Empatia: cos’è, come svilupparla, esempi e perché è importante
L’empatia è una delle principali soft skills richieste dal mondo del lavoro.
Già durante la fase di colloquio, il selezionatore cerca di comprendere il livello di empatia del candidato, ben conscio che la soft skill è imprescindibile per: sviluppare affinità con il gruppo di lavoro, prevenire l’insorgere di conflitti, gestire al meglio le relazioni con tutti i soggetti coinvolti.
In questo approfondimento vedremo ogni aspetto dell’empatia, partendo dall’etimologia e dalla definizione, per poi passare a come svilupparla e migliorarla di giorno in giorno.
Tabella dei contenuti
Empatia: definizione
Empatia, in inglese empathy, è comunemente definita come la capacità dell’essere umano di percepire le emozioni, positive e negative, degli altri esseri umani.
McDonald & Messinger, due importanti studiosi dello sviluppo emotivo hanno definito l’empatia come: la capacità di sentire o immaginare l’esperienza emotiva dell’altro.
Mentre Daniel Goleman, nel celebre libro “Emotional Intelligence” definisce l’empatia semplicemente come: sapere come si sente l’altro.
La parola, etimologicamente, deriva dal greco: “En + Pahos”, Empatheia. Già i greci utilizzavano la parola per indicare la capacità, propria in alcuni uomini, di mettere da parte il proprio io, riuscendo a calarsi nei panni dell’altro.
Identificare le passioni, lo stato d’animo e in generale il punto di vista dell’altro, significa essere dotati di empatia.
Cos’è l’empatia
L’empatia è dunque la capacità di riconoscere e condividere le emozioni dell’altro. Numerosi studi nel corso degli anni hanno portato a individuare diverse tipologie di empatia.
- Cognitiva
- Emotiva
- Compassionevole
- Patologica.
La prima, cognitiva, si manifesta quando siamo in grado di comprendere come si sente l’altro e i pensieri che ha in un preciso momento.
La seconda, emotiva, anche detta affettiva, può essere considerata di livello superiore, in quanto è definita come la capacità di condividere lo stato d’animo e le emozioni.
La terza, compassionevole, si manifesta quando, oltre comprendere l’altro, decidiamo anche di intraprendere un’azione, quando, in altri termini, il sentimento altrui ci spinge a fare qualcosa.
E infine vi è l’empatia patologica che assume una connotazione negativa. Questa è presente in coloro che percepiscono così intensamente le emozioni dell’altro tanto da causare un danno per sé stessi.
L’empatia è come vedremo un’importante capacità, utile nel mondo del lavoro come nella vita di tutti i giorni. Riuscire a comprendere l’altro aiuta nei rapporti quotidiani con amici e parenti, sul posto di lavoro, ma è anche un importante capacità che può portare alla risoluzione di grandi tematiche a livello geopolitico.
Non è un caso che l’ex Presidente degli USA, Barak Obama, riconobbe la mancanza di empathy come uno dei più grandi deficit della nostra società. Il Presidente disse inoltre che al giorno d’oggi abbiamo grande necessità di riuscire a metterci nei panni dell’altro.
Empatia: sinonimi e contrari
Il termine empatia non ha veri e propri sinonimi. Uno dei termini italiani più utilizzati come tale è “immedesimarsi”. Tuttavia, non sempre riuscire a immedesimarsi comporta un coinvolgimento di tipo emotivo.
Talvolta e sempre erroneamente empatia è associata a simpatia, ma anche in questo caso non si tratta di un sinonimo.
La simpatia, infatti, il cui termine deriva ugualmente dal greco sym-patéo, è definita similmente come la capacità di “sentire” le medesime emozioni dell’altro, riuscendo così a stabilire una connessione emotiva.
Al contrario dell’empatia però una persona può essere simpatica solo per le persone con le quali condivide modo di pensare, azioni e idee. Mentre una persona empatica riesce a comprendere, a connettersi e mettersi nei panni dell’altro, anche se non ne condivide il pensiero o le scelte.
Non a caso, una persona può essere simpatica per alcuni e poco o per nulla simpatica per altri. Mentre una persona empatica riesce ad esercitare questa capacità con chiunque.
Passando ai contrari, il contrario di empatia è alessitimia, un termine poco sentito e utilizzato. L’alessitimia si verifica quando una persona ha difficoltà a comprendere le emozioni altrui e ad esprimere le proprie.
Come sviluppare l’empatia
Come tutte le competenze trasversali o soft skills, anche l’empatia è in buona parte innata. Tuttavia, ciò non vuol dire che non possa essere sviluppata e migliorata.
Sviluppare l’empatia permette di vivere in maniera diversa e i risvolti positivi non mancano soprattutto sul posto di lavoro.
Inoltre, sviluppare questa soft skill vuol dire sentirsi più felici. Le persone empatiche sono più altruiste, più gentili, godono di migliori relazioni e si sentono meglio, come confermano diversi studi tra cui: Altruism in Humans di Daniel Batson.
Una persona empatica si riconosce quando:
- Desidera ascoltare davvero ciò che gli altri hanno da dire
- Pensa spesso ai sentimenti dell’altro
- Aiuta le persone in difficoltà
- Riconosce quando una persona non è sincera.
Vediamo quindi alcuni comportamenti tipici delle persone empatiche che possono aiutare a capire come migliorare e gestire questa importante capacità:
Osservare
Un primo esercizio molto semplice richiede semplicemente di osservare il mondo circostante.
Focalizzarsi sulle persone, sui dialoghi, sulle azioni aiuta a identificare le emozioni. Osservare gli altri può essere il primo passo per acquisire una capacità empatico cognitiva.
Ascoltare
Saper ascoltare o più precisamente saper praticare l’ascolto attivo è un tratto distintivo delle persone empatiche.
Quando un familiare, un amico o un collega è desideroso di raccontarci una storia, il consiglio è di ascoltarlo con attenzione, senza interromperlo e incoraggiandolo a proseguire la conversazione. In tal senso un aspetto da non sottovalutare è il linguaggio del corpo, il quale spesso comunica le nostre vere intenzioni.
La capacità d’ascolto è basilare e presente nei soggetti empatici che a loro volta sono i medesimi in grado di sviluppare la leadership.
Domandare
Strettamente collegato al punto precedente. Non è sufficiente ascoltare ma, come accennato, incoraggiare la discussione ponendo domande è un modo per far capire che si è all’ascolto e si è interessati a ciò che l’interlocutore sta raccontando.
È importante porre le domande giuste, quelle cioè che denotano un sincero interesse per i sentimenti, i punti di vista e le preoccupazioni dell’altro.
Non giudicare
Un’altra caratteristica delle persone empatiche è la loro capacità di sospendere il giudizio. Spesso le situazioni sono più complesse di quel che sembrano.
Evitare di ragionare per stereotipi, esprimendo giudizi negativi basati su supposizioni personali, è un comportamento che agevola lo sviluppo dell’empatia.
Riconoscere il sentimento
Una delle caratteristiche più importanti, presenti nei soggetti empatici, è la capacità di riuscire a riconoscere i sentimenti dell’altro e di conseguenza comprenderne le azioni.
Riconoscere quando un collega è particolarmente deluso, stressato, demotivato, aiuta enormemente l’instaurarsi di un rapporto cordiale e sincero.
Così facendo è possibile dare un giusto consiglio ed essere realmente utili per il prossimo.
Essere curiosi
Essere curiosi e spingersi al di fuori della propria comfort zone può aiutare a sviluppare l’empatia. Ad esempio, decidere di frequentare persone molto diverse da sé stessi per religione o idee politiche, agevola la comprensione della diversità.
Si può pensare di viaggiare di più, di cogliere nuove opportunità come dedicarsi al volontariato. Sono molteplici le azioni che possono essere intraprese per agevolare lo sviluppo dell’empatia.
Agire e dare supporto
Riuscire a offrire un concreto aiuto conclude il processo empatico. Si tratta probabilmente della parte più difficile.
Dopo aver ascoltato ed essere riusciti a comprendere a fondo i sentimenti dell’altro, la persona empatica è anche in grado di agire, riuscendo ad offrire un concreto aiuto e supporto alla persona in difficoltà.
Empatia e lavoro
L’empatia sul posto di lavoro è determinante. I titolari d’azienda e i selezionatori sono sempre più alla ricerca di candidati empatici e con capacità di leadership, tanto che è comune sentire dell’importanza della leadership empatica.
Un leader empatico si dimostra tale quando assume dei comportamenti e degli atteggiamenti altruistici, che possono manifestarsi ad esempio ponendo massima attenzione ai particolari.
Molti lavori infatti hanno bisogno di team affiatati al fine di esser svolti al meglio. Ogni team di lavoro ha bisogno di figure sì competenti ma anche empatiche, che sappiano supportarsi a vicenda.
In questo modo le esigenze di tutti risultano tenute in considerazione, gli incarichi sono distribuiti secondo i punti di forza di ognuno, la comunicazione è rapida ed efficace.
Inoltre, soprattutto nei periodi di forte stress, riuscire a capire chi tra i lavoratori è particolarmente provato, a rischio burnout, e offrire lui un aiuto concreto, può essere estremamente determinante per il benessere del singolo e dell’attività stessa.
L’empatia è importante sul posto di lavoro e apporta numerosi vantaggi:
Comunicazione
Empatia e capacità comunicative sono due temi strettamente legati.
Un lavoratore empatico è in grado di comunicare nel modo giusto. Ascolta attivamente ciò che gli viene detto, adatta il tono della voce e il registro linguistico a seconda della situazione.
È inoltre consapevole riguardo ciò che comunica il linguaggio del corpo. Tutti questi aspetti si trasmettono in una migliore comunicazione, le incomprensioni risultano minime e di conseguenza è più semplice raggiungere gli obiettivi.
Migliori rapporti
Anche i rapporti tra i colleghi e tra colleghi e superiori migliorano. Grazie all’empatia le esigenze di tutti sono tenute in considerazione, i feedback negativi vengono accettati di buon grado, le critiche gestite al meglio e tutti i componenti del team di lavoro si impegnano a prevenire l’insorgere dei conflitti.
Stimola la creatività
Miglior comunicazione e migliori rapporti, rendono il luogo di lavoro perfetto per stimolare la creatività.
Professioni come grafici, architetti, social media manager e in generale tutti i lavori creativi, possono solo trarre grandi benefici da un team di lavoro empatico, pronto ad aiutarsi e a risolvere sul nascere ogni eventuale conflitto e tensione.
Migliori opportunità
E infine, sviluppare l’empatia può portare risultati insperati anche per la propria carriera.
Migliori rapporti, portano a costruire un network di contatti valido e di conseguenza anche le opportunità lavorative ne beneficiano.
Esempi di empatia
Possono essere riportati numerosi esempi di empatia. Così come sono molte le professioni che la richiedono.
Oltre alle già citate professioni creative, si pensi all’importanza dell’empatia per lavoratori quali: insegnanti, medici o avvocati.
Vediamo quindi come questa soft skill si manifesta concretamente, riportando tipiche situazioni presenti in vari contesti lavorativi:
Studenti in difficoltà
Per un insegnante, l’empatia risulta fondamentale al fine di riuscire ad aiutare e comprendere uno studente in difficoltà. Le difficoltà possono essere diverse. Da un problema di rendimento, fino a delicati episodi di bullismo.
Pazienti preoccupati
Un medico, un dentista, un operatore socio sanitario e tutte le professioni del settore, quotidianamente sono chiamate a relazionarsi con persone spaventate.
In questo ambito l’empatia è basilare perché permette di mettersi nei panni dell’altro, riuscendo a tranquillizzarlo e rassicurarlo.
Persone bisognose di aiuto
L’empatia è altresì in imprescindibile per svolgere al meglio professioni di aiuto quali: il life coach, business coach, psicologo e psichiatra.
In questo caso le persone hanno chiaramente bisogno di aiuto. Sicuramente stanno attraversando un periodo delicato della propria vita.
Riuscire a comprendere quali sono i problemi e offrire soluzioni concrete per risolverli richiede necessariamente molta empatia.
Aziende e lavoratori in difficoltà
Anche svolgere lavori come life coach, career coach o business coach, necessita di professionisti empatici.
In questo caso i professionisti si trovano a fronteggiare diverse situazioni complesse da risolvere: dall’aiutare un lavoratore a progredire nella propria carriera, a risolvere i problemi di un’intera azienda.
Empatia, compassione e intelligenza emotiva
Non bisogna confondere l’empatia con la compassione. Essere compassionevoli è un atteggiamento che più si avvicina all’avere pietà delle sventure e dell’infelicità dell’altro. La compassione non crea il medesimo coinvolgimento emotivo proprio nelle persone empatiche.
Al contrario, empatia e intelligenza emotiva (emotional intelligence) sono strettamente collegate tra loro.
Ad essere precisi, l’Empatia è una delle 5 componenti, individuate da Goleman, che definiscono una persona dotata di intelligenza emotiva, insieme a:
Consapevolezza
La capacità di identificare le proprie emozioni, evitando che i sentimenti possano prendere il sopravvento. Un’ottima consapevolezza implica conoscere i propri punti di forza e debolezza e giusti livelli di fiducia in sé stessi.
Autocontrollo
La capacità di riuscire a gestire le emozioni, lo stress e le tensioni. Riuscendo così a raggiungere un perfetto equilibrio con sé stesso e gli altri. L’autocontrollo lo ritroviamo nelle persone flessibili, coscienziose ed integre moralmente.
Motivazione
Intesa come la capacità di focalizzarsi e raggiungere gli obiettivi, personali e di squadra. La motivazione spinge le persone verso l’autorealizzazione ed è strettamente collegata all’impegno, allo spirito d’iniziativa e all’ottimismo.
Abilità sociali
L’insieme di abilità o competenze sociali che permettono di gestire al meglio le proprie relazioni. Appartengono a questa categoria, la capacità di leadership, di gestione dei conflitti, ma anche le tecniche di persuasione.
Non provare empatia: cause ed effetti
Non tutti riescono a provare empatia verso gli altri. Essere privi di questa capacità può rappresentare un limite allo sviluppo della carriera lavorativa e causare problemi relazionali con gli amici e con i familiari.
L’empatia, sebbene in parte sia innata, come abbiamo visto può essere comunque esercitata e allenata.
Il primo passo però è avere la consapevolezza di non essere particolarmente empatici.
La mancanza di empatia si manifesta in molti modi:
- Non riuscire a perdonare le persone;
- Non essere disposti ad ascoltare i problemi altrui;
- Pensare che il proprio comportamento non si ripercuota nei rapporti;
- Aggredire verbalmente l’altro;
- Criticare gli altri.
È possibile, inoltre, individuare i perché una persona è poco empatica. Queste possono essere sia di carattere genetico, ma anche: i rapporti sociali, i rapporti con i genitori e il contesto culturale in cui si vive sono aspetti che possono influenzare.
Secondo alcune fonti anche il genere influenza l’empatia. In particolare, uno studio presente su ScienceDirect evidenzia che nei testi di misurazione dell’empatia le donne, generalmente, ottengono risultati migliori.
Tra gli effetti, si segnalano:
Problemi relazionali
Le persone poco empatiche hanno maggiori possibilità di avere problemi con gli altri. Le persone infatti avvertono una barriera che li porta a sentirsi poco compresi. Tale aspetto potrebbe portare ad avere problemi nello stabilire relazioni durature.
Problemi di comunicazione
Non riuscire a comprendere i sentimenti dell’altro ha conseguenze negative anche nella comunicazione.
Le persone possono ad esempio interpretare nel modo sbagliato una situazione e ciò che l’interlocutore sta cercando di dirgli.
Rapportarsi con chi è privo di empatia
Relazionarsi con chi è privo di empatia può essere un vero problema, soprattutto se la persona è il proprio datore di lavoro.
Sul posto di lavoro, infatti, i problemi potrebbero essere molteplici. Il datore potrebbe essere poco flessibile nel concedere giorni di permesso, nel pianificare insieme i periodi di ferie, come anche le discussioni e le tensioni potrebbero essere all’ordine del giorno.
In questi casi, tralasciando l’estrema decisione di cambiare lavoro, bisogna cercare di essere il quanto più pazienti possibili e non lasciare che la mancanza d’empatia dell’altro comprometta i propri livelli di sicurezza e autostima.
Non è semplice rapportarsi con chi è privo di empatia, tuttavia si possono prendere alcuni accorgimenti:
Non prenderla sul personale
Non bisogna ritenersi responsabili della mancanza di empatia altrui. Rimuginare sugli episodi non apporta alcun beneficio a sé stessi. Il consiglio è di provare a non prenderla sul personale, cercando di lasciarsi coinvolgere il meno possibile.
Non aspettarsi un cambiamento
Difficilmente le persone da non empatiche diventano empatiche. Cercare di cambiare un lato della personalità così importante è impossibile. L’unica cosa che si può fare è cercare di stabilire dei limiti, impedendo che la situazione arrivi troppo a coinvolgere la propria quotidianità.
Allontanarsi
E infine, relazionarsi con una persona per nulla empatica può causare momenti di dolore e angoscia, i quali possono diventare un problema per la propria carriera lavorativa e il proprio work life balance. Se la situazione diventa insostenibile, l’unica soluzione è prendere le distanze.
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