare ad usare questi tool a seconda delle piattaforme scelte per la strategia.
La più importante: convertire i dati in strategie
Come abbiamo detto, il lavoro del Web Analytics manager pertiene soprattutto l’analisi numerica, statistica e matematica di grandi quantità di dati.
A meno che il cliente non abbia una formazione o una passione simile, è improbabile che sia in grado di vedere un grafico e di interpretarlo in modo corretto al punto da sviluppare una strategia di successo. Quindi, la più fondamentale competenza per un Web Analytics manager è la capacità di trasformare dati nudi, freddi e statici in un report comprensibile e strumentale, utile al proprio cliente al momento della creazione di una strategia o della revisione del piano già improntato.
In quali realtà lavora
Ogni azienda che sia posizionata online ha bisogno di conoscere i dati delle interazioni degli utenti con il sito, il blog o i post sui social network. Dunque il professionista dell’analisi dei data avrà di fronte una vasta serie di tematiche e attività in cui può essere d’aiuto.
Ovviamente, se deciderà di lavorare da freelancer è probabile che debba confrontarsi con esigenze e tematiche molto differenti, acquisendo una buona versatilità di campo.
Le possibilità di carriera e i guadagni
La proposta di compenso per un Web Analytics manager è davvero molto variegata, e dipende anzitutto da:
- anni di esperienza maturata
- competenza e conoscenza dei singoli tool
- ampiezza dell’azienda per cui lavorerà
- posizione da dipendente o da freelancer
- pertinenza con mercati nazionali o internazionali
Generalmente, il salario per questa mansione si aggira tra i 30 mila euro l’anno (per i junior, con 0-3 anni di esperienza) e i 70 mila euro l’anno (per i senior, con non meno di 15 anni di esperienza).
I Big Data sono il futuro della professione?
Molto spesso si parla di Big Data con poca cognizione di causa. La materia è vastissima ed è molto difficile da riassumere, ma cercheremo di farlo perché è molto probabile che le richieste delle aziende nei confronti dei Web Analytics manager si sposteranno proprio in questa direzione.
I Big Data sono l’enorme traffico di ogni tipo di dato informatico presente in rete, ma analizzati da algoritmi specifici che convertono moli inimmaginabili di calcoli in informazioni con pochissime risorse computazionali.
Con risorse sempre minori è possibile -e lo sarà sempre più- analizzare gli sterminati flussi di informazioni provenienti da transazioni bancarie, ogni tipo di social network e sito, telefoni cellulari, tecnologie domotiche e di urbanistica 2.0 fino ad arrivare a pattern ricorrenti, che possono minimizzare il dispendio di tempo ed energie.
Un esempio pratico di questi pattern sono i video suggeriti da Youtube o Netflix: sapendo cosa abbiamo guardato e apprezzato in precedenza, il sito capisce quali contenuti offrirci per farci rimanere sulla piattaforma.
Virtualmente però, algoritmi sempre più raffinati possono essere usati in qualsiasi ambito: la previsione delle malattie genetiche, i luoghi della città dove è più probabile che si verifichino crimini (per dispiegare le forze di polizia in modo razionale), gli andamenti di mercato.
Il Web Analytics manager che studia con perizia il funzionamento dei Big Data ha inevitabilmente un vantaggio per il proprio mestiere, perché potrà mettere in comunicazione e relazione sempre più informazioni a vantaggio dell’azienda per cui lavora.
Studiare i Big Data è materia davvero complessa e che richiede un continuo aggiornamento, veloce quanto è veloce la tecnologia che li genera e li analizza. Stiamo parlando, ad oggi, di 1021 byte: una cifra per cui è stato necessario coniare il termine “Zettabyte”, e che costituisce una mole di calcoli che il cervello umano non può in nessun modo comprendere se non in modo astratto e teorico.
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