Decluttering: l’arte di mettere in ordine la casa e l’ufficio
Decluttering dall’inglese to declutter, è un’operazione finalizzata a eliminare gli oggetti superflui e non necessari così da rendere il luogo – una stanza, lo studio, l’ufficio o l’intera casa, più confortevole, funzionale e piacevole.
Non esiste una traduzione in italiano per il verbo. Declutterare, infatti, è uno dei tanti adattamenti che, per ora, non è presente nei nostri dizionari.
Come vedremo in questo articolo fare decluttering, tuttavia è molto più che riordinare gli ambienti. È una pratica che, se eseguita nel modo giusto, permette di migliorare il proprio benessere mentale ed emotivo.
A quanto si evince, infatti, il disordine influisce negativamente sui livelli di stress e angoscia. Non è un caso che sempre più spazio trovano tendenze quali: il minimalismo, il celebre metodo per riordinare le cose di Marie Kondo e le donne, sicuramente avranno sentito e applicato il decluttering make up – gettare via e fare ordine cioè tra tutti i prodotti di cosmetica.
Tabella dei contenuti
Decluttering cosa significa
Decluttering per gli inglesi significa: liberarsi delle cose non necessarie o indesiderate. Può essere tradotto con: riorganizzare, riordinare, ripulire, sgombrare, smaltire ma, come evidenziato nell’introduzione, non esiste una traduzione letterale del verbo to declutter in italiano.
Declutter deriva dall’aggiunta del prefisso -de al verbo clutter. Il verbo è tuttosommato recente anche per gli inglesi, essendo stato registrato intorno la metà del Novecento.
Celebre in tal senso la citazione di Albert Einstein che in parte introduce l’argomento principale trattato in questo approfondimento: “Out of clutter, find simplicity.” “Fuori dal disordine, trova la semplicità”.
Perché fare decluttering
Fare decluttering in casa o in ufficio, ha un effetto benefico. In un certo senso l’ordine esterno aiuta a fare ordine anche a livello interiore.
È un’operazione particolarmente indicata quando ci si sente stressati o giu di morale. Dal marzo 2020 ormai molti lavoratori hanno sperimentato lo smart working, e molto probabilmente hanno notato un aumento del disordine in casa, dato che ora, tale luogo è diventato altresì un ufficio. Ebbene, si scopre che mettere in ordine il tutto ha effetti benefici sul morale e anche sulla produttività.
Sono numerosi gli studi e le ricerche sul tema. Ad esempio in: “For better or worse? Coregulation of couples’ cortisol levels and mood states” si dimostrano effettive riduzioni dei livelli di stress quando gli oggetti superflui vengono rimossi dal proprio campo visivo. Le persone beneficiano inoltre di maggiore stabilità emotiva e senso di relax.
Altri studi, concordano sul fatto che la nostra mente riesca a recepire meglio le informazioni se lo spazio intorno è organizzato e pulito. Un ambiente ordinato, in altri termini, è benefico per l’uomo, il quale ha bisogno di essere circondato da un ambiente che trasmetta calma e stabilità.
Fare decluttering: effetti a medio lungo termine
Fare del decluttering una routine porta benefici oltre che nel breve termine anche nel medio lungo termine. L’operazione rientra tra le pratiche per organizzare il lavoro e gli ambienti in generale. I vantaggi sono tangibili. Ad esempio, ordinando ogni oggetto e gli abiti (chiavi, borsa, cappotto) sempre nello stesso posto, aumenta il senso di controllo e padronanza delle cose. Per alcuni sono semplici operazioni ma per altri, impegnarsi nel decluttering può voler dire cambiare radicalmente la propria vita.
Mantenere il suddetto impegno nel tempo porta a importanti benefici: meno rischio di burn-out, maggiori capacità di pianificare il lavoro, si è meno inclini a procrastinare.
In definitiva vivere in un ambiente pulito e organizzato, soprattutto per i lavoratori da casa, porta esclusivamente benefici e vantaggi.
Relazione tra lavoro decluttering, pulizia, produttività e benessere
Ebbene, il decluttering può essere definito come un qualcosa in più rispetto al “semplice” mettere in ordine proprio perché arreca un benessere comprovato anche dalla scienza.
I benefici sotto il profilo emotivo sono molteplici. Ad esempio, un recente studio sul decluttering dimostra che vivere in luoghi disordinati porta sia a scarsa produttività che alla procrastinazione cronica.
Spesso siamo restii ad intraprendere il decluttering non solo perché l’operazione comporta un certo dispendio di tempo ed energia ma anche perché inconsciamente tendiamo ad affezionarci ad alcuni oggetti materiali anche se questi non hanno un’effettiva funzione in termini utilitaristici.
Ulteriori studi evidenziano che il disordine può essere causa di malessere in quanto l’essere umano tende a sentirsi meno in controllo dello spazio circostante. Un eccessivo disordine può portare ansia, malumore e depressione.
Bisogna considerare inoltre che il decluttering può altresì rendere i luoghi di lavoro e abitativi più sicuri. Eliminare gli ostacoli in un corridoio o in una stanza, rimuovere i fili che possono essere d’intralcio per il passaggio, possono ridurre gli incidenti sul lavoro o in casa, che, come noto, ogni anno portano ad infortuni anche seri alle persone.
In ultimo, da non sottovalutare il vantaggio riscontrabile in chi si dedica al decluttering: la pulizia. Vivere in una casa o recarsi in un luogo di lavoro pulito, migliora l’umore e la salute.
Un ambiente curato infatti aumenta la percezione di essere in pieno controllo degli eventi, non è un caso che molte persone quando particolarmente tese o nervose si dedicano alla pulizia proprio nel tentativo di controllare uno stato emotivo spiacevole.
Come fare decluttering
In molti trascorrono in casa tante ore, soprattutto i lavoratori in smart work. Se da un lato è importante disporre di tutti gli strumenti necessari per lavorare al meglio, dall’altro mantenere le zone pulite e ordinate è allo stesso modo importante.
Vediamo quindi come fare decluttering riportando alcuni utili consigli e suggerimenti o rimanendo in tema di inglesismi, vediamo alcuni decluttering tips.
Partire da zero
Per un decluttering a regola d’arte bisogna partire da zero. Una volta individuata la stanza da rimettere in ordine, bisogna partire svuotandola completamente.
Molto probabilmente la stanza conterrà non solo molta sporcizia annidata negli angoli più remoti, ma anche tanti oggetti superflui da buttare nel cestino.
Dopo una pulizia approfondita dunque l’ideale è gettare tutto ciò che non serve e aprire la finestra. In questo modo la stanza, ora sgombra, ha una luce diversa e può essere sistemata piacimento.
Partire in piccolo
Fare il passo più lungo della gamba potrebbe portare all’insuccesso. Coloro che si stanno chiedendo: “Ma il decluttering come si fa?” Ebbene sappiano che iniziare con un piccolo obiettivo aiuta.
Ad esempio, si può partire dalla scrivania, cercando di renderla un luogo più organizzato e adatto al lavoro. Successivamente si può passare allo studio e man mano che si prende gusto con il decluttering si può passare ad ambienti più grandi: risistemare il garage, il giardino e così via.
Dare un senso
Come anticipato il dectutterare include la capacità di rendere ogni luogo funzionale. Non a caso l’operazione ha alcuni punti in comune con lo stile minimalista e con le teorie di Marie Kondo.
Ebbene in tal senso bisogna riuscire a osservare la stanza con occhi diversi, chiedendosi il ruolo e la funzione di ogni oggetto presente. Se un oggetto o un arredo non ha un ruolo è bene rimuoverlo, lasciando solo ciò che può essere funzionale per il proprio lavoro o tempo libero.
Consapevolezza
Strettamente collegato al punto precedente. Nel riordinare la stanza è bene posizionare ogni elemento con criterio e consapevolezza. Bisogna, in altre parole, cercare di tenere a portata di mano gli oggetti e gli utensili utilizzati quotidianamente, mentre tutto ciò utilizzato ogni tanto può essere tranquillamente nascosto o gettato.
Regolarità
Quando fare decluttering? In molti rimarranno delusi, ma l’operazione non è pensabile eseguirla una sola volta nella vita.
Ad intervalli regolari, ad esempio con l’inizio di una nuova stagione – primavera, estate, autunno o inverno, si possono dedicare alcune ore al decluttering.
L’importante è essere regolari, il disordine infatti tenderà a prendere il sopravvento se non si interviene.
Misurare il tempo
Il consiglio è di dedicare il giusto tempo alle operazioni di decluttering. L’ideale sarebbe impostare un timer e svolgere le pulizie e il riordino impiegando circa un’ora, un’ora e mezza.
L’attività dev’essere intesa come un momento di piacere utile per schiarire anche le idee e abbassare i livelli di stress, non diventare un’operazione svolta controvoglia.
Coinvolgere gli inquilini o i colleghi
Qualora si riuscisse a trasmettere anche agli altri abitanti della casa o ai colleghi di lavoro l’abitudine si possono beneficiare di diversi vantaggi.
Fare il decluttering in compagnia è più piacevole e inoltre risulta più semplice mantenere gli ambienti in ordine e funzionali.
Decluttering e lavoro: consigli pratici
La pratica del decluttering trova applicazione principalmente in due contesti: a casa e sul luogo di lavoro. Talvolta i due ambienti coincidono, ma in generale, i titolari di attività o coloro che stanno pensando di mettersi in proprio, possono acquisire alcune competenze in decluttering non solo utili a sé stessi ma anche da promuovere ai propri dipendenti.
Mantenere gli ambienti in ordine e puliti come visto fin ora porta vantaggi sia perché riduce i livelli di stress e il temuto burn out, sia può portare un aumento della produttività un tema quest’ultimo sempre presente nella mente dei titolari d’azienda.
Tra le pratiche che possono essere promosse si annovera:
Identificare le priorità
Come vedremo nel prossimo paragrafo, decluttering vuol dire anche saper riconoscere l’utilità o meno di un oggetto.
Lo spazio di lavoro dovrebbe presentare solo oggetti effettivamente utilizzati. Tutto il resto dovrebbe trovare posizione nella spazzatura o al limite essere riposto nel cassetto.
Spazi dedicati
Può capitare di entrare in studi e uffici caotici che già a prima vista sembrano mal organizzati. Riservare spazi riservati e dedicati è sicuramente un buon modo di procedere.
Ad esempio: la sala riunioni dovrebbe essere dedicata ai soli incontri tra il personale o con clienti e fornitori e l’area relax dovrebbe essere ben distante e isolata dalle zone lavoro.
Dispositivi in ordine
Fare il decluttering non si limita a riordinare gli oggetti fisici ma significa altresì mantenere l’hard disk del computer pulito. Inoltre, il desktop dovrebbe mostrare solo le cartelle e i programmi utilizzati quotidianamente, ma anche la casella e-mail dovrebbe essere in ordine così da avere i contatti rapidamente a disposizione.
Tutti i lavori in digitale andrebbero salvati e contenere la data dell’ultima modifica. Meno tempo si impiega a recuperare i file maggiore risulta la produttività.
Solo cartaceo essenziale
Visivamente tutto il materiale cartaceo e la cancelleria contribuiscono enormemente a dare la sensazione che la postazione di lavoro sia in disordine.
Si produce ancora troppa carta, più del necessario. Oltre che limitarne l’uso al solo necessario è bene non permettere che documenti d’ogni tipo invadano la scrivania.
Educare
Organizzare una riunione dedicata, evidenziando l’importanza di mantenere i luoghi di lavoro puliti e ordinati può solo che portare benefici alla nuova azienda.
In particolare, quando arrivano nuovi lavoratori è bene includere nei percorsi di formazione anche questo aspetto così da insegnare loro la filosofia aziendale sul tema.
Conoscere i limiti
L’organizzazione del proprio lavoro e dell’intera azienda può sempre essere migliorata. Per raggiungere tale obiettivo è necessario individuare i punti di debolezza della propria attività dal punto di vista organizzativo e lavorare per superarsi.
Non essere perfezionisti
Le personalità perfezioniste potrebbero avere problemi con il decluttering iniziando a trovare imperfezioni ovunque.
È importante in tal senso saper mediare. Da un lato il lavoratore perfezionista va incoraggiato, dall’altro però è bene evidenziare che la perfezione non esiste e per quanto ci si possa sforzare ci saranno sempre aspetti da migliorare.
Pianificare l’attività
Infine, così come per il proprio appartamento, anche all’interno delle aziende o dei negozi, è indicato decidere quando fare decluttering e cercare di rispettare l’impegno.
Se da un lato ogni giorno il lavoratore è bene rimetta a posto la propria scrivania, si può pensare ad un lavoro più approfondito una volta al mese o una volta ogni due mesi.
Il momento può rappresentare altresì un’occasione per migliorare i rapporti con i colleghi stimolando così la socialità.
Decluttering: Marie Kondo
Tra i maggiori esponenti del decluttering vi è la consulente organizzativa, autrice e conduttrice televisiva Marie Kondo.
Kondo, di origini giapponesi, è celebre in tutto il mondo grazie soprattutto ai libri da lei pubblicati sul tema dell’organizzazione. In particolare: The Life-Changing Magic of Tidying Up è stato un vero best seller, tradotto in tutte le principali lingue.
L’autrice, conduttrice e consulente ha elaborato un metodo per organizzare al meglio i propri averi, un metodo ispirato dalla religione shintoista, riproposto anche in una serie Tv Netflix dal titolo: Tyding Up with Marie Kondo, che mostra la consulente recarsi nelle case delle famiglie americane per riordinarle.
Il Giappone si rileva, ancora una volta, pioniere, come nell’Ikigai, nella ricerca della felicità mediante le piccole cose.
Grazie a Marie Kondo il decluttering è divenuto una pratica ancor più conosciuta, studiata e apprezzata.
Si tratta oggi di un metodo utilizzato per la ricerca della felicità e della produttività.
L’autrice nel rispondere a “Come fare decluttering” consiglia di usare la saggezza, organizzando senza fretta il proprio spazio.
Secondo Kondo, siamo circondati da troppe cose inutili di cui non abbiamo bisogno e che ancor peggio non desideriamo neanche possedere. Sbarazzarsi del superfluo, assicura l’autrice, è più semplice di quanto sembra.
Metodo Marie Kondo
Nello specifico il metodo Marie Kondo parte dal presupposto che nel fare decluttering bisogna in primo luogo decidere se un oggetto è utile. Se sì bisogna decidere dove metterlo, se non è utile basta semplicemente disfarsene.
Secondo Kondo un ambiente riflette la propria mente. Uno studio o una casa disordinata significa quindi anche una mente disordinata.
Il metodo, inoltre, suggerisce di riordinare non pensando ad un ambiente alla volta, quanto più cercando di riordinare una serie di oggetti alla volta. Ad esempio, invece di fare decluttering in una stanza in particolare, sarebbe più corretto, ordinare tutti i libri, tutti i vestiti o tutte le scarpe.
Tra gli altri aspetti rilevanti, vi è il metodo di riordino. Kondo individua due tipologie: il riordino di tutti i giorni, che consiste nel rimettere sistematicamente al proprio posto ogni oggetto utilizzato e il riordino straordinario un’operazione da compiere prima di un evento speciale.
Un ultimo aspetto rilevante consiste nel saper decidere con criterio quali oggetti scartare e quali altri invece sistemare.
In primo luogo, suggerisce l’autrice, tutto ciò che smette di svolgere le operazioni per le quali è stato realizzato andrebbe gettato via.
Si pensi ad una sedia rotta, ad un vestito troppo largo o troppo stretto. Fin quando vi è un’ovvia ragione è tutto abbastanza facile. Le cose di complicano quando non si riesce a trovare le giuste motivazioni.
Secondo gli esperti un buon modo di procedere consiste nel disfarsi di tutto ciò che non si è utilizzato da più di un anno. Se proprio non si riesce a decidere allora si può passare oltre ripromettendosi però di prendere una decisione entro sei mesi.
E infine se ancora si hanno dubbi su un oggetto, bisogna ascoltare il cuore. Se prendendo in mano o osservando un oggetto, questo è in grado di suscitare delle emozioni, allora forse è il caso di tenerlo. Diversamente è probabilmente arrivato il momento di disfarsene.
In conclusione, il decluttering diviene grazie a Marie Kondo una vera e propria arte che fonda le sue radici nella cultura e nella religione giapponese. Tutto ciò implica iniziare a guardarsi intorno con occhi differenti e portare un cambiamento positivo alla propria vita privata e lavorativa.
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