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Antropologo: chi è, cosa fa, e sbocchi lavorativi

Diventare antropologo è una scelta affascinante. Studiare antropologia può riservare una carriera lavorativa densa di soddisfazioni e in costante evoluzione.

L’antropologia nasce ufficialmente nel 1800, ma già durante l’antichità sono stati ritrovati alcuni studi sulle differenze tra i popoli.

Nel corso di questo approfondimento scopriremo cosa fa l’antropologo, cosa studia e tutti gli aspetti inerenti alla disciplina e alla professione: i possibili sbocchi lavorativi e i guadagni.

Antropologo: chi è

L’antropologo è la figura esperta di antropologia. Il termine deriva dal greco: anthropos (uomo) e logia (studio): lo studio dell’uomo.

Si tratta quindi di un esperto di umanità. Svolge attività di studio e di ricerca occupandosi, a seconda dei casi, delle civiltà antiche e delle civiltà moderne. Studia i comportamenti, le culture e l’evoluzione.

La figura è un punto di riferimento per l’analisi e la comprensione di grandi temi presenti e passati che coinvolgono l’umanità. La povertà, le disuguaglianze, la globalizzazione.

Indipendentemente dall’ambito in cui si decide di specializzarsi, una definizione di antropologia è stata fornita da lfred L. Kroeber a cavallo tra l’800 e il ‘900: “La più umanistica delle scienze, la più scientifica delle discipline umanistiche”.

L’antropologo non è un archeologo. L’archeologia è considerata una branchia. Non è uno storico, il quale fotografa e analizza gli eventi da una prospettiva differente.

L’antropologia si è evoluta enormemente negli ultimi decenni. Fino alla metà del ‘900, gli antropologi erano dei viaggiatori, che si dedicavano, quasi esclusivamente, alla ricerca, l’analisi e lo studio di popolazioni antiche, lontane e profondamente diverse da quelle occidentali.

Oggi è molto di più. È una scienza che trova applicazione in diversi ambiti:

  • giuridico
  • filosofico
  • linguistico comunicativo
  • archeologico
  • fisico e biologico.

Cosa studia l’antropologo

Coloro intenzionati a diventare antropologi possono concentrarsi in uno o più dei macro-ambiti qui di seguito riportati.

Cultura e società

Primariamente l’antropologia si occupa di ogni aspetto che riguarda l’evoluzione delle società umane.

Gli esperti in materia studiando assiduamente nel cercare di dare una spiegazione a temi quali:

  • religione
  • famiglia
  • strutture gerarchiche
  • politica
  • relazioni umane
  • denaro.

In parole semplici. Cercano di dare una spiegazione logica alle dinamiche e gli eventi che hanno portato l’uomo ad evolversi.

Archeologia

Come anticipato, l’archeologia è un ambito di specializzazione dell’antropologia. In questo caso il focus è sulle popolazioni del passato. L’analisi si concentra sui resti pervenuti fin oggi:

  • ceramiche
  • strumenti
  • città antiche.

Ma anche sull’uomo stesso. L’antropologo, infatti analizza anche i resti umani: le ossa, i denti.

L’obiettivo è comprendere aspetti quali:

  • malattie
  • abitudini alimentari
  • culture
  • tradizioni.

Linguistica e comunicazione

L’antropologia o di conseguenza il lavoro dell’antropologo può altresì specializzarsi sul lato del linguaggio e della comunicazione.

In questo caso, si diviene esperti di come la lingua si è evoluta nel corso dei secoli. L’analisi si concentra su come e perché si sono sviluppate le passate e le moderne forme di comunicazione, sui dialetti, e in generale su come l’uomo tende a relazionarsi.

La lingua ha un importante ruolo nel cercare di comprendere le identità sociali, i processi evolutivi e, ancora una volta, l’uomo.

Biologia e fisica

Anche la biologia e la fisica sono temi che rispondono alla domanda: Cosa studia l’antropologo.

La figura è chiamata a comprendere come l’essere umano si è evoluto e adattato a seconda dell’ambiente, di quali malattie ha sofferto, come l’ambiente ha determinato tipici tratti somatici: colore degli occhi, dei capelli o della pelle.

Giurisprudenza

Antropologo può specializzarsi anche nell’ambito legale, collaborando con figure quali: avvocati, giudici o magistrati.

L’esperienza della figura può essere determinante per trovare spiegazioni riguardo particolari comportamenti umani, come anche per analizzare cause del decesso, comprendere il significato di alcune prove, paragonare un evento con quanto accaduto in passato.

Dove lavorare come antropologo

Come anticipato, l’antropologia è una scienza ampia. Ciò vuol dire che optare per una carriera in questa direzione permette di orientare la propria carriera nel settore che più si addice alle proprie passioni e ambizioni.

Vediamo quindi cosa si può fare con una laurea in antropologia.

Enti di ricerca e Università

Ritroviamo comunemente la figura presso enti di ricerca pubblici e privati e Università. Qui si occupa principalmente di attività di studio, ricerca o insegnamento. Generalmente conduce studi approfonditi su temi specifici:

  • popolazioni del passato
  • alimentazione
  • economia
  • sanità.

Centri di mediazione interculturale

Presso questi centri, la figura ricopre importanti ruoli volti a favorire l’integrazione tra persone diverse per cultura, razza e religione.

Si occupa si attività formative e di consulenza, interfacciandosi con diverse figure. Inoltre, promuove corsi di formazione presso altri enti: ONLUS, scuole e centri sociali.

Musei

L’antropologo può facilmente trovare lavoro nei grandi musei. Principalmente se dedicati all’evoluzione dell’uomo e delle civiltà.

Si occupa di curare le mostre, della disposizione delle opere, di preservare il patrimonio della struttura, di organizzare eventi.

Può altresì essere una valida guida per i visitatori offrendo un contributo competente ma divulgativo sulle opere presenti nel museo.

Scuola

Volendo una formazione in antropologia può essere spendibile anche per diventare insegnante. In particolare, il possesso di una Laurea permette di insegnare materie quali:

  • italiano
  • storia
  • latina
  • geografia
  • storia dell’arte
  • greco.

Mentre non è possibile insegnare filosofia e scienze umane.

Centri sociali e di accoglienza

Il professionista può inviare il curriculum ai numerosi enti e centri che si occupano di accoglienza e cultura.

Svolge in questo caso un’attività di mediazione e di sostegno alle persone accolte nel centro. Si interfaccia con altri professionisti quali: assistenti sociali, psicologi.

Agenzie comunicazione e marketing

L’antropologo, come anticipato all’inizio dell’approfondimento, è un lavoro in evoluzione. Le competenze del professionista sono sempre più richieste dalle agenzie di marketing e comunicazione.

La conoscenza dei comportamenti umani, si rivela incredibilmente utile per riuscire ad intercettare le reali esigenze dei consumatori.

In questo caso, quindi, la figura svolge un ruolo di consulenza, lavorando a stretto contatto con i Web Marketing Strategist e figure simili, nella definizione di un’ottimale strategia comunicativa.

Design

Strettamente collegato al marketing. L’antropologo può anche proporsi come figura utile presso le agenzie di grafica e design web.

Come noto, riuscire a garantire un’esperienza unica ai visitatori è l’obiettivo primario di tutti gli operatori del settore.

La conoscenza storica dell’antropologo può rivelarsi estremamente utile per delineare corrette strategie comunicative che prevedono l’utilizzo di:

  • simboli
  • suoni
  • immagini.

Come diventare antropologo

Passiamo ora al focus dell’articolo. Come diventare antropologo. Sono presenti numerosi corsi di laurea soprattutto di II livello o magistrali che permettono di specializzarsi in antropologia.

L’accesso ai corsi di II livello è generalmente assicurato a chi dispone di una laurea triennale in:

  • Scienze Psicologiche
  • Mediazione Linguistica
  • Scienze Internazionali
  • Sociologia
  • Filosofia
  • Storia

Verificando l’offerta formativa presente segnaliamo:

Il corso di laurea triennale in Storia, antropologia e religioni dell’Università la Sapienza di Roma.

Il corso permette di acquisire conoscenze globali prevedendo esami in:

  • storia medievale
  • storia contemporanea
  • geografia storia

Il corso di laurea Magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia dell’Università di Bologna.

Il corso si concentra sullo studio delle dinamiche e delle pluralità presenti in ambito socio culturale e religioso. La laurea permette di diventare antropologo culturale ed etnografo.

Nel piano didattico troviamo esami quali:

  • antropologia politica
  • demografia storica
  • storia dell’antropologia
  • letteratura cristiana
  • civiltà letteraria cinese, giapponese, araba.

Dopo aver conseguito una laurea, frequentare un master permette di specializzarsi ulteriormente. Non manca l’offerta formativa, sia in Italia sia all’estero.

Gli interessati possono valutare di frequentare:

  • Master in arte e cambiamento sociale
  • Master in antropologia e comunicazione aziendale
  • Master in antropologia visiva.

A seconda della specializzazione acquisita si aprono diversi sbocchi e opportunità lavorative. Si può pensare di lavorare presso musei, grandi organizzazioni, come mediatori culturali. Come anche, lavorare nell’ambito della comunicazione e del marketing.

Competenze trasversali dell’antropologo

Non basta sapere cosa studiare per diventare antropologo. L’attenzione dovrebbe focalizzarsi anche nell’acquisizione e perfezionamento delle soft skills o abilità trasversali, imprescindibili ormai per avere successo in qualsiasi lavoro.

Flessibilità e adattabilità

Un dettaglio non da poco riguarda l’enorme spendibilità di questa professione.

Acquisire una Laurea in Antropologia significa, come abbiamo visto, gettare le basi per un futuro da scrivere.

È necessario essere particolarmente flessibili e adattabili. Pronti a cogliere le diverse occasioni lavorative che possono arrivare da settori anche molto diversi tra loro.

Lavoro di squadra

Come antropologi ci si ritroverà a collaborare e interfacciarsi con professionisti specializzati in ambiti quali: psicologia, marketing, filosofia, scienze sociali, giurisprudenza.

Saper collaborare con successo può essere determinante per una brillante carriera.

Attenzione ai dettagli

L’antropologo è una persona particolarmente attenta ai dettagli. Dev’essere in grado di analizzare un contesto ampio ma allo stesso tempo saper analizzare quei piccoli particolari che possono fare la differenza.

Il comportamento umano è regolato da molteplici variabili, endogene ed esogene.

Ascoltare

Spesso ci si trova a dover raccogliere dati e testimonianze. Saper ascoltare attivamente può effettivamente fare la differenza in questo lavoro.

La capacità di ascolto non dovrebbe mai mancare ed è basilare per cooperare con altre figure e per comprendere a fondo le informazioni talvolta acquisite da persone molto distanti geograficamente e culturalmente.

Quanto guadagna un antropologo?

I guadagni di un antropologo dipendono da molteplici fattori. La figura può lavorare in contesti lavorativi molto differenti.

Si può dire che più si acquisiscono competenze specializzate, frequentando master e corsi di formazione post laurea più i guadagni tenderanno ad essere elevati.

Se lavorare in un museo o come insegnante garantisce uno stipendio compreso tra 1.500 e 2.000 EUR, specializzarsi nel ramo forense, in marketing o in studio del comportamento umano, può, probabilmente garantire occasioni di guadagno migliore. In questi ultimi casi, non è sbagliato ambire ad uno stipendio superiore ai 5.000 EUR al mese.

Nascita dell’antropologia

Sebbene si tratti di una disciplina recente, lo studio delle differenze tra gli uomini e i popoli ha origini antiche.

Già gli antichi egizi rappresentavano gli uomini considerando il diverso colore della pelle ed evidenziato alcuni tratti fisici come la barba.

Fu poi Erodoto che per primo distinse e descrissi alcuni tratti propri delle popolazioni.

Successivamente, Aristotele definì l’uomo come animale ragionevole e dalle fonti storiche rilasciate da Ippocrate, Magellano e Marco Polo, possiamo capire come già nell’antichità le differenze tra gli uomini erano già oggetto di studio e interesse.

Durante il 1600 e il 1700 si iniziano a delineare i primi studi sulla razza umana considerando non solo gli aspetti quali colore della pelle o altezza, ma anche tratti fisici e morali.

Antropologi famosi

Quando si pensa ad antropologi famosi da cui prendere ispirazione, il pensiero non può che andare a Claude Levi-Strauss.

È grazie a lui che si deve la diffusione di questa disciplina. Levi-Strauss fu un grande intellettuale, famoso per la sua cultura globale in psicologia, storia, filosofia e chiaramente profondo conoscitore dell’antropologia.

È considerato il maggior esperto di strutturalismo, una corrente filosofica che, semplificando è alla base della comunicazione, poiché spiega la relazione tra il linguaggio e le parole.

Oltre a Levi-Strauss, l’elenco degli antropologi famosi che grazie ai loro studi hanno lasciato importanti contributi è davvero vasto. Ne citiamo solo alcuni, anche italiani.

Zora Neale Hurston

L’antropologa, regista e scrittrice visse tra la fine dell’800 e la metà del ‘900. La donna di origini afroamericane ha condotto numerosi studi e ricerche, antropologiche ed etnografiche, concentrandosi su tematiche quali: diritti civili e tutela delle minoranze.

Nancy Scheper-Hughes

La professoressa dell’Università della California, Scheper-Hughes ha fornito importanti contributi in antropologia forense, medica e culturale.

Si è occupata di temi quali: il traffico di organi, la violenza e i genocidi.

Giuseppe Sergi

Giuseppe Sergi è uno dei più famosi antropologi italiani. Lo studioso sosteneva che le lingue sono in continua trasformazione, mentre i tratti fisici sono immutabili.

Egli dedicò larga parte della sua vita cercando di dimostrare che la popolazione mediterranea deriva dalla stirpe eurafricana.

Antonia Bertocchi

Antonia Bertocchi ha enormemente contribuito alla diffusione dell’antropologia in Italia.

La sua attività si concentra sulle relazioni tra l’uomo, la società e la natura. Ha inoltre fondato un campo di studi chiamato femminismo antropologico.

Jane Goodall

L’antropologa inglese Jane Goodall è celebre per le sue attività di ricerca sugli scimpanzè. Alla studiosa si deve il merito di aver dimostrato che questi animali sono in grado di provare emozioni e di utilizzare alcuni oggetti presenti in natura per facilitare la cattura delle prede.

Rudolph Virchow

Infine, citiamo Rudolph Virchow. Fu antropologo e patologo. Visse dal 1821 fino al 1902. Considerato il fondatore della patologia moderna era anche medico, biologo e scrittore. Virchow condusse importanti studi riguardo malattia quali: embolia, leucemia e trombosi.

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