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Categorie protette, cosa sono e come funzionano

La legge, in tema di diritti dei lavoratori, prevede diverse tutele. Una di queste riguarda le categorie protette.

Lo Stato riserva alcuni posti di lavoro a coloro che per particolari situazioni si trovano in una condizione di svantaggio per via di disabilità fisiche o psichiche.

Oggi approfondiremo il tema delle categorie protette riportando cosa significa, cosa sono, come iscriversi, quali sono le tutele e il funzionamento delle assunzioni.

Infine, vedremo come l’UE tutela e attua politiche volte alla protezione delle persone disabili.

Cosa sono le categorie protette

Non sarà sfuggito ad un aspirante lavoratore di imbattersi in annunci rivolti esclusivamente ad alcune categorie o fasce protette di lavoratori.

Si tratta di lavoratori che per via di una o più disabilità godono di alcune tutele volte a facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro.

I datori di lavoro, siano essi pubblici o privati, sono tenuti ad assumere lavoratori appartenenti alla suddetta categoria secondo le condizioni stabilite nella Legge n. 68 del 1999: “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.

Come si evince, le categorie protette rappresentano un vero e proprio diritto per il lavoratore.

La presenza di tali tutele è necessaria e consiste in tutta una serie di sostegni volti a favorire l’inserimento nel mercato del lavoro.

Il presupposto è che non tutte le forme di handicap implicano l’impossibilità di lavorare e pertanto è compito dello Stato garantire la possibilità di inserimento.

L’insieme di strumenti, che hanno la funzione di valutare le capacità del lavoratore disabile e di inserirlo nel mercato del lavoro, rientrano nelle pratiche del collocamento mirato.

Chi appartiene alle categorie protette

Le cosiddette fasce protette, si distinguono in due categorie: disabili e altri.

Coloro che appartengono alla categoria disabili sono:

  • persone con ridotta capacità fisica o con problemi psichici e che in generale hanno una capacità lavorativa inferiore al 45%;
  • invalidi del lavoro, coloro che hanno un’invalidità riconosciuta maggiore del 33%;
  • non vedenti siano affetti da cecità totale o non superiore ad un decimo;
  • sordomuti coloro che non hanno dalla nascita la capacità uditiva;
  • invalidi di guerra.

Altre categorie:

  • orfani
  • coniugi e figli di persone invalide a causa di guerre o di gravi infortuni sul posto di lavoro
  • coniugi, orfani o figli vittime del terrorismo o vittime della criminalità organizzata
  • profughi italiani.

Categorie protette: come funziona

Il lavoratore appartenente alle categorie protette è in possesso dei requisiti previsti dalla legge e ha presentato un’apposita documentazione a seconda della disabilità.

Il primo passaggio e valido per ogni categoria consiste nel rivolgersi al proprio medico curante il quale attesta l’invalidità. Successivamente è l’ASL ad accertare l’invalidità.

Il certificato viene poi inviato all’INPS, che a sua volta fissa una data per la visita volta all’ottenimento del certificato.

I percorsi per rientrare nelle categorie protette seguono percorsi differenti a seconda dell’invalidità.

Gli invalidi civili, ad esempio, sono tenuti a presentare un documento di invalidità rilasciato dall’Asl e fare domanda all’INPS.

Mentre, gli invalidi del lavoro hanno bisogno di una specifica documentazione rilasciata dall’INAIL che accerti l’invalidità superiore al 33%.

Gli invalidi di guerra possono ottenere il certificato rivolgendosi ad un’apposita commissione medica. Infine, per quanto riguarda i figli e i coniugi di persone vitte di terrorismo o criminalità organizzata devono richiedere il certificato o al Ministero dell’Interno o al Prefetto.

Iscrizione all’elenco delle categorie protette

Una volta ottenuto il certificato è compito dei Centri per l’Impiego iscrivere il lavoratore nelle liste riservate.
L’iscrizione all’elenco delle liste protette, oltre che dell’apposito certificato è possibile solo se il richiedente:

  • ha più di 15 anni;
  • non è in età pensionabile;
  • è in stato di disoccupazione.

Una volta iscritti alla lista, si entra in una graduatoria ed è ancora compito del Centro per l’Impiego trovare un lavoro consono allo stato di invalidità del lavoratore.

Categorie protette: obblighi per le aziende

A seconda del numero dei dipendenti, le aziende pubbliche e private sono obbligate ad assumere uno o più lavoratori appartenenti alle fasce protette. In particolare:

  • Le aziende con più di 50 lavoratori, devono, nel proprio organico, avere almeno il 7% di lavoratori appartenenti alle categorie protette.
  • Le aziende con un numero di lavoratori compreso tra 36 e 50 devono assumere almeno 2 dipendenti;
  • Le aziende con un numero di lavoratori compreso tra 15 e 35 hanno l’obbligo di assumere almeno 1 dipendente.
  • Nessun obbligo vi è invece per le aziende con meno di 15 dipendenti.

Nel calcolo rientrano tutte le tipologie di lavoratori, dipendenti anche in smart work, dirigenti, soci di cooperative, apprendisti, lavoratori con contratto a tempo determinato (fino nove mesi).

L’assunzione di un lavoratore appartenente alla fascia protetta, oltre che obbligatoria, come abbiamo visto per alcune aziende, permette altresì a queste ultime di beneficiare di alcune agevolazioni.

Tra queste la più importante consiste in un incentivo per 36% il quale permette di recuperare il 70% della retribuzione lorda corrisposta al lavoratore. L’agevolazione si verifica nei casi in cui la tipologia di contratto sia a tempo indeterminato e al lavoratore è riconosciuta una disabilità superiore al 79%.

In caso di disabilità compresa tra il 67% e il 79%, l’incentivo scende al 35%.

Mentre è previsto un incentivo alle aziende qualora il lavoratore abbiamo una disabilità intellettiva e psichica che implichi una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 46%.

Categorie protette e licenziamento

Il lavoratore appartenente alla categoria protetta può essere licenziato al pari degli altri lavoratori per: giusta causa e per un peggioramento delle condizioni psichico, fisico.

In altre parole, il lavoratore disabile incorre nel rischio di licenziamento nello stesso modo in cui incorrono tutti gli altri lavoratori.

Pertanto, se per quanto riguarda le assunzioni sono, come abbiamo visto, previste delle agevolazioni, nessun’altra tutela è stato prevista dal legislatore a tutela di un possibile licenziamento, se non quelle previste per tutti i lavoratori.

È interessante in tal senso fare riferimento alla sentenza 5688/1985 della Cassazione, la quale ha sottolinea come la legge non obblighi in mantenimento in azienda del lavoratore qualora non riesca ad inserirsi nell’ambiente di lavoro.

Categorie protette: il ruolo dell’Europa

Tra gli obiettivi dell’UE vi è un preciso impegno verso le persone con disabilità. I riferimenti principali sono contenuti nella Carta di Diritti Fondamentali dell’UE.

Inoltre, i lavoratori con disabilità residenti in Europa possono altresì fare riferimento alla Direttiva UE 2000/78 la quale fornisce una panoramica inerente alla parità di trattamento per quanto concerne l’occupazione e gli impiego.

La suddetta direttiva ribadisce importanti punti:

  • L’impegno dell’Europa nel combattere ogni tipo di discriminazione e di intraprendere azioni volte a favorire l’integrazione delle persone colpite da disabilità;
  • La promozione di un mercato che favorisca i processi di integrazione;
  • Riconosce il diritto a lavoro come elemento chiave per garantire la pari opportunità e la partecipazione dei cittadini alla vita culturale, sociale ed economica;
  • Incoraggia gli Stati membri nel rendere i luoghi di lavoro idonei ai lavoratori disabili, fornendo loro le attrezzature necessarie, orari di lavoro e compiti adeguati oltre che permettere loro l’accesso ai piani di formazione.

Inoltre, le categorie protette risultano tutelate dal Pilastro europeo dei diritti sociali. In particolare, il principio 17 è specifico e rivolto alle persone con disabilità.

Sono altresì messe in atto ulteriori politiche di sensibilizzazione e supporto. La Commissione Europea, in tal senso e a cadenza annuale prevede:

  • la giornata europea delle persone con disabilità;
  • sostegno finanziario alle organizzazioni di persone disabile;
  • fondi (SIE) volti a rafforzare le politiche inclusive.

E infine è possibile fare riferimento alla Strategie per i Diritti delle persone con disabilità 2021 – 2030.

Le strategie hanno numerosi e ambiziosi obiettivi: garantire il diritto ad una vita autonoma e indipendente, pari opportunità di accesso al mondo del lavoro, all’istruzione e ai servizi sanitari.

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