Il significato e i diversi stili di leadership
Il concetto di leadership è teorizzato e applicato a numerosi contesti della vita quotidiana. Sul posto di lavoro è importante avere in organico una o più personalità leader, così come nelle società in senso lato si pensi alla figura del leader nella politica o nello sport.
Comprendere appieno cosa significa leadership, come si applica e quali miglioramenti effettivi tale soft skill può apportare in diversi ambiti, significa innescare un processo di influenza positiva sugli altri finalizzato al raggiungimento degli obiettivi.
In questo articolo, tratteremo numerosi aspetti legati alla leadership partendo dal significato e dalla definizione. Nei paragrafi successivi sono trattate le differenze tra leader e leadership, tra leader e capo, si vedranno le varie tipologie di leadership e come queste possono essere sviluppate e migliorate. Infine sono proposti alcuni test valutativi.
Tabella dei contenuti
Leadership: definizione
La leadership è comunemente riconosciuta come un valore positivo. Può essere definita come la capacità che una persona ha nel guidare un gruppo verso uno scopo.
Dietro tale e apparentemente semplice definizione vi sono numerose conseguenze. Avere leadership, o essere chiamati a esercitarla, vuol dire infatti: prendere decisioni difficili, a volte non condivise, individuare e raggiungere entro tempi stabiliti gli obiettivi, saper individuare all’interno delle organizzazioni le giuste persone a cui affidare i compiti, prevenire l’insorgere di conflitti, essere pronti a trovare soluzioni creative e innovative, adeguarsi ai cambiamenti.
È interessante la definizione data dall’Ex Presidente degli Stati Uniti Eisenhower, il quale definì la soft skills in questione come: l’arte non solo di convincere l’altro a fare un qualcosa, ma anche di motivarlo a tal punto da convincerlo sull’assoluta importanza della cosa da fare.
Leadership: significato
La definizione riportata nel paragrafo precedente aiuta a comprendere il significato e le conseguenze.
La leadership non è un’autoinvestitura, ma è attraverso il consenso che una persona può esercitarla.
Si tratta, in altri termini, di riuscire a creare una visione condivisa, di riuscire a ispirare e definire un obiettivo da raggiungere.
Si evidenzia, a completamento, che un leader non è necessariamente coinvolto nelle azioni e nei compiti da lui individuati. Spesso ricopre un ruolo di supervisione e coordinazione e ciò ci introduce ad una delle capacità più importanti e proprie di questa particolare qualità: la capacità di delegare.
In definitiva, sebbene esistano molteplici modelli di leadership, nel mondo del lavoro, tale qualità è attribuita a coloro che riescono a prendere decisioni e allo stesso tempo convincere gli altri a seguirli.
I diversi stili di leadership
Non esiste una sola tipologia di leadership. Negli anni sono state sviluppate numerose teorie che hanno portato a individuare diversi stili di leadership.
I lavori di Daniel Goleman, Richard Boyatzis, e Annie McKee, sono considerati una pietra miliare.
Gli studiosi hanno individuato 6 diverse tipologie. Ogni stile ha un impatto differente sulle persone siano queste: lavoratori, componenti di un medesimo team sportivo o anche potenziali elettori.
Adottare uno o l’altro stile dipende dal momento, dalla tipologia di persone con le quali bisogna confrontarsi e dagli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere.
Un leader a 360° è colui che conosce e sa come intercambiare gli stili a seconda del momento.
Gli stili sono: autorevole, coaching, affiliativo (o sociale), democratico, coercitivo e pacesetting “del ritmo”
Autorevole
Il leader autorevole o visionario è caratterizzato da una forte empatia verso il gruppo da lui gestito. Indica con fermezza la direzione da intraprendere e lascia allo stesso tempo una certa libertà ai team. Questi devono essere cioè in grado di arrivare autonomamente alla soluzione di un determinato problema.
Tale tipologia di leadership la ritroviamo spesso nei reparti dedicati al marketing e alla comunicazione. È in questi contesti che lo sviluppo di nuove tecniche di vendita può portare ai risultati sperati, soprattutto quando si è guidati per l’appunto da figure che sappiano indirizzare il proprio team verso la direzione tracciata.
Coaching
È la leadership che ritroviamo negli allenatori sportivi o personali, quali ad esempio i life coach. Questi hanno la caratteristica di incoraggiare continuamente il gruppo di persone con le quali lavorano, sono empatici e si concentrano molto sul dialogo come mezzo per definire gli obiettivi e organizzare il lavoro.
Secondo gli esperti, i leader allenatori hanno un impatto positivo sulle persone le quali si sentono motivate e spinte dall’energia e la fiducia che il leader riesce a trasmettere.
Possono essere molteplici i campi di applicazione di tale stile di leadership. Ad esempio, può essere necessario avvalersi di queste personalità per incoraggiare e motivare i team ad acquisire nuove competenze, ma anche per fornire a questi ultimi una figura con la quale confrontarsi. In quest’ultimo caso, il leader assume anche il ruolo di mentore.
Affiliativi
Il leader affiliativo o sociale è una personalità più di altre in grado di creare tra le persone un legame emotivo e una connessione sociale. Si tratta di figure inclusive, che promuovono la diversità, prevengono l’insorgere dei conflitti, creano un ambiente cordiale e di fiducia.
Ottimismo e comprensione dei bisogni dell’altro, sono queste le due caratteristiche principali dei leader affiliativi o sociali, i quali hanno l’obiettivo di intercettare le esigenze dei lavoratori e di far in modo che queste siano soddisfatte al fine di mantenere alto il morale e la produttività.
I leader affiliativi hanno dunque l’obiettivo di trasformare un insieme di lavoratori in una squadra affiatata, di creare un clima disteso, di promuovere il dialogo e le relazioni. Tutti aspetti che permettono di raggiungere gli obiettivi, di ridurre i tassi di turn over e i conflitti.
Democratico
Lo stile di leadership democratica ha come primo obiettivo promuovere la collaborazione tra le persone. Similmente al leader sociale, anche in questo caso l’ascolto ha un ruolo determinante.
Il leader democratico è colui che cerca quindi di coinvolgere il più possibile i lavoratori, spronandoli a fornire nuovi spunti, idee e contributi. Si tratta di una forma di leadership che funziona particolarmente all’interno di gruppi di lavoro composti da persone esperte e competenti.
Pacesetting
Il leader pacesetting, che potrebbe essere tradotto in italiano come “del ritmo”, ha come obiettivo il raggiungimento dei risultati. Tutte le sue azioni sono orientate su questi ultimi. È una figura che promuove l’eccellenza, il duro lavoro e pretende elevati standard qualitativi.
Non sempre è indicato interfacciarsi in questo modo con i team di lavoro, i quali potrebbero essere soggetti a continua pressione e burnout; tuttavia, quando si ha la necessità di ottenere un risultato in tempi brevi, queste figure possono essere altamente funzionali. Sono figure che ritroviamo in ambienti di lavoro abituati a lavorare sotto pressione, dove spesso i contratti di lavoro prevedono benefit al raggiungimento degli obiettivi.
Coercitivo
Il leader coercitivo, come suggerisce il termine, è colui che esercita al massimo l’autorità. Prende decisioni senza confrontare tutti i coinvolti, lascia poco spazio al dibattito, prende decisioni impopolari e in breve tempo.
Tale esigenza, sebbene spesso abusata, si concretizza in particolari momenti di crisi, quando non vi è spazio per leadership democratiche ma bisogna in poche ore risolvere la situazione.
Leader e leadership
Leader e leadership non sono assolutamente sinonimi. Si può essere leader senza avere alcuno dei 6 stili di leadership elencati nel paragrafo precedente. Allo stesso modo, si può essere dotati di leadership pur non ricoprendo una posizione aziendale elevata, ad esempio da manager o dirigente.
La leadership, come ogni soft skill è difficile da sviluppare. Il primo passo, ad ogni modo, è avere la consapevolezza che essere un capo non necessariamente significa essere dotati di leadership.
Se da un lato la leadership e le capacità gestionali, proprie in un manager, in un certo senso si sovrappongono. Dall’altro essere a capo di un team non vuol dire automaticamente avere leadership.
Vediamo alcuni esempi volti a chiarire le differenze tra leadership, leader e capo (o manager).
Una prima differenza tra leader e capo è che mentre il primo stabilisce gli obiettivi da raggiungere, li motiva, crea un ambiente favorevole al dialogo, tiene conto delle diverse personalità e abilità di un team di lavoro, il secondo si limita a impartire gli ordini.
Mentre i leader pongono la squadra e le esigenze aziendali al primo posto, i secondi tendono a pensare in chiave individualistica, cercando fondamentalmente le migliori opportunità per la propria carriera.
Infine, i leader tendono a valutare il morale, la crescita e i progressi del team, fornendo feedback. I capi o manager (non dotati di leadership) tendono più a basarsi sui dati analitici per misurare le prestazioni.
Perché è importante la leadership?
Il concetto di leadership assume diverse forme e definizioni, ma l’importanza è universalmente riconosciuta. È parte vitale della gestione aziendale e vero motore verso il raggiungimento dell’eccellenza. Come affermato da Jerome Taillard, professore al Babson College: “La leadership ispira, motiva e dà una direzione, un obiettivo comune a cui aspirare”.
Si tratta di una soft skill sempre più richiesta dalle aziende e necessaria anche per chi desidera mettersi in proprio. La capacità di trovare soluzioni creative e di coinvolgere le persone motivandole verso una direzione comune e condivisa, oggi conta più che mai.
È proprio la capacità di riuscire a motivare e ispirare le persone il vero punto focale che porta alla costruzione di team di lavoro efficienti, organizzati e dalle elevate prestazioni.
Tutti questi requisiti, in un mondo del lavoro globalizzato, competitivo e digitalizzato risultano assolutamente imprescindibili per il successo.
A riprova di ciò vi sono alcune ricerche si sono concentrati sugli effetti della leadership passiva. Questa si manifesta quando i capi o i manager delle organizzazioni lasciano lavorare i team non agendo in nessun modo, scegliendo quindi un approccio passivo intervenendo solo quando non vi è alternativa.
Come confermato in uno studio di Brian e C. Holtz, negli ambienti di lavoro la leadership è assolutamente necessaria onde evitare numerosi problemi: scarsa produttività, difficoltà a individuare le gerarchie, aumento dei conflitti.
In definitiva, un valido leader è colui sì in grado di lasciare e valorizzare il dipendente, cercando di valorizzarne il talento e cercando di intercettarne i bisogni, ma non può, allo stesso tempo, adottare la politica del laissez-faire, che, come dimostrano numerose evidenze, è altamente dannosa per il benessere dei dipendenti e per la produttività aziendale.
Come sviluppare la leadership
Impegnarsi nello sviluppare la leadership può essere utile indipendentemente dall’attuale posizione lavorativa. Dimostrare di saper guidare un gruppo con empatia e capacità di ascolto è una qualità che difficilmente resta nascosta e potrebbe essere il motivo primario che permette una carriera di tipo orizzontale.
A un certo punto della propria carriera, infatti, bisogna considerare che sebbene affinare le proprie competenze hard o dure sia importante, non si possono lasciare indietro i processi di auto miglioramento delle proprie competenze trasversali.
Alcune persone risultano dei leader naturali, già da ragazzi si dimostrano empatici, coinvolgenti e in grado di guidare un gruppo di persone, altri invece hanno bisogno di pratica ma possono comunque ambire a sviluppare questo importante tratto della personalità.
Come sviluppare quindi la leadership? Vediamo alcuni consigli e buone pratiche.
Disciplina
La leadership si fonda sulla disciplina. Ispirare e guidare gli altri è infatti possibile solo se si è i primi a dare il buon esempio. È dunque necessario: rispettare le scadenze, essere motivati, accettare il confronto, essere disposti all’ascolto.
Le persone dovrebbero, in altre parole, rivedersi, riconoscersi e prendere come modello il leader. In questo modo sono più propense ad ascoltarlo e seguirlo.
Avere pazienza
Non è possibile proclamarsi leader di un gruppo. È un riconoscimento, infatti, attribuito dagli altri in modo naturale con il tempo e soprattutto grazie ai risultati raggiunti.
Lavorare sulla propria persona, raggiungere gli obiettivi prefissati, essere determinanti nei momenti di maggiore difficoltà sono tutti aspetti che permettono di vedersi riconosciuti come leader non per la carica ricoperta ma per la personalità.
Responsabilità
Per sviluppare la leadership è necessario assumersi delle responsabilità. Cercare di evitare i compiti più ardui, rimanere nell’ombra, non accettare sfide e progetti complessi non sono atteggiamenti corretti da seguire. Per essere notati e riconosciuti bisogna uscire dalla propria zona di comfort, trovare soluzioni nuove e creative.
Riconoscere i meriti
Un vero leader è colui che per primo sa riconoscere i propri limiti. Ammettere che nel team di lavoro c’è un profilo più adatto a svolgere un determinato compito è indice di personalità leadership, la quale, come evidenziato in precedenza, significa fare scelte orientate verso il bene della collettività.
Prevedere
Per diventare una buona leadership, bisogna altresì dimostrare di avere ottime capacità di prevedere le tendenze e gli scenari futuri. Tale abilità, sebbene difficile da sviluppare, risulta il frutto delle esperienze e della voglia di mettersi in gioco.
Quando si riesce a: evitare i conflitti prima che insorgano, prevedere alcuni cambiamenti che possono influenzare le vendite o la reputazione del brand, allora significa che si è sulla buona strada.
Comunicazione
Lavorare sulle proprie capacità comunicative è oltremodo importante.
Riuscire a far passare il proprio pensiero, adeguando il registro linguistico, scegliendo i termini in maniera appropriata sono tutte doti necessarie nel leader, il quale, dev’essere dotato di numerose altre soft skills.
Obiettivi raggiungibili
I grandi leader della storia sono coloro che hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati.
È importante però stabilire obiettivi effettivamente raggiungili in un arco di tempo definito cercando di porsene sempre di nuovi più stimolanti.
Ammettere il fallimento
Avere leadership non significa avere i superpoteri o essere degli eroi.
Anche i migliori sbagliano ma la differenza è come si approccia l’errore e il fallimento. Invece di trovare scusanti o attribuire le responsabilità a terzi, un leader riconosce i propri errori, impara da questi, si confronta con gli altri.
Test per valutare la leadership
Se non si è sicuri sul proprio grado di leadership, il suggerimento è di provare alcuni test prepararti per valutare la leadership.
I risultati possono essere utili per chi ha il desiderio di migliorarsi sviluppando una soft skills che, come abbiamo visto, è particolarmente importante per la carriera di ogni lavoratore.
I risultati, inoltre, possono essere utili anche per individuare in quali tratti si è carenti e in quali invece si è già predisposti.
MindTools
Il test proposto da Mindtools si rivolge a ogni categoria di lavoratore e ogni tipologia di carriera. Ad esempio, la leadership potrebbe essere fondamentale per diventare sindaco, come anche per ambire a un’alta carica dirigenziale.
Il test in questione, direttamente online, si basa su 18 domande a risposta multipla. Alcune delle domande sono:
Quando assegno un compito, valuto prima le capacità e i punti di forza delle persone
- Sono solito dubitare di me stesso
- Mi aspetto il massimo dagli altri
- Pretendo che le persone lavorino più di me
- Cerco di comprendere i sentimenti delle persone;
I risultati, determinati dal punteggio ottenuto, forniscono alcuni utili suggerimenti per sviluppare le proprie capacità di leadership.
Psych Tests
Secondo Psych test differisce dal primo perché più orientato alla sfera psicologica. È richiesto di rispondere a 56 domande in 15 minuti. Il test punta a evidenziare se si è dotati delle capacità morali e personali per diventare un buon leader. Anche in questo caso, al termine delle domande viene fornito un report valutativo.
Alcune domande sono:
- Divido i grandi progetti i piccoli progetti più gestibili;
- Le persone pensano che sia pessimista;
- Mantengo la calma anche sotto stress;
- Mi ritengo il primo responsabile quando le cose non vanno bene;
- Ho una visione chiara degli obiettivi da raggiungere;
- Mi arrabbio per cose insignificanti.
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