Dipendente Pubblico, quali vantaggi e come diventarlo
La figura del dipendente statale anche detto dipendente pubblico, gode nell’immaginario comune di tutta una serie di vantaggi rispetto ad altre categorie di lavoratori quali: i liberi professionisti, i dipendenti di aziende private, i freelance, i lavoratori a chiamata.
Il dipendente statale è colui che svolge lavori per la Pubblica Amministrazione e vanta vari benefit inarrivabili per tanti altri lavoratori: straordinari retribuiti, congedo di maternità, mensilità extra (tredicesima e quattordicesima) oltre che: bonus a seconda della posizione dirigenziale ricoperta e la possibilità, per alcune categorie di lavoratori, di andare in pensione in anticipo.
A questi vantaggi si aggiunge anche la possibilità di accedere a prestiti e finanziamenti, gli istituti bancari infatti, in generale tendono a fidarsi di una busta paga mostrata da un dipendente statale. Ad esempio, è l’INPS stessa a mettere a disposizione la possibilità di accesso al credito per i dipendenti pubblici e i pensionati.
Riuscire ad ottenere un posto come dipendente pubblico, è dunque un desiderio comune in molti italiani, giovani e meno giovani, attratti dai vantaggi e della sicurezza di un lavoro all’interno della Pubblica Amministrazione.
In questo articolo, si vedrà: come fare e quali sono i requisiti necessari per ottenere un posto di lavoro come dipendente pubblico, quali sono le posizioni tipiche posizioni lavorative, le differenze rispetto ad un dipendente privato e infine, verranno chiarite le condizioni che permettono ad un dipendente pubblico di svolgere un secondo lavoro.
Tabella dei contenuti
Come lavorare per la Pubblica Amministrazione
Lavorare nella PA significa mettere a disposizione le proprie competenze in uno degli enti pubblici che si occupano di offrire servizi ai cittadini.
Per accedere al pubblico impiego è necessario essere maggiorenni e cittadini italiani o appartenenti all’Unione europea.
La PA è definita nell’art.1, comma 2 del decreto legislativo 165/01: “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.
Coloro che sono intenzionati a lavorare per la Pubblica Amministrazione, come previsto dalla legge, devono sostenere un concorso pubblico. Le procedure da seguire sono contenute nel decreto del Presidente della Repubblica del 9 maggio 1994, n.487: “Regolamento recante norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni”
Come stabilito dai regolamenti i concorsi pubblici possono svolgersi principalmente nelle seguenti modalità:
- Tramite esami che prevedono lo svolgimento di alcune prove al termine delle quali viene pubblicata una graduatoria.
- In base ai titoli, alcune posizioni lavorative vengono assegnate sulla base dei titoli di studio, dei corsi, delle certificazioni conseguite e delle pubblicazioni.
In genere, le prove scritte da sostenere sono più d’una e spesso prevedono lo svolgimento di un colloquio orale.
Concorsi pubblici per la Pubblica Amministrazione
È possibile verificare i bandi indetti dalle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato collegandosi sul portale della Gazzetta Ufficiale alla sezione Concorsi ed Esami.
I bandi sono divisi da un apposito sommario il quale riporta l’organo promotore del concorso:
- Le amministrazioni Centrali;
- Gli enti pubblici statali;
- Le Università e gli Istituti di Istruzione;
- Gli enti locali;
- Le aziende sanitarie;
Ogni bando contiene tutte le informazioni necessarie quali:
- La retribuzione;
- La durata del contratto di lavoro;
- I requisiti del candidato;
- Le modalità di accesso.
Accedere come lavoratore nell’amministrazione pubblica significa entrare in un settore che comprende, in Italia oltre 3.5 milioni di lavoratori impiegati in 12.800 istituzioni diverse. La quasi totalità di questi ha un contratto di tipo subordinato e solo una piccola parte, circa il 5%, ha una forma contrattuale di tipo coordinato, a progetto o temporanea.
In rapporto alla forza lavoro, i dipendenti pubblici in Italia rappresentano il 13,5% sotto dal media dei paesi OCSE (17,71%). Le statistiche mostrano altresì come la percentuale dei dipendenti pubblici sia più alta nelle regioni a statuto speciale.
La metà dei dipendenti pubblici lavora nell’amministrazione centrale, il 20% è impiegato nel servizio sanitario, poco più del 10% lavora all’interno dei comuni.
Verificando quali sono i concorsi pubblici aperti si segnalano:
- 400 posti di lavoro a tempo indeterminato per il profilo di direttore all’interno del Ministero della Giustizia;
- 2 posti di lavoro come dirigente tecnico agroforestale presso l’agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura di Padova a tempo pieno e indeterminato;
- Un posto come geologo a tempo indeterminato presso il bacino distrettuali delle Alpi orientali di Venezia;
- Due posti come assistente informatico presso l’azienda regionale per il diritto allo studio Universitario di Padova;
- Un posto come ricercatore a tempo determinato presso il Politecnico di Milano.
Lavorare nell’Amministrazione Pubblica senza concorso
La legge prevede alcuni casi in cui è possibile lavorare come dipendente statale senza dover sostenere e superare il concorso:
1) Iscrivendosi alle liste di collocamento
È possibile iscriversi ad apposite liste presso il proprio Centro per l’Impiego e avere così la possibilità di essere selezionati per un posto all’interno della Pubblica Amministrazione. Non vi sono particolari requisiti se non:
- Aver frequentato la scuola dell’obbligo;
- Avere la maggiore età;
- Essere in possesso dei requisiti per accedere al pubblico impiego.
2) In caso il lavoratore sia disabile e iscritto alle categorie protette
L’Amministrazione Pubblica è tenuta ad assumere obbligatoriamente delle persone appartenenti alle categorie protette (problemi di tipo fisico, psichico). Le mansioni riservate alle categorie protette devono essere compatibili con l’invalidità del soggetto.
3) Attraverso la chiamata diretta nominativa
La chiamata diretta nominativa si verifica quando il coniuge o i figli di un lavoratore delle: forze armate, dell’ordine o dei vigili del fuoco perde la vita durante lo svolgimento del proprio lavoro.
Lo stesso procedimento si applica anche se il decesso è causato da episodi di terrorismo o per mano della criminalità organizzata.
Differenze tra dipendente pubblico e dipendente privato
Tra le principali differenze e similitudini si evidenziano:
1) Le modalità di accesso
Come abbiamo visto, per poter ottenere un posto di lavoro come dipendente pubblico è necessario sostenere e superare un concorso.
Al contrario, un lavoratore per accedere ad una posizione lavorativa di tipo privato, nella maggior parte dei casi deve seguire il classico iter: inviare il curriculum e sostenere il colloquio di lavoro.
2) La retribuzione
Un dipendente pubblico beneficia di contratti particolarmente vantaggiosi.
Lo stipendio medio di un dipendente pubblico è di oltre 36.000 EUR lordi annui, come riportato dall’Istat.
Tuttavia, il dato medio non tiene conto di alcune tipologie di lavoratori impiegate nel pubblico impiego che percepiscono redditi inferiori ai 36.000 EUR. In particolare, il personale scolastico e nella sanità percepisce poco più di 28.000 EUR annui
Il dato è in linea con quanto percepito da un lavoratore dipendente nel privato il cui stipendio medio lordo annuo è di poco superiore ai 33.000 EUR.
Il licenziamento
Per quanto riguarda il licenziamento il cui regolamento è stato modificato nel 2012 a seguito della “riforma Fornero”: legge n.92 del 28 giugno 2012 e dell’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: in caso di licenziamento illegittimo il dipendente del settore pubblico ha diritto al risarcimento ma non al reintegro sul posto di lavoro mentre il lavoratore del settore privato non ha diritto al reintegro.
Secondo lavoro per i dipendenti pubblici?
La legge n.662 del 23 dicembre 1996 art.1 comma 58 permette ad un dipendente pubblico di chiedere che il suo contratto di lavoro venga modificato da full-time a part-time.
L’ente pubblico, per il quale lavora il dipendente, ha 60 giorni di tempo per negare la richiesta che in genere si verifica quando:
- Vi è un conflitto d’interesse tra la funzione pubblica ricoperta dal lavoratore e il secondo lavoro che il dipendente vuole svolgere;
- L’amministrazione non è in condizione di colmare le mansioni svolte dal lavoratore.
Pertanto, un dipendente pubblico può svolgere un secondo lavoro previa comunicazione all’ente.
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