Come affrontare un colloquio di lavoro
Cercare lavoro è spesso una corsa ad ostacoli, dove l’importante è sbagliare il meno possibile. Rimanendo in tema giocoso, la si può anche interpretare come una caccia al tesoro, e trovare la giusta opportunità può richiedere pazienza e molto tempo da spendere.
Proprio per questo quando si pensa di aver trovato il lavoro adatto, si è sempre molto tesi all’idea di perdere la tanto agognata opportunità, e nei momenti che precedono il colloquio la tensione e la paura di sbagliare salgono di livello.
Un errore in fase di colloquio di lavoro può vanificare tanti giorni di ricerche e per questo l’attesa dell’incontro è sempre un momento in cui porsi molte domande, ed immaginare tutti possibili scenari che potrebbero verificarsi davanti al reclutatore di turno.
Affrontare un colloquio con tranquillità e sicurezza è senza dubbio un buon punto di partenza per il successo dell’operazione, ma da sole queste caratteristiche non possono bastare, e anzi avere un minimo di preparazione aumenta la possibilità di uscire vincenti dalla selezione.
Tabella dei contenuti
Cosa considerare prima di affrontare un colloquio di lavoro
Appena ottenuto un colloquio di lavoro presso un’azienda è buona regola cercare di capire bene chi sarà il nostro interlocutore. E non si parla esclusivamente del recruiter o del responsabile delle risorse umane che svolgerà materialmente l’incontro. Bisogna ovviamente anche conoscere nel dettaglio alcune cose importanti, che possono fare la differenza ai fini dell’assunzione finale: infatti si deve sempre considerare che non si è i soli a sostenere un colloquio, e quindi è di fondamentale importanza trovare il modo di distinguersi per avere maggiori possibilità di successo.
Conoscere l’azienda
La prima cosa da fare, anche se pare ovvio come consiglio, è quella di raccogliere più informazioni possibili sull’azienda per cui si svolge il colloquio. Sembra davvero banale come consiglio, ma in realtà non sono poche le persone che si trovano spiazzate in fase di colloquio perché non si sono adeguatamente informate rispetto all’azienda. Capita più spesso di quello che si pensi che ad una semplice domanda del selezionatore sulle attività dell’azienda, il candidato non sappia dare una risposta di alcun tipo. Ed avere davanti qualcuno che non si è interessato minimamente agli ambiti di lavoro aziendali, restituisce una pessima impressione e rischia di far saltare immediatamente la nostra candidatura.
Pertanto è assolutamente obbligatorio conoscere prima l’azienda per cui si sosterrà il colloquio, traendo le informazioni dalla rete, per sapere anche banalmente che cosa fa e quali sono i traguardi raggiunti. Ammettere di aver cercato l’azienda prima del colloquio vero e proprio è sicuramente un punto a vantaggio del candidato e dimostra intraprendenza ed interesse verso il potenziale nuovo lavoro.
Conoscere il contesto aziendale
Strettamente legato al primo punto, anche in questo secondo si consiglia di informarsi nel dettaglio prima di un colloquio. Scoprendo informazioni sull’azienda, si ha la possibilità di interpretare anche quello che è il contesto dove essa opera, e queste considerazioni tornano estremamente utili in fase di preparazione.
Capire se il contesto aziendale è estremamente formale o meno, ci dà indicazioni preziose sul come vestirsi per il colloquio, o magari sul tono da tenere durante l’incontro. Il concetto è abbastanza semplice ed applicabile a molti contesti, ma facciamo un esempio per chiarire ancora meglio. Poniamo il caso di voler presentare la candidatura per una stessa mansione, ad esempio per lavorare nell’ufficio stampa aziendale.
Decidiamo di proporci contemporaneamente per un’azienda della new economy digitale e per una importante banca d’affari. La mansione è la medesima, ma il modo in cui dovremmo affrontare la selezione è estremamente differente. A partire dall’abbigliamento, che dovrà essere molto più formale per un posto in una banca d’affari, fino al tono del colloquio che in un’azienda della new economy è verosimilmente più rilassato e informale. Inoltre è sempre utile cercare di capire chi avremo davanti al momento del colloquio, sia in termini di età che di posizione, per valutare attentamente l’impostazione che vogliamo dare all’incontro.
Controllare la propria reputazione digitale
Un aspetto da non sottovalutare assolutamente al giorno d’oggi, è quello della reputazione digitale che ci siamo costruiti tramite i social. Spesso si tende ad utilizzare le piattaforme come Facebook o Instagram in maniera piuttosto leggera, ignorando il fatto che i selezionatori controllano anche questi aspetti nella valutazione di un candidato.
Quindi, ancor prima di presentare una candidatura in realtà, sarebbe buona regola depurare le nostre bacheche personali da tutta una serie di contenuti inappropriati, che potrebbero destare una cattiva impressione. In alternativa si possono impostare filtri per la privacy abbastanza stringenti, ma comunque è sempre buona norma non esagerare troppo con contenuti bizzarri, che possono veicolare un’impressione sbagliata. Si tende ad avere attenzione eccessiva sul profilo Linkedin, che sicuramente è un canale primario per la raccolta di informazioni professionali. Anche in questo caso è utile controllare però che le informazioni in esso contenute siano coerenti con quelle che veicoliamo tramite il curriculum o la lettera di presentazione.
Se nella documentazione inviata all’azienda, che ci ha permesso di ottenere il tanto agognato colloquio, vi sono competenze o esperienze non confermate sul profilo Linkedin, rischiamo di dover giustificare questa discrepanza in fase d’incontro con i potenziali datori di lavoro, mettendoci in situazioni d’imbarazzo che non aiutano la buona riuscita della cosa. Analizziamo quindi i nostri profili, o magari facciamoci aiutare da qualche amico in questo, cercando di metterci nei panni di chi dovrebbe teoricamente affidarci un lavoro.
Come affrontare l’incontro con il selezionatore
Ora che abbiamo visto come preparare il colloquio nei giorni immediatamente precedenti, possiamo passare al fatidico giorno, quello in cui si svolge l’incontro vero e proprio con la persona deputata alla selezione del personale aziendale.
Partiamo con qualche concetto di base, che aiuta ad inquadrare bene l’atteggiamento da seguire per affrontare al meglio questa prova decisiva per l’ottenimento del lavoro.
La prima impressione
Un colloquio è prima di tutto un esplicito invito da parte di un’azienda interessata a conoscere meglio e valutare con attenzione le competenze di un potenziale candidato. Attenzione che quando si parla di competenze non si intende più solamente quelle strettamente professionali, ma anche quelle personali, che vengono identificate con il nome di soft skills. Quindi attenzione anche a piccoli dettagli che possono dire molto sulla nostra personalità e il nostro modo di essere.
Per dare la giusta impressione ecco alcune regole di base che valgono per tutti i colloqui e che sono le fondamenta di una solida prima impressione da dare
- Arrivare in orario (meglio ancora in anticipo di qualche minuto)
- Evitare di essere accompagnati da qualcuno
- Spegnere il telefono
- Essere puliti e in ordine
La sala d’attesa
Se si arriva con qualche minuto d’anticipo si può sfruttare questo tempo per carpire altre informazioni importanti. Guardarsi attorno, permette di entrare in sintonia con l’ambiente circostante, ed osservare le persone che già lavorano all’interno dell’azienda può farci capire come affrontare il colloquio da li a pochi minuti.
Ovviamente quando si attende di essere ricevuti è anche utile evitare di guardare compulsivamente il telefono, e magari si potrebbe optare per sfogliare qualche rivista, preferibilmente del settore d’interesse aziendale. Sembra una banalità, ma alcune ricerche hanno evidenziato come i selezionatori mettano consapevolmente alcuni trabocchetti, che li aiutano a capire la persona che si troveranno di fronte.
La fase del colloquio
Arriviamo quindi alla parte principale, quella che abbiamo tanto immaginato, cioè quella del colloquio vero e proprio. Ovviamente ognuno è diverso da un altro e non si possono sapere prima quali domande e quale piega prenderà l’incontro con il selezionatore. L’unica cosa da fare per prepararsi un minimo a questo momento è quella di pensare prima a quali domande potrebbero essere poste, sapendo che ne esistono alcune di facilmente prevedibili, che spesso sono utilizzate dai reclutatori.
Parlare di sé
Spesso la prima domanda è incentrata su una presentazione del candidato, quindi verrà presumibilmente chiesto di parlare di sé. Pertanto è buona norma preparare prima un piccolo discorso con cui intendiamo presentare noi e la nostra candidatura, facendo però attenzione a non dilungarsi troppo, ma comunque inserendo nella piccola introduzione informazioni sulla carriera svolta ma anche più personali, come luogo di provenienza, interessi e qualità che si pensa di possedere, utili alla posizione per cui ci si propone.
Altre domande da considerare
Oltre alla domanda sulla propria presentazione personale è bene considerare altre tipologie di quesiti che spesso si propongono ai candidati. Sono domande che possiamo anche catalogare come classiche, e proprio perché spesso utilizzate sono ottime per segnare una differenza tra sé e altri candidati e cercare quindi di fare colpo sul reclutatore.
- Che cosa sa fare bene?
- Quali sono i suoi punti deboli?
- Che traguardi ha raggiunto?
- Perché dovremmo scegliere lei?
Nonostante sembrino domande piuttosto banali, in realtà sono utilizzate come punto di riferimento per capire alcuni aspetti peculiari dei candidati. Preparare delle possibili risposte prima è consigliabile, sforzandosi di essere credibili, ma originali nelle risposte.
Porre delle domande
Ultimo consiglio da attuare è quello di dimostrarsi anche parte attiva nel colloquio ponendo delle domande al selezionatore. Ovviamente ad un primo incontro è sconsigliabile chiedere esplicitamente della paga o delle ferie, concentriamoci piuttosto sul fare domande pertinenti all’ambito lavorativo, cercando magari di prepararle in precedenza potendole sfruttare al momento opportuno durante la conversazione. Riuscire a fare domande interessanti avrà sicuramente un impatto positivo sulla propria candidatura e denota un interesse all’ambito lavorativo che sarà senza dubbio apprezzato
lascia un commento