Lasciare un posto di lavoro? 15+2 consigli
Lasciare il posto di lavoro, principalmente accade per due motivi: in caso di dimissioni, o in caso di licenziamento.
In questo articolo, si vedrà quali sono le accortezze da tenere quando si decide di lasciare volontariamente la propria posizione lavorativa e quali errori evitare.
I motivi, possono essere tanti e verranno approfonditi nella parte finale dell’articolo; in prima battuta la causa principale, è dovuta al fatto che non piace più il proprio lavoro.
Tabella dei contenuti
15+2 consigli da seguire prima di lasciare il lavoro
La prima considerazione da fare è che lasciare il proprio lavoro in maniera volontaria non permetterà di ottenere l’indennità mensile di disoccupazione. Lasciare il posto di lavoro inoltre, è una scelta che può anche essere provvisoria e finalizzata ad apprendere nuove conoscenze. Prima di lasciare il posto di lavoro, si può prendere in considerazione l’idea di un anno sabbatico.
Quindi, quali accorgimenti seguire al fine di lasciare un lavoro in maniera corretta, evitando di creare incomprensioni e malumori?
- Comunicare la decisione in maniera informale
Prima di presentare la lettera di dimissioni, un documento che in via ufficiale, comunica la propria decisione di interrompere un rapporto lavorativo, è una buona regola parlare e spiegare le proprie intenzioni prima di procedere con la stesura della lettera.
Sebbene in molti casi l’unica volontà sia quella di andarsene il più in fretta possibile, fare un piccolo sforzo, esprimere le proprie motivazioni e la propria gratitudine per il percorso lavorativo condiviso, aumenta la propria reputazione agli occhi dell’azienda e dei colleghi.
Mantenere dei rapporti cordiali, è un modo di agire che in futuro potrebbe portare dei vantaggi, soprattutto se si decide di rimanere in uno stesso settore. Mantenere rapporti di stima e fiducia con i colleghi e il datore di lavoro, è uno di tanti presupposti, utili alla creazione e al mantenimento di un networking efficace.
- Verificare di aver ricevuto tutti i pagamenti
Se si sono accumulati straordinari, ore non retribuite o ritardi nei pagamenti, è molto più semplice cercare di farsi dare il dovuto prima di lasciare il lavoro. Provare a recuperare un credito dopo aver lasciato il posto di lavoro, potrebbe risultare una procedura complessa e in alcuni casi essere motivo di contenziosi.
- Farsi lasciare una referenza
Richiedere una referenza al proprio datore di lavoro, può essere un’utile prova da allegare al proprio curriculum soprattutto se l’intenzione è trovare un lavoro in un settore simile.
- Utilizzare i giorni di ferie maturati
I contratti di lavoro prevedono durante l’anno che un lavoratore benefici di un periodo di ferie. Quando un lavoratore è particolarmente dedito alla propria posizione, può rischiare di non prendersi mai i giorni di vacanza previsti nel contratto. Prima di comunicare le dimissioni, beneficiare di qualche giorno di vacanza, può essere salutare al fine di schiarirsi le idee e riflettere sul proprio futuro.
- Preparare un discorso a sostegno della decisione presa
A seconda del carattere e della personalità del proprio datore di lavoro, è indicato prepararsi a priori su quali sono le vostre motivazioni dietro l’idea di licenziarsi. Tale confronto, può avere degli imprevisti ed è possibile che il datore di lavoro faccia delle osservazioni e delle domande a cui non si è preparati a rispondere. Analizzare tutti i possibili scenari che potrebbero venire a crearsi ed essere in grado di sostenere i motivi per cui si è deciso di licenziarsi può evitare di doversi trovare a vivere una situazione non desiderata.
- Offrire il proprio supporto prima di andarsene
Per un’azienda, sostituire un lavoratore è un processo delicato. Il vuoto lasciato dalla partenza di un dipendente non sempre è semplice da colmare. Offrire la propria disponibilità nell’aiutare e formare il lavoratore che prenderà il proprio posto è un gesto che indica grande professionalità.
- Creare una lista dei propri compiti e mansioni
Soprattutto quando si lavora per aziende con molti dipendenti, non sempre i superiori sono completamente consapevoli dei ruoli e delle mansioni svolte dai lavoratori. Condividere un elenco contenente le pratiche in sospeso e le mansioni che si svolgono, può aiutare l’azienda a compiere più facilmente i processi di inserimento di un nuovo lavoratore.
- Aggiornare il curriculum e il profilo LinkedIn
Le esperienze maturate, una volta lasciato il posto di lavoro, è necessario inserirle nel curriculum, così come è indicato aggiornare il proprio profilo LinkedIn, in maniera tale da informare che si è disponibili a valutare nuove offerte.
- Salva alcuni esempi dei lavori svolti, contatti, e-mail e documenti
Avere una prova dei progetti a cui si è lavorato, può tornare particolarmente utile. I documenti e le informazioni che l’azienda permette di portare con sé e i contatti dei colleghi con i quali si desidera mantenere i rapporti, sono tutti accorgimenti necessari da prendere.
In genere, le aziende hanno sofisticati sistemi per impedire che un ex-lavoratore possa portare con sé contatti e documenti. Il problema è che un lavoratore con il passare degli anni all’interno del pc aziendale può salvare anche documenti personali, note, contatti, che se non vengono messi al sicuro in disco esterno, non è possibile recuperare in futuro.
- Non licenziarsi senza alcuna alternativa
Un lavoro per quanto duro e stressante è sempre un lavoro che si presume fino ad oggi abbia permesso di vivere. È inutile prendere decisioni frettolose, soprattutto quando non si ha una valida alternativa. Con una certa discrezione, si può iniziare a guardarsi intorno prima di lasciare il posto di lavoro e prendere la decisione di lasciarlo solo quando si ha la certezza di avere una nuova attività da intraprendere.
- Non pensare di mettersi in proprio se non si hanno chiari gli obiettivi
Il sogno di molte persone è lasciare il proprio lavoro e dedicarsi ai propri hobby e alle proprie passioni. È una scelta condivisibile, ognuno deve ricercare i propri talenti, autorealizzarsi e lavorare per ciò che si sente portato. Tuttavia, non sempre gli hobby e le passioni permettono di vivere. Il consiglio è dedicarsi parallelamente al lavoro e agli propri hobby e fare il grande salto solo quando si è assolutamente certi di poter vivere delle proprie passioni.
- Pensare alle proprie finanze
Prima di abbandonare il posto di lavoro, bisogna necessariamente chiedersi per quanto tempo si è sostenibili economicamente. In altre parole, se ogni mese ci sono spese di affitto, utenze, figli, rate di finanziamenti, è bene valutare quanti mesi si può vivere senza che il proprio conto in banca riceva un accredito.
- Non accettare una controproposta
Non succede spesso ma succede. A volte le aziende, pur di non perdere un dipendente possono provare a fare un ultimo tentativo al fine di convincerlo a restare facendo una controproposta. In genere il tentativo consiste nell’aumentare sensibilmente lo stipendio percepito.
Per quanto possa lusingare lo sforzo compiuto dall’azienda, un lavoratore non dovrebbe mai tornare sulla sua scelta. Sostanzialmente, rifiutare una controproposta è una decisione di buon senso. In primo luogo, se la situazione lavorativa è davvero compromessa, non è un adeguamento dello stipendio il vero problema, in secondo luogo, ritornare sui propri passi, potrebbe essere visto di cattivo occhio e come un capriccio infantile da parte dei colleghi.
- Informare e ringraziare i propri colleghi
Informare soltanto i superiori della propria decisione di lasciare il posto di lavoro non è l’unico accorgimento da prendere. Anche i colleghi e tutte le persone con le quali si è condiviso del tempo insieme è giusto che vengano informate.
- Informarsi come sono state accolte tali decisioni in passato
Chiedere ai colleghi più anziani come in passato l’azienda ha reagito alla presentazione della lettera di dimissioni di un proprio dipendente, può essere un buon sistema per evitare di commettere errori che in qualche modo potrebbero indispettire il titolare.
- Non farsi prendere dall’ansia
Per un datore di lavoro è una situazione comune quella in cui un dipendente comunica le proprie dimissioni. Per questo motivo, è inutile farsi prendere dall’ansia che potrebbe complicare le cose. Il consiglio è trovare il coraggio e affrontare di persona la situazione, evitando facili scorciatoie come comunicare la decisione via e-mail o messaggio.
- Pianificare una vacanza
Se si è deciso di lasciare il posto di lavoro è perché si è stanchi delle routine, dei ritmi e degli orari di lavoro, dello stipendio troppo basso e dei colleghi. È plausibile che il lavoratore necessiti di un periodo di pausa prima di dedicarsi alla ricerca di un nuovo lavoro, utile per chiarirsi le idee e rigenerarsi.
Probabilmente, è proprio questo il periodo ideale per prendersi una vacanza e godersi un periodo di tempo libero per sé stessi.
Quali errori non commettere prima di lasciare il posto di lavoro
Dare le proprie dimissioni è un’operazione piuttosto scomoda da intraprendere per un lavoratore, soprattutto in periodi nei quali trovare un nuovo lavoro non è semplice per via di crisi economiche e cambiamenti in atto, tali da indurre a pensare che le economie non saranno più come prima.
In tale contesto, è ancora più importante evitare di commettere alcuni errori che possono compromettere i rapporti interpersonali e anche le possibilità di un rapido reinserimento nel mercato del lavoro:
- Essere indecisi
Come visto in precedenza, dimettersi solo per segnalare un disagio e aprire una trattativa è un comportamento sbagliato da attuare. Comunicare la volontà di lasciare il posto di lavoro in maniera ufficiale, è un gesto che deve essere intrapreso con la consapevolezza di non voler tornare indietro. Se vi sono degli aspetti che non si reputano giusti del proprio lavoro, parlarne con i superiori è la decisione migliore.
- Annunciare la propria decisione prima di comunicarla ai superiori
Le voci all’interno di un’azienda corrono e si diffondono rapidamente. A parte il collega e amico fidato, è buona prassi non diffondere la notizia al fine di non rischiare che il proprio datore di lavoro venga a conoscenza delle intenzioni da voci terze.
- Non smettere di lavorare una volta comunicate le proprie dimissioni
Le dimissioni raramente hanno effetto immediato. In genere, un lavoratore resterà all’interno di un’azienda ancora per un breve periodo, a seconda di quanto stabilito dal contratto di lavoro. In tale periodo di transizione, è bene mostrarsi disponibili e cordiali per non rischiare di rovinare le relazioni costruite nel tempo.
- Convincere i colleghi a cambiare lavoro
La decisione di cambiare lavoro è personale e non è detto che anche i colleghi abbiano la stessa idea. Forzarli o semplicemente persuaderli a cambiare lavoro, è una prassi scorretta che in alcuni casi può anche aprire a contenziosi di tipo legale.
- Parlare male dell’azienda, dei colleghi e del datore di lavoro
Ogni rapporto di lavoro può terminare ma ciò non dovrebbe dare il diritto di parlare male dell’azienda e del personale. Applicare tale pratica non solo renderà particolarmente duri gli ultimi giorni di lavoro rimasti, ma mette in discussione anche la propria professionalità.
- Vantarsi del nuovo lavoro
Una volta che la notizia delle dimissioni è al corrente di tutti, è molto probabile che i colleghi vorranno sapere di più riguardo il nuovo lavoro che si andrà a svolgere. Sebbene non ci sia niente di male nel raccontare quale sarà il proprio futuro lavorativo, è bene farlo con tatto, non evidenziando i vantaggi che si otterranno, i quali indirettamente potrebbero apparire come una critica nei confronti dell’azienda.
- Comunicare la decisione di venerdì o sabato
Presentare le dimissioni nell’ultimo giorno della settimana lavorativa, implicitamente comunica che la decisione è stata maturata nei giorni precedenti e si è di proposito aspettato l’arrivo del week-end per poter trascorrere qualche giorno in libertà prima di rivedere il proprio datore di lavoro. Buona prassi al contrario, sarebbe quella di comunicare il lunedì le proprie dimissioni.
- Offrire il proprio supporto solo se si è motivati nel farlo
Una buona prassi sarebbe quella di fornire all’azienda la propria esperienza nel guidare i processi di inserimento di un nuovo lavoratore. Tuttavia, quando non si è nella predisposizione giusta per rimanere all’interno dell’azienda successivamente alle proprie dimissioni, è bene specificarlo e lasciare che sia il datore di lavoro ad occuparsi della formazione del nuovo dipendente.
- Farsi convincere da persone che non conoscono l’ambiente lavorativo
Solo chi è dentro un’azienda conosce le dinamiche, i modi di lavorare e di intendere il lavoro. L’ultimo consiglio è: fidarsi di sé stessi e delle proprie impressioni.
Perché le persone lasciano un lavoro?
Secondo una ricerca riportata dall’Academic Journals dal titolo: “A review of the literature on employee turnover”, il così detto turnover all’interno delle aziende è un aspetto largamente studiato. Comprendere le cause dietro la tendenza delle persone ad abbandonare un posto di lavoro, aiuta le aziende ad implementare strategie volte al miglioramento della competitività e dell’organizzazione.
Come evidenziato dallo studio, quando un dipendente lascia il posto di lavoro, per l’azienda significa subire la perdita dell’investimento messo in atto a favore del lavoratore. Inoltre, i successivi processi di sostituzione, comportano ulteriori costi da sostenere, in ricerca e formazione, fino a quando il sostituto non raggiunge il medesimo livello di prestazioni del lavoratore precedente.
In tal senso, sono molti i ricercatori che mettono in luce come elevati tassi di turnover hanno effetti negativi sul reddito delle imprese.
Secondo le ricerche condotte da Hogan nel 1992, il costo indiretto che un’impresa subisce nella perdita di un dipendente varia tra i 1.400 e i 4.000 EUR, in più, un elevato turnover influisce sulla soddisfazione dei clienti.
Dello stesso tema si è occupato anche una ricerca pubblicata dal CC The Journal: “Why employees leave: Factors that stimulate resignation resulting in creative retention ideas”.
Similmente allo studio pubblicato dall’Academic Journal, la ricerca evidenzia come il turnover dei dipendenti è dannoso per un’azienda in quanto influisce negativamente sull’efficienza, la produttività, la redditività e l’innovazione.
Tra le cause principali dietro l’abbandono di un posto di lavoro vi è la necessità di aumentare il proprio grado di soddisfazione personale.
Evidenze dimostrano che tanto più un’azienda è in grado di sviluppare nel dipendente un senso di impegno e sviluppo condiviso degli obiettivi, tanto più il lavoratore si sente soddisfatto e meno incline ad abbandonare il posto di lavoro.
Un altro aspetto sul quale la ricerca si sofferma è la mancanza di chiarezza da parte dei datori di lavoro. Molti lavoratori infatti, sostengono che la mancanza di un ruolo chiaro e definito in linea con le aspettative sia un fattore che induce a cercare una nuova occupazione.
Inoltre, altri fattori possono concorrere verso la decisione di cambiare lavoro questi sono:
- Il cambiamento della situazione familiare;
- Il desiderio di apprendere una nuova professione e nuove competenze;
- Ritrovarsi a svolgere una mansione nuova e non desiderata;
- Un’offerta di lavoro meglio retribuita;
- Poca equità in termini di compenso ricevuto tra i lavoratori;
Come evitare che un dipendente lasci il posto di lavoro
La revisione scientifica precedentemente menzionata ha individuato nei seguenti aspetti gli accorgimenti che le imprese dovrebbero intraprendere al fine di evitare che i dipendenti lascino il posto di lavoro:
- Migliorare le politiche di assunzione, selezionando solo i dipendenti fortemente motivati;
- Prevedere costi per la formazione;
- Garantire salari in linea con la concorrenza;
- Coinvolgere i dipendenti nelle scelte aziendali.
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