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Professione Bagnino

Presenza costante nelle spiagge durante il periodo estivo, il bagnino è un lavoro che è stato fin troppo romanzato dagli anni. Se fin dalla nascita della commedia all’italiana il bagnino è sempre stato tratteggiato come un bonario seduttore di turiste straniere, negli anni ‘90 la tv ha proposto un’immagine quasi super-eroica dei baywatch americani. 

In realtà quella del guardaspiaggia è una professione estremamente specializzata, che richiede un’abilitazione che prevede il superamento di prove molto dure, anche dal punto di vista fisico, e che comporta un enorme carico di responsabilità.  

Si tratta poi di una professione che, per quanto anche ben retribuita, non offre mai troppe garanzie di occupazione, legata spesso ai flussi turistici e alle condizioni atmosferica, oltre che spesso limitata alla sola stagione estiva. 

Chi è il bagnino 

Il bagnino, denominato assistente bagnanti oppure bagnino di salvataggio, in base al tipo di brevetto in possesso, è una figura professionale che ha la responsabilità di garantire l’incolumità delle persone che effettuano attività di nuoto o comunque in acqua, sia all’aperto, ovvero in spiagge e stabilimenti balneari, al mare come sul lago, e in piscine o parchi acquatici all’aperto, sia al chiuso, come nel caso di piscine o stabilimenti termali. 

Il suo compito è quello di monitorare costantemente l’area che gli è stata affidata, vigilando costantemente sulle persone di tutte le età che si trovano in acqua oppure nei pressi, al fine di poter intervenire immediatamente in caso di pericolo o di rischio di annegamento. Di conseguenza deve essere in possesso di tutte le conoscenze necessarie per prestare il primo soccorso verso i bagnanti che ne hanno necessità. È un mestiere indicato per le persone che hanno grande confidenza con l’acqua, un’ottima forma fisica e sanno reagire alle situazioni di emergenza mantenendo il sangue freddo. 

Si tratta di una professione che deve essere intrapresa con la massima serietà, dal momento che ci si fa carico dell’incolumità dei bagnanti, e nel caso di mancato tempestivo soccorso si può andare incontro anche a responsabilità penali. Ma allo stesso tempo si lavora continuamente a contatto con la gente in un contesto di relax e spensieratezza, per cui non bisogna nemmeno essere troppo rigidi e fiscali e mettere in condizione la gente di rilassarsi e godere del divertimento in acqua più possibile, pur sempre facendo rispettare sempre le norme di sicurezza. 

Fortunatamente le situazioni di emergenza sono sporadiche, per cui il bagnino passa la maggior parte del suo orario di lavoro svolgendo semplici compiti di sorveglianza ed assistenza ai bagnanti. Per questo è richiesto un carattere estroverso e che permetta di socializzare e trovarsi a proprio agio in mezzo alla gente. 

Cosa fa il bagnino 

Il lavoro del bagnino consiste nell’assicurarsi che tutte le persone presenti nella sua area di competenza rispettino le regole di sicurezza e le norme di comportamento atte ad evitare che si verifichino infortuni ed incidenti, sia all’interno dell’acqua che nelle zone adiacenti. È comune che lavori da una posizione rialzata, come piccole torrette o sedie sopraelevate, in maniera da avere un’adeguata visuale di tutta la zona. 

Il bagnino fornisce ai frequentatori della spiaggia o della piscina tutte le indicazioni sulla condotta che devono tenere in acqua per evitare comportamenti potenzialmente pericolosi, presta attenzione che i bagnanti non si avventurino troppo al largo o restino in acqua troppo tempo, richiamandoli quando necessario, e offre dimostrazioni pratiche per illustrare il funzionamento e le modalità di utilizzo delle attrezzature di sicurezza. 

Nel caso in cui l’area da monitorare è particolarmente grande, come stabilimenti balneari che occupano spiagge molto estese, o di difficile sorveglianza, come parchi acquatici con diverse aree slegate tra loro, un bagnino lavora generalmente in squadra con altri bagnini, sotto il coordinamento di un capo bagnino, al fine di garantire una sorveglianza che copra efficacemente tutte le zone dedicate alle attività acquatiche. 

Quando lavora all’aperto su acque naturali, sulle spiagge al mare o sul lago, il bagnino deve anche sorvegliare la superfice dell’acqua per avvistare per tempo eventuali animali pericolosi, come possono essere squali, meduse o razze, oppure l’avvicinarsi di onde anomale, la formazione di mulinelli o altre situazioni di pericolo. Tra i requisiti necessari per fare questo lavoro, c’è quello di essere in grado di valutare le condizioni dell’acqua e saper leggere il mutamento delle maree e delle condizioni meteo, al fine di poter dare indicazioni ai bagnanti riguardo l’opportunità o meno di entrare in acqua e richiamare coloro che stanno facendo il bagno nel caso in cui le condizioni volgano al peggio. 

Il bagnino deve essere un esperto nuotatore e conoscere le tecniche di salvataggio, dal momento che deve essere in grado di rispondere nel minor tempo possibile alle situazioni di emergenza e svolgere tutte le operazioni che sono necessarie a garantire la sicurezza delle persone coinvolte. Quando scatta un’allerta, deve intervenire prontamente per aiutare i bagnanti in difficoltà. Può raggiungerli a nuoto oppure utilizzare mezzi come canotti, pattini e imbarcazioni, per poi trasportarli in una situazione in cui non siano più in pericolo. 

Quando la situazione è particolarmente grave, come nel caso in cui ci sia il rischio di annegamento, deve saper intervenire con le procedure di primo soccorso come massaggio cardiaco, rianimazione e respirazione artificiale. 

Nelle strutture coperte, come piscine, centri termali e stabilimenti acquatici in genere, al bagnino può anche essere affidata la responsabilità dell’apertura e della chiusura della struttura agli orari stabiliti, oltre che della pulizia, della manutenzione e della cura della piscina, attività che comprendono anche la regolazione della temperatura dell’acqua e delle sostanze chimiche presenti all’interno, come il cloro. 

 A fianco delle mansioni strettamente legate alla sicurezza e alla prevenzione in acqua, il bagnino può anche avere compiti legati alla gestione dello stabilimento, come l’apertura e la chiusura degli ombrelloni, dei lettini e delle sedie a sdraio, oppure, nel caso, molto comune, che sia in possesso delle qualifiche necessarie, impartire lezioni di nuoto. Può anche svolgere attività legate all’intrattenimento acquatico, come gestire giochi, sport e attività per i bagnanti, sia bambini che adulti. 

Tra le responsabilità del bagnino poi è compresa anche la cura e la manutenzione dell’equipaggiamento da utilizzare per le operazioni di soccorso, come ad esempi natanti, pattini e imbarcazioni di vario tipo, e poi i vari salvagenti, funi, galleggianti e giubbotti di salvataggio che devono essere sempre pronti ad essere utilizzati nel minor tempo possibile. Anche il resto dell’attrezzatura della struttura, come sdraio, ombrelloni, trampolini, galleggianti e gonfiabili devono essere sottoposti ad una verifica costante delle loro condizioni e del loro buon funzionamento. Il bagnino deve occuparsi della loro manutenzione ordinaria e nel caso riscontri elementi usurati, guasti o malfunzionanti, lo deve comunicare immediatamente ai responsabili. 

Possiamo riassumere i compiti standard di un bagnino in questa maniera: 

  • Monitorare le attività acquatiche dei bagnanti 
  • Prevenire gli incidenti in acqua 
  • Soccorrere i bagnanti in difficoltà 
  • Eseguire interventi di primo soccorso 
  • Assicurarsi che gli utenti rispettino il regolamento della spiaggia/piscina 
  • Istruire gli utenti sui corretti comportamenti da tenere durante le attività in acqua 
  • Tenere lezioni di nuoto (se abilitato) 
  • Fare la manutenzione dell’equipaggiamento di salvataggio e delle attrezzature 

Come diventare bagnino 

Per esercitare la professione di bagnino il requisito fondamentale è la frequentazione di un corso da bagnino di salvataggio, in seguito alla quale si può sostenere un esame il cui superamento permette di ottenere brevetto necessario. La frequentazione del corso non presenta alcuna limitazione a parte quelle fisiche e anagrafiche: per potersi iscrivere bisogna avere un’età compresa tra i 16 ed i 65 anni, oltre ad essere in possesso di un certificato, rilasciato dal medico di base, di idoneità fisica e di idoneità al nuoto

Attualmente esistono tre tipologie di brevetto che abilitano ad esercitare la professione di bagnino, ovvero: 

  • Brevetto P: permette di operare soltanto in piscina 
  • Brevetto IP: per acque interne (ovvero laghi) e anche piscina 
  • Brevetto MIP: il più completo che permette di operare al mare, in acque interne e nelle piscine.  

In Italia esistono tre enti abilitati alla formazione dei futuri bagnini: S.N.S. (Società Nazionale di Salvamento), F.I.N. Salvamento (Federazione Italiana Nuoto, Sezione Salvamento) e F.I.S.A. (Federazione Italiana Salvamento Acquatico). Coloro che ottengono il brevetto attraverso la Società Nazionale di Salvamento possono utilizzare la denominazione di “bagnino di salvataggio”, mentre il termine “assistente bagnanti” viene utilizzato per i brevettati dalla FIN Salvamento e dalla Federazione Italiana Salvamento Acquatico. Entrambi i termini comunque corrispondono alle stesse mansioni e comportano gli stessi diritti e gli stessi doveri. I rispettivi brevetti infatti sono equipollenti in ambito nazionale italiano

L’ente più antico è la Società Nazionale di Salvamento, fondata nel 1871 a Genova con lo scopo di “di incoraggiare il salvataggio in mare, di premiare con medaglie o somme di denaro i salvatori, di diffondere, a mezzo conferenze e lezioni popolari, i mezzi idonei a ridare la vita agli asfittici combattendo il barbaro me­todo in uso di capovolgere il naufrago, col rischio di accelerarne la morte”, ed è stata la prima associazione autorizzata a rilasciare il brevetto valido per le spiagge, nel 1929

Nel 1899 invece veniva fondata la Società Italiana di Salvamento, che nel 1936 è confluita nella Federazione Italiana Nuoto, diventandone un’apposita sezione, la F.I.N. Salvamento appunto. Il brevetto di assistente bagnanti rilasciato dalla F.I.N. Salvamento è riconosciuto legalmente dal 1960 in Italia, e dal momento che le prove pratiche seguono le linee guida dell’I.L.S., ovvero dell’International Life Saving, è riconosciuto in tutti gli Stati facenti parte dell’I.L.S. 

In tempi più recenti anche la Federazione Italiana Salvamento Acquatico, ovvero l’antica Società Italiana di Salvamento rifondata nel 2001 al di fuori del controllo della F.I.N., tanto che mantiene la denominazione S.I.S. nella carta intestata e negli atti ufficiali, ha ottenuto nel 2010 l’autorizzazione a rilasciare i brevetti professionali per svolgere l’attività di assistente bagnanti e varie attività pertinenti. 

La formazione varia a seconda dei corsi proposti dai tre differenti enti, ma solitamente prevede tecniche di salvataggio, concetti di primo soccorso medico, B.L.S. (Basic Life Support), prove pratiche di rianimazione. Lungo la durata del corso vengono approfonditi anche molti altri aspetti legati alla professione del bagnino, ovvero le responsabilità professionali, le ordinanze balneari, la meteorologia, i nodi marinareschi, il trattamento acque in piscina, e talvolta può anche essere previsto anche un percorso formativo specifico per il salvataggio dei bambini o per la sorveglianza in acqua di persone disabili.  

L’esame per ottenere il brevetto da bagnino comprende una esercitazione pratica, in cui si deve dimostrare la propria capacità di nuoto, su varie distanze e con diversi stili, nonché l’abilità di portare pesi in acqua (ad esempio può essere richiesto di recuperare un peso dal fondale).  

Il brevetto ha validità triennale e deve essere rinnovato periodicamente, tenendosi sempre in allenamento per mantenere una forma fisica adeguata.  

Un bagnino deve possedere quindi le seguenti caratteristiche per poter ottenere il brevetto e svolgere in maniera proficua la professione:   

  • Ottime capacità di nuoto  
  • Preparazione atletica e resistenza fisica  
  • Conoscenza delle tecniche di salvataggio in acqua  
  • Conoscenza di elementi di primo soccorso  
  • Capacità di condurre imbarcazioni per il salvataggio  
  • Capacità di agire prontamente in situazione di emergenza  
  • Alto livello di attenzione  
  • Doti comunicative  
  • Simpatia e disponibilità  

Prove di esame S.N.S.

La prova d’esame della S.N.S. prevede 25 metri di rana subacquea, se la prova viene eseguita in piscina, immersione e ripescare un oggetto di 3 o 4 chili su fondali di 4-5 metri se la prova viene effettuata in mare, 25 metri stile libero, 25 metri rana, 25 metri dorso e 25 metri trasporto a “over”, ovvero con le gambe che danno propulsione, un braccio a fare da timone e aiuta a guadagnare acqua e l’altro braccio che sostiene un possibile bagnante in pericolo. 

Quindi sono previsti 25 metri a stile libero con testa alta, immersione e recupero pericolante sul fondo, 25 metri di trasporto pericolante e recupero sul bordo vasca. Le prove devono essere eseguite in un tempo massimo di 8 minuti, tranne che nel caso del corso di assistente bagnino per la piscina, in cui il tempo massimo scende a 5 minuti. 

L’esame sul primo soccorso e sulla parte medica prevede una valutazione delle proprie conoscenze da parte di un ufficiale sanitario, l’abilitazione a B.L.S. in conformità agli standard della E.R.C.,  European Resuscitation Council,  e P.B.L.S., ovvero il B.L.S. pediatrico.  

Per ottenere il brevetto MIP, bisogna sostenere anche le prove di salvataggio sul pattìno, che prevedono lo spingere il pattìno in acqua e saltarci sopra, iniziando la voga a banco o scia verso il gavitello posto a 70-100 metri dalla banchina, inforcare la boa (avvicinamento da prua), agguantare e dimostrare di saper sollevare il gavitello, e quindi voga a banco o scia di ritorno verso la banchina, posizionando i remi del pattino sugli scafi di prua e attraccare eseguendo un nodo a gassa d’amante all’estremità della cima legata alla barca e un nodo parlato attorno ad un palo dall’estremità opposta. 

Durante la prova l’ufficiale della Capitaneria di porto può chiedere di effettuare una manovra a 360°. Nel caso il concorrente non sia in grado di eseguire le indicazioni sopra citate, la Capitaneria di porto si riserva il diritto di interrogare il concorrente su nodi marinareschi, meteorologia di base ed altri elementi di teoria. 

Prove di esame F.I.N. Salvamento

La prova d’esame della F.I.N. Salvamento prevede un esame teorico pratico, cioè un colloquio con la commissione d’esame oppure con la compilazione di un test a quiz. In seguito si procede all’esecuzione completa della sequenza BLS (Basic Life Support, rianimazione cardio-polmonare) con simulatore (manichino). 

Le prove fisiche invece consistono in 100 metri a stile libero in massimo 1’40”, 50 metri composti in tuffo, avvicinamento nuotando con la testa fuori per 25 metri, immersione e recupero pericolante, trasporto per 25 metri in massimo 1’25”, dimostrare di saper effettuare tre prese di trasporto in successione (decise dalla commissione) e recupero dal piano vasca per altri 25 metri, e quindi 25 metri di rana subacquea, senza riemergere mai dalla superficie dell’acqua, recuperando tre oggetti sul fondo. 

Una volta espletate le prove per il brevetto P, si passa alla prova in mare, che consiste nel simulare un intervento raggiungendo un gavitello a circa 150 metri da riva ed effettuare una doppia rotazione con l’imbarcazione intorno allo stesso senza mai toccarlo, ritorno e riposizionamento corretto del moscone. 

Carriera e stipendio di un bagnino 

I bagnini possono lavorare presso qualsiasi struttura in cui si svolgono attività acquatiche, come stabilimenti balneari, spiagge, piscine, parchi acquatici, alberghi, resort, villaggi turistici e navi da crociera, ma anche strutture sportive, centri wellness, spa, terme e scuole. 

Normalmente la richiesta è molto più elevata durante la stagione estiva, quando le strutture all’aperto offrono contratti stagionali, mentre le strutture coperte, slegate dalla stagionalità, offrono più facilmente contratti per tutto l’anno. 

L’orario di lavoro del bagnino varia in base agli orari di apertura al pubblico della struttura in cui lavora. È comunque il lavoro nei giorni festivi e nei fine settimana, in certi casi su turni per coprire l’intero arco della giornata. 

Si tratta di un lavoro che non presenta molte possibilità di carriera: si può aspirare a diventare capo bagnino in strutture che necessitano di più personale di salvataggio, oppure decidere di cambiare ambito diventando gestore di una piscina oppure istruttore di nuoto o di acquagym

La retribuzione media di un bagnino si aggira attorno agli 11 euro lordi all’ora, e permette di ottenere uno stipendio medio di 1.300 euro netti al mese, che può variare da un minimo di 600 euro al mese ad un massimo di 1.800 euro al mese. In alcuni contratti per bagnino sono compresi anche il vitto e l’alloggio, specialmente in hotel, villaggi turistici e navi da crociera. 

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