Lavoro e mansioni della collaboratrice domestica (Colf)
I cambiamenti della società negli ultimi decenni hanno modificato molto anche gli equilibri dei nuclei familiari. Se un tempo spesso bastava che solo uno dei coniugi lavorasse, mentre l’altro poteva occuparsi delle faccende domestiche, al giorno d’oggi è una cosa estremamente rara. Ma anche quando questo è possibile, molto spesso c’è comunque un benessere economico che permette l’assunzione di personale dedicato esclusivamente allo svolgimento di pulizie e faccende domestiche. Queste persone sono definite collaboratori domestici, definizione che viene comunemente contratta in colf.
Tabella dei contenuti
Chi è la collaboratrice domestica
Comunemente chiamata collaboratrice domestica, viene anche chiamata colf. Il vocabolo colf indica generalmente colei che si occupa dei lavori domestici all’interno di una o più famiglie. La colf o il colf può essere sia di sesso femminile che maschile, anche se tradizionalmente è un mestiere intrapreso quasi esclusivamente dalle donne. La collaboratrice domestica può ricoprire vari ruoli, che spaziano dalla pulizia della casa alla cura del giardino fino alla preparazione dei pasti e al servizio a tavola. La professione è regolata dalla norma legislativa nr. 339 del 2 aprile 1958, aggiornata nel 2009, la quale specifica che alla categoria dei colf appartengono coloro che prestano servizio in modo continuativo e nello stesso luogo di lavoro per almeno 4 ore in cambio di una retribuzione.
La collaboratrice domestica è addetta principalmente ai lavori domestici: gestisce la casa curandone la pulizia e l’ordine, fa la spesa, cucina e prepara i pasti, lava e stira. Inoltre la colf spesso si può anche occupare della cura dei bambini e degli anziani presenti in famiglia, fornendo un supporto spesso fondamentale alla famiglia, svolgendo tutte quelle mansioni che gli altri membri della famiglia non hanno possibilità di svolgere, a causa del lavoro o di altri impegni.
Una collaboratrice domestica può quindi avere compiti legati all’accudimento dei bambini, svolgendo quindi anche il ruolo di baby sitter: si occupa di andare a prenderli a scuola, di preparare loro i pasti e di assisterli in tutte le loro attività pomeridiane come lo svolgimento dei compiti oppure delle attività ricreative. In altri ambiti invece la colf può avere mansioni da badante per una persona anziana: in tal caso dovrà occuparsi dell’igiene personale, della preparazione dei pasti e di aiutarla nelle operazioni quotidiane in cui può avere difficoltà. Nel caso in cui l’anziano sia costretto a letto poi, può occuparsi anche di intrattenerlo, scegliendo per lui delle attività ludiche come la lettura di un libro o l’ascolto di musica.
Cosa fa una colf?
I compiti della collaboratrice familiare includono normalmente la pulizia di tutta la casa, dalle camere al bagno alla cucina: questo include rifare i letti, spolverare, lavare i pavimenti, pulire i vetri e via dicendo. Tra le sue mansioni rientra anche il lavaggio degli indumenti dei membri della famiglia e della biancheria della casa, dalle coperte e dalle lenzuola a tende e tappeti, compresa la stiratura. La colf si prende anche cura delle piante presenti in casa o in terrazzo e in certi casi anche degli animali domestici.
Una brava collaboratrice domestica è quindi molto attenta alle norme di pulizia ed igiene, e deve conoscere e saper usare gli elettrodomestici e i prodotti necessari alla pulizia, ovvero aspirapolvere, lavatrice, ferro da stiro, detergenti e via dicendo. Oltre a pulire in modo attento e preciso, deve possedere discrezione, affidabilità, flessibilità, doti relazionali e puntualità nello svolgere le mansioni affidate.
In certi casi una colf può anche essere incaricata di preparare i pasti per la famiglia, seguendo le indicazioni e le preferenze dei padroni di casa, e di fare la spesa recandosi personalmente presso i negozi o i supermercati.
La collaboratrice familiare spesso svolge anche la funzione di tata, ovvero si prende carico dei bambini, anche accompagnandoli all’asilo, a scuola e ad altre attività pomeridiane, o di badante, se in famiglia sono presenti persone anziane che hanno bisogno di assistenza, cura e compagnia.
Le principali mansioni le possiamo quindi riassumere così:
- Fare le pulizie e tenere ordinata la casa
- Rifare i letti e cambiare le lenzuola
- Pulire bagno e cucina
- Tenere puliti gli infissi, le finestre e le porte interne ed esterne
- Lavare e stirare
- Cucinare per la famiglia e occuparsi della spesa
- Fornire supporto per la cura dei bambini e/o degli anziani
- Annaffiare le piante
- Curare gli animali domestici
Come diventare collaboratrice domestica
Per lavorare come colf non è richiesta nessuna formazione specifica quanto piuttosto esperienza pregressa in mansioni simili, come ad esempio come donna delle pulizie. Talvolta può essere utile essere in possesso di un’automobile, in particolare se si lavora in zone periferiche.
Chi cerca una collaboratrice domestica per l’aiuto in casa cerca soprattutto personale qualificato e referenziato. Di conseguenza per trovare lavoro più facilmente è opportuno migliorare le proprie competenze. Esistono corsi di formazione professionale per assistenti familiari che forniscono conoscenze di base su utilizzo degli strumenti e prodotti per la pulizia, riordino della casa, lavaggio e stiro, cucina, standard di igiene e pulizia.
In genere poi è la singola famiglia che andrà a spiegare alla colf come riassettare la casa, dove e quando pulire, secondo quali criteri e in quali orari preparare i pasti e, soprattutto, come comportarsi per operare al meglio all’interno dell’ambito familiare.
Carriera e stipendio di una colf
Spesso la colf lavora a ore o part-time, ad esempio solo la mattina, e questo dà la possibilità di svolgere anche altre attività, o di dedicarsi alla propria famiglia. Le offerte di lavoro per colf sono molto diffuse, nelle grandi città ma non solo, ed è quindi relativamente facile trovare un impiego nella propria zona.
Un collaboratore domestico che accumula abbastanza esperienza e referenze positive può essere assunto da datori di lavoro che garantiscono una migliore paga oraria o migliori condizioni contrattuali. Ma ci possono essere anche altri sbocchi lavorativi, sempre all’interno della collaborazione famigliare.
Una colf particolarmente a suo agio con i bambini può lavorare come babysitter o tata, oppure se brava a stirare può decidere di offrire esclusivamente servizi di stiratura professionale. O ancora, si possono acquisire competenze specifiche per l’assistenza anziani, e trovare lavoro come badante.
Stipendio della Colf
Mediamente lo stipendio una colf è di 780 EUR netti al mese, che equivalgono all’incirca a 6,80 € lordi all’ora. In realtà lo stipendio varia moltissimo in base alle mansioni e alla quantità di servizio richiesto. La retribuzione di una colf può partire da uno stipendio minimo di 450 euro netti al mese, ma in certi casi può arrivare a superare i 1.500 euro netti al mese. Nel caso di una colf convivente, per esempio, la retribuzione media si attesta attorno ai 1.200 euro al mese, mentre una colf che fa solo 40 ore settimanali arriva ad un compenso di inferiore ai 900 euro al mese.
Spesso una colf part-time o che lavora per una famiglia solo determinati giorni alla settimana può anche assumere incarichi presso altre famiglie, suddividendo i propri impegni nell’arco della settimana e riuscendo così ad aumentare considerevolmente le proprie entrate.
Il contratto di una collaboratrice domestica
Quella del collaboratore familiare è una professione che prevede una serie di diritti e di doveri descritti chiaramente nel Contratto Nazionale del Lavoro (CCNL), anche se è regolata da una normativa differente. Tra i diritti dei professionisti dei servizi domestici ci sono i giorni di ferie retribuiti, il diritto a ricevere il TFR e il diritto alla tutela nei periodi di malattia, infortuni e maternità. Come gli altri lavoratori dipendenti, hanno la possibilità di ricevere gli assegni familiari nel caso siano dovuti, così come la retribuzione per il periodo della maternità. Inoltre possono ottenere la disoccupazione quando perdono il lavoro. Per poter usufruire di questi diritti di tutela dei lavoratori devono essere assunti regolarmente dal proprio datore di lavoro.
La colf viene assunta con un contratto dipendente che può essere part time ad ore o full time. Nel contratto vengono indicati gli orari di lavoro e le mansioni che dovrà svolgere. In certi casi la colf lavora presso la famiglia solo uno o due giorni la settimana, mentre in altri casi è richiesto il suo servizio tutte le mattine, o tutto il giorno. Quando necessario, il contratto contiene anche il vitto e l’alloggio per la colf convivente.
Qualsiasi comunicazione di assunzione, cessazione dell’attività, prolungamento del contratto, deve essere inviata all’INPS. Secondo la legge 2 aprile 1958 n. 339 (Per la tutela del rapporto di lavoro domestico), all’art. 1:
Per questo lavoro non è previsto:
- l’applicazione della normativa sui licenziamenti (art. 4 legge 11 maggio 1990, n. 108;
- il diritto ad alcuni trattamenti assistenziali;
- l’obbligo di prospetto paga (art. 4 legge 5 gennaio 1953 n. 4).
Ciononostante, la colf è comunque un lavoratore subordinato, con diritti e doveri stabiliti dalla legge e dai CCNL di riferimento. Ha quindi diritto alle ferie, al TFR, alla tutela del posto in caso di malattia, di infortunio e di maternità. In taluni casi ha diritto a trattamenti assistenziali a carico dello Stato, come l’assegno per il nucleo familiare, per la maternità e per la disoccupazione, a patto però che sia stata fatta la comunicazione di assunzione e che sia in regola.
Vista la particolarità del rapporto lavorativo, il datore di lavoro è esonerato dalla tenuta dei libri seguenti:
- Matricola e paga di cui agli artt. 20 e 21 del DPR 30 giugno 1965 n. 1124,
- Libro Unico del Lavoro di cui all’art. 39 della legge 6 agosto 2008 n. 133.
Il rapporto di lavoro è regolamentato dal CCNL sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico del 16 febbraio 2007. Secondo l’art. 6 CCNL deve contenere i punti seguenti:
- dati anagrafici del datore di lavoro;
- dati anagrafici del colf;
- data d’inizio del rapporto di lavoro;
- livello di appartenenza/anzianità di servizio del colf;
- durata del periodo di prova;
- posizione del colf rispetto alla convivenza;
- residenza o domicilio del colf;
- orario di lavoro e sua distribuzione;
- (eventuale) tenuta di lavoro (che dovrà essere fornita dal datore di lavoro);
- collocazione della mezza giornata di riposo settimanale in aggiunta alla domenica;
- retribuzione;
- luogo di effettuazione della prestazione e (eventuali) temporanei spostamenti per villeggiatura o per altri motivi;
- periodo di godimento delle ferie annuali;
- identificazione dello spazio per gli effetti personali del colf;
- applicazione degli altri istituti previsti dal contratto;
- durata (a tempo determinato/indeterminato), art. 7 CCNL.
Gli obblighi di legge, a seguito della riforma del 2007/2008, per l’assunzione di una colf sono:
- comunicazione di assunzione. Entro le ore 24 del giorno di calendario precedente quello di inizio del lavoro va inoltrata al Centro per l’impiego competente per territorio, compilando, in alternativa:
- un modulo cartaceo,
- un modulo elettronico,
- mediante il sistema delle Comunicazioni obbligatorie, con l’ausilio di un Consulente del lavoro. Tale comunicazione vale quale denuncia di assunzione all’INPS e all’INAIL.
- versamento dei contributi previdenziali mediante bollettino postale inviato a domicilio dall’INPS. Si effettua entro il 10 di:
- aprile, per le assunzioni dal 1º gennaio al 31 marzo,
- luglio, per le assunzioni dal 1º aprile al 30 giugno,
- ottobre, per le assunzioni dal 1º luglio al 30 settembre,
- gennaio dell’anno successivo, per le assunzioni dal 1º ottobre al 31 dicembre.
I contributi versati da Lavoro Domestico sono mediamente compresi fra 1 e 2 € all’ora, quindi di molto inferiori rispetto ad un Lavoro Dipendente.
- 3. comunicazione di proroga, trasformazione dell’orario di lavoro e cessazione del rapporto di lavoro, da inviare entro cinque giorni dall’evento, compilando come predetto un modulo, in alternativa:
- cartaceo da inviare al Centro per l’impiego,
- elettronico con la procedura on-line del Ministero del lavoro e delle politiche sociali delle Comunicazioni obbligatorie.
Con la legge 28 gennaio 2009 n. 2, all’art. 16–bis comma 11, si è semplificata la normativa di assunzione per i datori di lavoro domestici. L’INPS diventa il destinatario delle comunicazioni di assunzione, della cessazione (dimissioni o licenziamento), della trasformazione e della proroga del rapporto di lavoro del personale domestico. Non è più necessario, come tuttora previsto per gli altri lavoratori, effettuarle ai Centri per l’impiego.
Per la comunicazione di assunzione dei colf, le variazioni o l’iscrizione del datore di lavoro sono stati previsti tre modi:
- tramite centralino INPS, numero 803164, fornendo i dati a voce;
- tramite procedura internet di compilazione e invio, disponibile sul sito www.inps.it;
- tramite modulo cartaceo, con consegna a mano invio con RAR, sia per l’assunzione (con relative istruzioni), che per le variazioni (e le relative istruzioni).
Certificazioni sanitarie
Le colf, data la natura del loro lavoro, entrano normalmente in contatto con gli alimenti che devono gestire e preparare, oltre che con i bambini e con gli anziani, per cui è necessario che siano in possesso di un certificato medico. Questo certificato viene rilasciato dall’Asl di competenza e certifica che la colf non abbia malattie contagiose. Nel caso in cui i collaboratori familiari siano ancora nella minore età, è necessario verificare che la persona assunta sia adatta ad effettuare il lavoro per il quale è stato assunto. Se questi accertamenti, che devono essere ripetuti ogni anno, non stati effettuati e la documentazione non è in regola si rischiano sanzioni pecuniarie e penali.
Se il lavoratore domestico è minore, chi esercita la potestà genitoriale deve rilasciare apposita autorizzazione per iscritto, vidimata dal sindaco, per permettere al minore l’effettuazione dell’attività lavorativa (art. 4 legge 2 aprile 1958, n. 339).
Sanzioni
Nel caso in cui il collaboratore familiare prestasse il suo servizio senza aver effettuato la visita medica e sia maggiorenne, sia il lavoratore che il datore di lavoro sarebbero puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria di 200 € circa. Qualora invece il dipendente fosse minorenne, questa sanzione sfocia nel penale, e si traduce nell’arresto sino a 6 mesi o nell’ammenda fino a 5.000 euro circa, per il solo datore di lavoro.
Se un lavoratore domestico viene impiegato senza che risulti da registri o altre documentazioni obbligatorie, ovvero senza che ne sia fatta comunicazione all’INPS, si va incontro ad una sanzione che può variare da 1.500 euro a 12.000 euro, a cui si aggiunge una maggiorazione di 150 euro per ogni giorno di cosiddetto lavoro nero accertato. A queste vanno poi aggiunte le altre sanzioni che scattano per le inosservanze relative all’assunzione e alla cessazione del rapporto, nel caso al momento dell’accertamento sia già terminato il rapporto lavorativo.
Nel solo caso in cui sia scaduto almeno un termine per il versamento periodico dei contributi, sono dovute all’INPS le sanzioni civili sul debito contributivo già maturato, calcolate ai sensi dell’art. 116, l. 388/2000. Nel caso in esame (lavoratori non risultanti da registri o altre documentazioni obbligatorie), tali sanzioni non possono essere inferiori ad un minimo di 3.000 euro (art. 36-bis legge n. 248/2006 s.m.i.). In tal caso le sanzioni civili se inferiori a 3.000 euro, saranno ragguagliate a tale importo. Tale ulteriore aggravio sanzionatorio non ricorre laddove non sia ancora scaduto almeno un termine per i versamenti obbligatori.
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