La badante. Oltre i compiti disciplinati dalla legge
Il termine badante si è diffuso da circa una ventina d’anni, e viene utilizzato per definire le persone che si prendono cura degli anziani e delle persone non autosufficienti. Nonostante sia più corretto definirle assistenti familiari, nel lessico corrente si usa comunemente badanti.
Si tratta di una sorta di evoluzione della figura tradizionale della colf, resasi necessaria visto il prolungamento delle aspettative di vita della popolazione che rendono sempre più necessaria l’assistenza privata nei confronti delle persone anziane.
Per un numero sempre più grande di famiglie quella della badante è un lavoro davvero indispensabile, ma viene considerato poco quando si esaminano le statistiche e le normative sul lavoro, soprattutto quando si parla di lavori usuranti, pensioni, riconoscimenti professionali.
Il passaggio dalla figura tradizionale della colf a quella della badante è una trasformazione che ha visto come principali protagoniste le lavoratrici straniere, che molto spesso svolgono questo lavoro, estremamente impegnativo in termini di tempo, al fine di guadagnare un salario che permette di sostenere in maniera adeguata le famiglie nel paese d’origine.
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Chi è la badante
Le motivazioni che spingono a diventare badante possono essere molteplici, a partire dalla propensione ad aiutare le persone e la predilezione per i contatti personali. Si tratta infatti di un lavoro a contatto e al servizio delle persone, in cui è fondamentale dimostrare capacità di ascolto, empatia e pazienza. Lavorare nell’assistenza domiciliare come badante assumere un ruolo particolarmente significativo nella vita di chi si assistee, in particolare nel caso in cui sia richiesta la convivenza: si crea così un rapporto personale unico, in equilibrio tra il professionale e l’amicale.
È un lavoro che offre l’opportunità di gestire i propri compiti e il proprio tempo in autonomia, dato che non c’è un superiore che organizza il lavoro, ma bisogna avere l’attenzione e la sensibilità per capire in autonomia cosa è necessario fare per migliorare le condizioni del proprio assistito.
I compiti principali di una badante comprendono pulire e mantenere in ordine la casa, fare la spesa e preparare i pasti, occuparsi della movimentazione. Ci sono molti casi in cui l’assistito è costretto a letto, oppure necessiti dell’utilizzo della sedia a rotelle. La badante deve occuparsi del sostegno alla deambulazione, oltre a curare l’igiene personale, l’aspetto e la salute generale dell’assistito, controllare che prenda le medicine e segua le terapie prescritte.
I suoi compiti non sono si mero servizio fisico, ma si deve occupare anche di tenere compagnia e accompagnare gli assistiti nelle eventuali uscite, come possono essere delle passeggiate, le visite a parenti o amici o gli appuntamenti dal medico.
La professione di badante comporta anche l’instaurarsi di una relazione personale basata sull’empatia e sulla fiducia, un rapporto umano che può essere di sostegno psicologico all’assistito, contribuendo ad alleviare il senso di solitudine di una persona costretta a casa o a letto a causa dell’età o della malattia.
A questo scopo, una badante deve essere in possesso di spiccate capacità di ascolto e di comunicazione. Ma inoltre deve possedere anche resistenza fisica ed emotiva, dal momento che si tratta di un lavoro che impegna molto sia fisicamente che mentalmente, ed è necessario essere attrezzate da questo punto di vista, dal momento che bisogna affrontare con serenità molto tempo in compagnia della persona assistita.
La badante dovrebbe anche essere in grado di gestire eventuali situazioni di emergenza, e deve quindi essere a conoscenza delle norme di sicurezza domestica, oltre che avere anche competenze di primo soccorso, importanti per intervenire in modo appropriato nel caso di urgenze sanitarie.
Cosa fa la badante
Il ruolo della badante è quello di aiutare le persone non autosufficienti, o parzialmente autosufficienti, a soddisfare i loro bisogni primari e a svolgere le attività della vita quotidiana.
Normalmente una badante si prende in carico l’assistenza a persone anziane, malate oppure portatrici di handicap. Le aiuta nello svolgere azioni quotidiane, come alzarsi, lavarsi, vestirsi, mangiare e offre anche un conforto di tipo emotivo e morale con la propria presenza.
Il lavoro della badante si sviluppa principalmente attraverso quattro ambiti principali a cui ricondurre le sue mansioni.
Per prima cosa una badante svolge anche i compiti di una colf, nel senso che ha il compito di eseguire i lavori domestici di pulizia e cura della casa tipiche del lavoro domestico. L’ambito in cui ha meno autonomia è sicuramente quello della preparazione dei pasti, dal momento che è una delle sfere più legate alle abitudini e tradizioni di una famiglia e finché gli assistititi o i loro familiari sono in grado di occuparsene, raramente lo delegano ad una badante che, di base, ha un background culturale più lontano.
Un ambito assolutamente essenziale del lavoro della badante è quello dell’igiene e della cura della persona. Si tratta di una componente che assume un’importanza gradualmente maggiore, in diretta relazione al venire meno dell’autosufficienza nella persona che assiste. Si calcola che circa tre quarti degli assistiti dalle badanti non sono autosufficienti dal punto di vista motorio, e circa la metà hanno problemi cognitivi e di demenza.
La badante si deve occupare degli aspetti di base dell’igiene personale, come lavare, pettinare e curare mani e piedi al suo assistito, ma deve anche fare fronte a problemi di movimentazione, così come gestire aspetti molto delicati come incontinenze o stipsi. La badante deve saper affrontare queste situazioni con pazienza e rispetto, ma anche con abilità specifiche e conoscenza delle norme di sicurezza. Deve possedere anche una certa capacità di attenzione e di osservazione per essere in grado di segnalare eventuali cambiamenti o problematiche prima che si trasformino in problemi più gravi per la salute dell’assistito.
Una terza componente del lavoro della badante ha a che fare con le competenze di tipo para-infermieristico che deve possedere. Tra le mansioni che deve assolvere possono esserci la somministrazione di farmaci, comprese le iniezioni di insulina ai diabetici, la misurazione della pressione e dell’insulina, l’applicazione di medicazione e molto spesso anche l’effettuazione di iniezioni. Si tratta di compiti che sconfinano con quelli parasanitari o sanitari, tipici di figure come gli operatori socio-sanitari o gli infermieri.
Infine, un aspetto altrettanto importante del lavoro della badante riguarda tutto quello che rientra nella sfera della relazione che instaura con la persona assistita, ovvero a come trascorrono il tempo con loro, cosa fanno e dove vanno, quando le condizioni dell’assistito permettono di uscire.
Queste attività si differenziano molto, nei tempi e nelle modalità, a seconda delle caratteristiche e della reattività dell’assistito, del contesto abitativo e sociale, delle risorse di cui si dispone, degli spazi, del sistema di relazioni.
È possibile passare il tempo chiacchierando, guardando la televisione, o cucinando. Può essere molto importante anche il rapporto con la natura, che si può sviluppare curando i fiori, un orto, un giardino, ma anche semplicemente un terrazzo od un balcone: si tratta di un’attività piacevole e rilassante, che offre un risultato spesso gratificante sia per l’assistito che per la badante.
In queste attività che la badante intraprende nel tempo che trascorre con il suo assisto si determina gran parte della qualità della relazione che si stabilisce tra loro. In questo contesto la comunicazione, la condivisione e l’apprendimento reciproco sono gli elementi che spesso fanno scattare empatia e che mobilitano dimensioni affettive dall’una e dall’altra parte.
Il rischio che corre la badante in questa fase è anche quello di sviluppare un coinvolgimento ed un’affezione tali da rendere particolarmente doloroso il momento dell’inevitabile distacco. Ma allo stesso tempo sono proprio queste attività che fanno la differenza tra le forme di assistenza che si limitano a sorvegliare una persona e quelle forme che ricercano l’impegno nell’animazione e nello stimolo.
Per riuscire in questo la badante deve essere dotata di creatività e di fantasia, ma avere anche determinate caratteristiche caratteriali: per una persona malinconica o depressa è sicuramente molto difficile svolgere ruoli di questo tipo. In particolare, in presenza di casi clinici complicati dalla presenza di demenza o Alzheimer, ma anche nel caso di atteggiamenti aggressivi delle persone assistite. In queste situazioni la professione di badante diventa veramente usurante e con forti componenti di stress.
Nella grande maggioranza dei casi il lavoro della badante si svolge a domicilio, nella dimora della persona assistita. Ma il suo supporto può essere richiesto anche quando una persona anziana, malata o disabile si trova in ospedale, in una casa di riposo o in una struttura di riabilitazione, talvolta solo in determinati momenti come ad esempio per somministrare i pasti, per la sorveglianza notturna o per la compagnia diurna.
L’orario di lavoro di una badante dipende a seconda delle esigenze dell’assistito e del suo grado di autonomia, che determina il tempo che la badante deve dedicargli: può variare da un impegno part-time di qualche ora al giorno, nel caso si debba effettuare le pulizie domestiche e preparare i pasti, ad un lavoro che preveda l’assistenza continua, giorno e notte, con sole poche ore libere alla settimana. In questi casi molto spesso vengono offerti vitto e alloggio, prevedendo una coabitazione. In questi casi si parla di badante convivente, ma nel caso venga richiesta un’assistenza continua nell’arco delle ventiquattro ore sorge la necessità di lavorare su turni, alternandosi tra badanti diurne e badanti notturne.
Le mansioni principali di una badante si possono quindi riassumere così:
- Prestare assistenza alla persona da seguire (anziano, malato o disabile)
- Preparare i pasti
- Pulire e tenere in ordine la casa (rifare i letti, lavare i piatti, stirare…)
- Curare l’igiene personale della persona assistita
- Occuparsi della movimentazione e mobilizzazione della persona non autosufficiente
- Tenere compagnia all’assistito e accompagnarlo nelle attività quotidiane
- Monitorare lo stato di salute psicofisica generale della persona assistita
Come diventare badante
Vedendo le varie mansioni di cui si occupa una badante, appare chiaro che si tratti di una vera figura professionale, a cui sono richieste competenze di varia natura, da esercitare con buoni margini di autonomia e responsabilità, senza invadere campi che sono di altri, ma collaborando con le altre professionalità che intervengono nei servizi di cura. Deve inoltre saper interagire con i familiari, diretti responsabili delle scelte e dell’organizzazione del lavoro e gestire un lavoro con forti componenti di sindrome da burnout.
Per lavorare come badante non viene richiesta una formazione specifica, ma piuttosto, esperienza nell’assistenza anziani e disabili e nelle pulizie domestiche. Non è necessaria una preparazione medica, perché non si tratta di una figura sanitaria, anche se conoscenze di primo soccorso possono essere molto utili per assistere le persone non autosufficienti anche in caso di infortuni o emergenze.
Le caratteristiche fondamentali che vengono comunemente richieste negli annunci di lavoro per badante sono:
- Competenza nella cura e assistenza di persone non autosufficienti
- Abilità nelle attività domestico-alberghiere
- Capacità relazionali ed empatia
- Doti organizzative
- Flessibilità
- Resistenza fisica
Il lavoro di cura della casa e di preparazione dei pasti, per essere svolto con professionalità, richiede un’adeguata conoscenza dei prodotti, della raccolta differenziata, della scadenza degli alimenti e delle modalità di preparazione dei pasti. In particolare in quest’ambito spesso bisogna trovare un equilibrio e sapersi adattare ad abitudini e tradizioni culturali dell’assistito.
Per curare l’igiene e la cura della persona, soprattutto se non è autosufficiente, sono richieste non solo specifiche abilità, ma anche una certa dose di attenzione e delicatezza psicologiche. Inoltre la gestione di aspetti sanitari pone un problema di specifiche abilitazioni. Normalmente lo sconfinamento si rende necessario per urgenze o necessità, difficoltà o trascuratezza dei familiari, oppure problemi di solitudine dell’anziano, e questo porta alla luce una questione molto discussa riguardo le competenze specifiche, che molte badanti apprendono sul campo, che dovrebbero essere da un lato riconosciute, ma dall’altro anche consolidate con abilitazioni specifiche.
Per quanto riguarda il rapporto relazionale con l’assistito, bisogna tenere presente che in una persona anziana prevale la dimensione della lentezza e sta a chi le sta vicino il dovere di adeguarsi. Si tratta quindi di gestire un tempo rallentato e più lungo, che implica dover mettere in campo una serie di competenze che bisogna sapere modulare a seconda delle caratteristiche sia fisiche e cognitive ma anche caratteriali della persona assistita, tenendo anche conto del contesto in ci si trova. Molto spesso gli assistini possono vivere in situazioni di solitudine o in cui i rapporti con la famiglia o gli amici siano particolarmente difficili o assenti.
Molto spesso le attività che si svolgono insieme all’assistito e le modalità di interazioni possono essere uno stimolo importante e ritardare i processi di decadimento cognitivo. Questo implica quindi trascorrere molto tempo insieme e intraprendere frequenti conversazioni. Oltre alla predisposizione caratteriale a chiacchierare, è importante anche la conoscenza della lingua, che molto spesso nel caso di persone anziane si tratta del dialetto, oltre che della storia della persona, della sua famiglia e del contesto culturale e sociale.
Sono elementi che la badante acquisisce con il tempo, ed entrano a far parte della qualità umana e professionale della badante, nel momento in cui è consapevole dell’importanza di queste dimensioni e si impegna o si interessa ad appropriarsene. Tutto questo rappresenta un importantissimo bagaglio di esperienze per i lavori futuri.
Insieme alle referenze di lavori precedenti, talvolta ad una badante viene richiesta la patente e di essere automunita, per poter far fronte alla necessità di spostamenti.
Esiste la possibilità, per chi vuole avere una formazione qualificata e migliorare le proprie possibilità di trovare lavoro, di frequentare corsi per assistenti familiari, noti anche come corsi per badanti e colf, che permettono di acquisire competenze nell’assistenza diretta alla persona e nelle prestazioni igienico sanitarie, oltre che nell’aiuto domestico. In questi corsi solitamente sono previsti anche elementi di comunicazione e psicologia.
Nelle diverse regioni in cui è stata operata una qualche regolamentazione della figura al momento esistono numerosi profili professionali, a partire dall’istituzione di albi o registri che definiscono requisiti per accedervi, o dall’istituzione o dal finanziamento dei corsi di formazione, promossi in maniera diffusa da diversi soggetti: enti locali, associazioni, cooperative.
Purtroppo non vi è una definizione coordinata dei principali ambiti che necessitano di una specifica qualificazione. Non esiste un profilo standard a livello nazionale, da tutti formalmente condiviso. C’è un gran numero di badanti che necessitano di una formazione per migliorare la loro qualificazione professionale, ma è anche vero che vero che molte competenze si acquisiscono sul campo, con l’esperienza, e in taluni casi sono state acquisite nel loro paese di provenienza, prima di venire in Italia.
Al momento si dibatte molto sulla duplice esigenza che viene avvertita nella formazione e nel riconoscimento della professione: da un lato quella di assicurare un livello adeguato di qualificazione professionale, che sia una garanzia per chi assume, dall’altro quello di riconoscere in maniera formale le competenze di cui si è già in possesso, sia al fine di agevolare il rapporto di lavoro, sia al fine di ottenere un eventuale credito verso altri titoli affini, tipico quello di operatore socio-sanitario.
Tutto questo dovrebbe avvenire secondo modalità e regole valide per l’intero territorio nazionale. Ad oggi il quadro normativo lo consentirebbe, dato che è in fase di definizione il Repertorio nazionale delle qualificazioni, costruito dalla collaborazione tra Stato e Regioni, in coerenza con le indicazioni a livello europeo.
Carriera e stipendio di una badante
L’esperienza di lavoro come badante può essere utile a migliorare le proprie prospettive di carriera, per esempio seguendo corsi di formazione nel campo della cura e assistenza alla persona. Acquisendo competenze professionali si può puntare a diventare OSS (Operatore Socio Sanitario), OSA (Assistente Socio Assistenziale), oppure specializzarsi nell’assistenza a persone disabili, per favorirne il benessere e l’autonomia.
Lo stipendio medio di una badante è di circa 7,70 euro lordi all’ora, che si traducono in è di 920 euro netti al mese.
In base all’impegno richiesto e alle mansioni affidate, e al fatto che vengano forniti anche vitto e alloggio, la retribuzione di una badante può partire da uno stipendio minimo di 550 euro netti al mese ed arrivare ad uno stipendio massimo che può superare i 1.650 € netti al mese.
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