Marco Rambaldi: lo stilista enfant prodige di Bologna
Marco Rambaldi è tra gli stilisti italiani emergenti nell’olimpo della moda italiana. Inclusività, Made in Italy e un’idea chiara e definita sono i caposaldi della sua attività artistica.
Il giovane stilista risponde alle richieste di rinnovamento, di maggiore attenzione ai temi ambientali e al desiderio dei giovani di una moda alla “portata” di tutti.
Le passerelle di Marco Rambaldi sono calcate da persone di ogni forma, colore, taglia e identità.
Come ha dichiarato lo stesso stilista: il mio brand vuole liberare le donne dai preconcetti, pregiudizi e stereotipi.
Chi è lo stilista Marco Rambaldi?
Ma chi è Marco Rambaldi, da alcuni definito enfant prodige della moda? In questo articolo scopriremo qualcosa in più sulla vita, lo stile e l’idea di moda che c’è dietro il brand.
Marco Rambaldi nasce nel 1990 nella bella e libera Bologna che da sempre lo ispira. Ha le idee chiare sul fatto di voler lavorare nel mondo del design fin dall’inizio, tanto che si diploma in Graphic Design e prosegue gli studi in Product Design.
Quando è il momento di scegliere l’università Rambaldi si iscrive all’Università IUAV di Venezia seguendo Design della Moda e qui si laurea nel 2013.
È chiamato enfant prodige della moda italiana perché già l’anno dopo la sua laurea vince un prestigioso concorso, il Next Generation promosso dalla Camera Nazionale della Moda italiana.
Di nuovo, nel luglio 2017, si fa notare dal mondo della moda arrivando in finale all’edizione di “Who Is On Next?” di quell’anno.
Arrivare finalista gli ha permesso di presentare la sua collezione Autunno-Inverno durante la prestigiosa edizione di AltaRoma del 2018.
Da allora è seguito un periodo di studio e di lavoro sul proprio brand fino a quando lo stilista si è visto pronto a calcare di nuovo le passerelle con una strategia di comunicazione e un’identità forti, come lui stesso ha dichiarato in un’intervista a Vanity Fair.
Marco Rambaldi è su Instagram, con il nome marcorambaldi_ dove è seguito da oltre 23 mila follower. Sulla pagina lo stilista porta avanti le sue idee di inclusività postando le foto dei suoi abiti più belli e soprattutto dimostrando il suo personalissimo modo di vedere la moda.
Marco Rambaldi: storia di un brand che rompe gli schemi
Marco Rambaldi ha intitolato la sfilata nel 2018 “Vogliamo anche le rose” dimostrando la sua voglia di rivoluzionare il settore moda.
I suoi abiti sono ricchi di richiami anni ’70, alla libertà sessuale e alla libertà dagli stereotipi.
Gli abiti e le borse firmate Marco Rambaldi sono portati da indossatori “insoliti”, ovvero persone normalissime che stanno bene nei loro corpi e che rompono i rigidi canoni estetici dettati in questi anni per quanto riguarda modelle e modelli.
L’estetica dello stilista è bastata sulla qualità, sull’essere immediatamente riconoscibile nonostante i trend cambino di continuo.
Lo stilista intende raccontare le persone senza porre in secondo piano gli abiti ed è così che le sue collezioni vestono tutti i corpi.
L’ispirazione viene dalla libertà degli anni ’70 ma anche dalle “zdaure” bolognesi e dai maglioni che la nonna realizzava ai ferri.
Tutto questo si unisce alla perfezione con un bisogno sempre crescente di inclusione e di una moda sostenibile che strizza l’occhio al Made in Italy e all’artigianalità.
Tra sostenibilità, artigianalità e innovazione
Marco Rambaldi è lo stilista che sa parlare a una generazione di consumatori molto consapevole rispetto al passato e che chiede ciò che vuole indossare.
Il piccolo brand collabora con aziende tessili italiane e piccole e medie imprese. È impegnato costantemente nella ricerca di tessuti e metodi di lavorazione più sostenibili.
Secondo quanto messo in evidenza da Confartigianato la moda italiana vede attive 55 mila micro e piccole imprese con circa 300 mila addetti impegnati.
Rambaldi riconosce il valore del Made in Italy e come questo sia sinonimo di qualità elevata e apprezzata nel mondo. Aspetti questi ultimi che stanno aiutando il giovane stilista a costruirsi un’immagine sempre più riconosciuta in Italia e all’estero.
lascia un commento