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Un sorriso vi farà trovare lavoro

I datori di lavoro vogliono assumere persone felici e sorridenti. Devo dirvi che è proprio vero. Non ci credete?

Vi faccio un esempio molto concreto e casualmente l’esempio utilizza l’ultimo colloquio di lavoro che ho seguito all’interno dell’organizzazione dove attualmente lavoro. Dovevamo scegliere un contabile per la gestione di alcuni lavori per il settore finanziario come pagamenti, acquisti e verifiche finanziare.

Sapete cosa è successo? Al momento mi ero abbastanza sorpreso e ora capirete il perché.

Eravamo alla fase finale della selezione, un colloquio di lavoro con il grande capo. In teoria il candidato “ideale” era già era stato scelto, le carte erano tutte pronte e bastava solo l’ultima firma per procedere con l’assunzione.

Ma prima facciamo un piccolo passo indietro, un annuncio di lavoro viene pubblicato nei classici canali per ricevere i candidati che potrebbero essere interessati a lavorare con la nostra organizzazione. Riceviamo circa 300 applicazioni, una prima fase di selezione riesce a definire una lista di circa 20 persone da invitare ad una prima scrematura professionale, dai 20 candidati i migliori 4 candidati vengono invitati ad un secondo colloquio tecnico con i top manager, un rappresentante dei sindacati e una delle persone, si sono io, che lavoreranno direttamente con la persona che verrà selezionata.

I due candidati che hanno avuto le migliori performance nei test scritti fanno un colloquio di livello medio, medio basso. Forse l’emozione, forse avevano capacità migliori negli scritti o non avevano capacità di public speaking o di presentazione. Invece, i due candidati che erano al terzo e al quarto posto fanno un colloquio molto buono, il migliore candidato al colloquio ha una ottima presentazione e conoscenza tecnica grazie anche all’ultima esperienza lavorativa che era molto simile al futuro lavoro. Il secondo migliore candidato non era il migliore ma dava una buona impressione, ma in accordo con i top manager si è preferito il candidato che ha avuto la migliore performance nell’ultimo colloquio.

Torniamo all’ultima fase della selezione, il colloquio con il grande capo.

Il miglior candidato dell’ultimo colloquio si presenta, parla del più e del meno, racconta della sua esperienza lavorativa e della sua storia. Alla fine del colloquio tutti e tre i selezionatori parlano dell’intervista ma, c’e’ un grande “ma”, qualcosa che mancava. Non era il modo di vestirsi, anche se probabilmente il modo di vestirsi trasandato ha dato una mano a creare quel dubbio. Sapete cosa era? Ve lo dico dopo aver scritto due righe del secondo candidato.

Ecco il secondo candidato, come nel primo colloquio si presenta, parla della propria esperienza lavorativa, della sua storia e il colloquio finisce.

Alla fine del secondo colloquio tutti e tre ci guardiamo e quasi leggendoci nella mente capiamo che il primo candidato non è la persona ideale per la nostra organizzazione, il secondo anche se con meno esperienza o meno conoscenze tecniche ci ha impressionato, sorridente, positivo e vestito in modo frizzante. Decidiamo che e’ il candidato ideale per la nostra organizzazione.

Finita qui la storia? No, non ancora. Completo il lavoro con il grande capo e l’altro collega, re-inizio nuovamente a fare il mio lavoro e casualmente passo nell’ufficio della segretaria. Si accenna al fatto che abbiamo finito il colloquio con i due candidati. E sapete cosa? La segretaria inizia a parlare bene, molto bene, del secondo candidato. Tutto il discorso della segretaria era perfettamente allineato con le nostre conclusioni avute per il secondo candidato.

La conclusione? Sorridete, probabilmente vi farà trovare il vostro lavoro ideale.

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