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I guadagni delle aziende multinazionali

I guadagni delle aziende multinazionali sono uno dei temi che periodicamente torna ad essere oggetto di dibattito pubblico e politico.

Secondo quanto emerso nel report 2020 di Tax Justice i paesi nel mondo non incassano un totale di 427 miliardi di USD per via delle tasse non versate da parte delle società multinazionali.

Dei 427 miliardi, quasi 245 possono considerarsi persi in quanto le multinazionali hanno, ad oggi, la facoltà di spostare i propri profitti nei così detti paradisi fiscali, riuscendo così a versare meno tasse.

In Europa l’ammontare è di 80 miliardi di USD di cui oltre 12 miliardi nella sola Italia.

Profitti delle multinazionali non dichiarati al fisco

La prassi messa in atto da molte multinazionali di non dichiarare e versare le tasse dovute al paese dove hanno generato un profitto, ma di preferire paradisi fiscali dove la tassazione è più bassa, secondo il suddetto report, comporta ai paesi a basso reddito una perdita di circa il 5,8% del gettito fiscale. Nei paesi ad alto reddito del 2,5%.

Ne consegue che, in proporzione, quando una multinazionale non dichiara i propri guadagni colpisce più i paesi a basso reddito rispetto ai paesi ricchi, quelle cioè che la Banca Mondiale classifica come stati dal reddito pro capite lordo basso o medio basso.

Il country-by-country report

L’Europa ha più volte tentato negli anni di fermare la prassi messa in atto dalle multinazionali di dichiarare i propri guadagni nei paesi che offrono una tassazione vantaggiosa.

Dal 2016, infatti, esiste un programma “country-by-country” che attende solo di essere approvato e che prevede l’obbligo per le società multinazionali di rendicontare le attività svolte in ogni Paese.

In questo modo ogni stato avrebbe a disposizione nero su bianco un documento così da poter comprendere quali sono i profitti della multinazionale, ma soprattutto in quale stato ha pagato le tasse.

Il programma recepisce la quasi totalità delle raccomandazioni contenute nel report OCSE 2015 che ha l’obiettivo di fermare il trasferimento degli utili da parte delle multinazionali verso altri paesi.

Country-by-country inoltre, propone di introdurre:

  • Limiti agli interessi passivi

Una prassi che si verifica quando la multinazionale effettua un prestito ad alto tasso di interesse da una società appartenente al medesimo gruppo ma con sede in un paradiso fiscale. Ciò permette di ottenere una riduzione degli oneri fiscali.

  • Switchover rule

Mira a contrastare il mancato pagamento della doppia tassazione. La multinazionale, infatti, ha la possibilità di controllare una società con sede in un paradiso fiscale e distribuire i dividendi direttamente da quest’ultima così da evitare la tassazione.

  • Diritti di proprietà

La direttiva si rivolge altresì alle multinazionali ad alto tasso innovativo. Queste nonostante realizzino brevetti all’interno del territorio UE sono soliti attribuire i diritti di proprietà a società con sede nei paradisi fiscali. Ciò porta che i profitti generati possono essere legalmente trasferiti alle società sussidiarie residenti extra UE.

  • Antiabuso

In ultimo, la norma anti abuso punta ad evitare accordi tra la multinazionale e i paesi Membri senza che vi sia un’evidente ragione di tipo commerciale. La norma sembra essere rivolta principalmente per frenare gli accordi presi da paesi quali: Lussemburgo Olanda e Irlanda.

Ad oggi, nel 2021, l’ultima riunione sul tema e riportata sul sito ufficiale del Consiglio dell’Unione Europea sul tema è: Il Consiglio Economia e finanza del 21 gennaio 2020.

Dalla riunione tra i ministri delle finanze vi è stato uno scambio di pareri sulla: riforma generale della tassazione internazionale delle società.

Si sottolineano le parole di Zdravko Marić ministro delle finanze della Croazia che ha riconosciuto come i processi di digitalizzazione in atto richiedono di adeguare le norme in particolare per quanto riguarda l’ambito fiscale.

Dal dibattito inoltre è emersa la necessità di una tassazione digitale internazionale che eviterebbe scompensi tra un paese e all’altro.

In conclusione, i lavori volti a far pagare i guadagni delle multinazionali nello stesso paese in cui sono stati effettivamente maturati sono in corso ma probabilmente sarà necessario aspettare ancora prima che il fenomeno possa considerarsi definitivamente debellato.

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