Come diventare insegnante di sostegno: cosa fare, corsi, requisiti e normativa
L’insegnante di sostegno è una figura molto importante all’interno della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria. Ricopre un ruolo nobile di aiuto e supporto agli studenti diversamente abili.
È grazie al supporto del maestro o della maestra di sostegno che fin da piccolo, chiunque nella nostra società può trovare un ruolo e integrarsi al meglio.
Oggi vedremo come diventare insegnante di sostegno, focalizzandoci sui requisiti e le normative, senza tralasciare alcun tema, dai corsi per insegnanti di sostegno, alla possibilità di insegnare sostegno senza abilitazione.
Tabella dei contenuti
Chi è l’insegnante di sostegno
L’insegnante di sostegno, a seconda dei casi chiamato anche come docente di sostegno o maestro di sostegno, è una figura specializzata e operante nel settore dell’istruzione e della formazione, la quale si occupa di seguire e facilitare l’apprendimento degli alunni con disabilità.
Il suo ruolo, per molti aspetti, è ancor più di responsabilità rispetto all’insegnante o al maestro d’asilo, in quanto richiede di interfacciarsi e confrontarsi oltre che con lo studente disabile e la sua famiglia anche con tutta una serie di servizi, definiti nel PEI (Piano Educativo Individualizzato).
Insegnante di sostegno: compiti
L’insegnante di sostegno è il primo responsabile dell’apprendimento di tutti gli alunni seguiti. Si impegna quotidianamente affinché gli studenti con disabilità raggiungano gli obiettivi, sia di tipo didattico che educativo.
Come anticipato, gli obiettivi sono riportati nei PEI, il quale è elaborato per ogni studente, sulla base delle necessità di quest’ultimo.
Tra i compiti dell’insegnante di sostegno rientra quindi anche la capacità di definire propriamente tutti i risultati alla portata dello studente e di riuscire a raggiungerli nel corso dell’anno. Rientrano tra i compiti e le responsabilità:
- assegnare l’alunno ad una classe;
- definire gli orari e gli incontri;
- preparare la documentazione;
- coordinare le attività con i soggetti coinvolti;
- formarsi e aggiornarsi;
- favorire l’inclusione;
- presiedere il GLH (Gruppo di Lavoro per l’Handicap).
Il docente o maestro di sostegno è per molti aspetti un ruolo che richiede ancor più competenze rispetto a un classico insegnante o educatore.
Sebbene tutti gli insegnanti ricoprano un ruolo fondamentale per la crescita del Paese, essere insegnanti di sostegno significa aiutare una minoranza, capirla, accettarla e riuscire a farla integrare nel miglior modo possibile alla società. Si tratta quindi di un ruolo che va ben oltre l’assistenzialismo.
Insegnante di sostegno normativa
L’insegnante di sostegno è una figura che è entrata a far parte nel ruolo che oggi conosciamo all’interno della scuola grazie alla legge 517/77. Tale legge ha segnato una svolta presso le scuole pubbliche, eliminando la presenza di classe differenziate e riservate a studenti svantaggiati.
Da allora furono previsti insegnanti qualificati e specializzati nell’insegnamento di coloro che per vari motivi necessitavano di una figura di supporto.
Negli anni numerose leggi si sono susseguite e tra queste merita una menzione la legge 104 del 1992 la quale stabilisce (anche) quando uno studente ha diritto a vedersi riconosciuto lo stato di handicap, quando cioè presenta difficoltà:
- motorie;
- psichiche;
- sensoriali;
le quali comportano non solo difficoltà nell’apprendimento ma anche difficoltà nei futuri processi di integrazione lavorativa.
Nel mondo del lavoro, successivamente e sempre a tutela delle persone svantaggiate, sono state previste le categorie protette. Queste possono essere intese come la volontà da parte dello Stato di continuare a seguire anche dopo la scuola coloro che per vari motivi hanno bisogno di supporto.
Rimanendo in tema di normative, l’ultimo importante riferimento è contenuto nel D.lgs. n.66 del 2017.
Il Decreto dal titolo: “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità” sancisce i principi dell’inclusione scolastica, come questa deve rivolgersi a tutti gli studenti e adattarsi ai diversi bisogni ed esigenze degli stessi.
La scuola, quindi, ricopre un importante ruolo nel permettere a tutti di sviluppare le proprie abilità, promuove il diritto all’autodeterminazione operando affinché lo studente possa ambire alla massima realizzazione personale.
Come diventare insegnante di sostegno
Per diventare insegnante di sostegno, l’aspirante docente o insegnante è chiamato a seguire un iter ben preciso.
In prima battuta si evidenzia che sono due le possibili strade da seguire, a seconda che si opti per fare l’insegnante di sostegno nella scuola primaria o nella scuola secondaria.
I requisiti sono cambiati da pochi anni, precisamente dal 2019 per via del Decreto Ministeriale del febbraio 2019, entrato in vigore nel settembre 2019, con l’inizio del nuovo anno scolastico, con la legge n.92 del 20 agosto 2019.
In entrambi i casi il docente di sostegno deve superare una prova pre-selettiva, quindi iscriversi ad un corso di specializzazione, e infine partecipare al concorso.
Insegnante di sostegno scuola primaria e infanzia
Per ottenere l’abilitazione e insegnare nella scuola primaria e dell’infanzia il docente di sostegno deve essere in possesso dei seguenti pre-requisiti:
Abilitazione all’insegnamento
L’abilitazione all’insegnamento si ottiene una volta conseguita una laurea in Scienze della formazione Primaria. Sono validi anche titoli di pari valore e riconosciuti conseguiti all’estero.
Diploma magistrale
Sono in possesso del diploma magistrale coloro che hanno frequentato e terminato il percorso di studi presso un istituto magistrale in Italia. Anche in questo caso sono validi i titoli riconosciuti conseguiti all’estero.
Insegnante di sostegno scuola secondaria
Coloro interessati a diventare insegnante di sostegno presso una scuola secondaria – scuola media, hanno requisiti più stringenti.
In particolare, devono operarsi per ottenere l’abilitazione di una classe di concorso, o in alternativa essere in possesso di una Laurea quinquennale (tra quelle previste dal concorso) e conseguire 24 crediti formativi in materie nel ramo della pedagogia.
Si evidenzia inoltre che l’abilitazione può essere ottenuta, fino al 2024, anche da coloro in solo possesso del diploma presentando la domanda come ITP (Insegnanti tecnico pratici).
Corsi per insegnanti di sostegno
Si è visto finora che per diventare insegnante di sostegno è necessario essere in possesso di alcuni pre-requisiti, a seconda che si voglia insegnare nella scuola primaria o secondaria.
Il possesso dei suddetti permette di accedere al corso di specializzazione che, una volta terminato, conferisce l’abilitazione necessaria.
Il corso è tecnicamente definito dall’acronimo TFA (Tirocinio Formativo Attivo)
I corsi sono piuttosto articolati e divisi in tre step:
Prova preliminare
La prova preliminare prevede di rispondere a 60 domande a risposta multipla. I temi vertono sulla conoscenza del linguaggio e sulle discipline proprie della pedagogia.
Prova scritta
è prevista quindi una prova scritta, ancora una volta sulle medesime materie affrontate nella prova preliminare.
Prova orale
E infine la prova orale, nella quale, il valutatore è chiamato altresì a determinare le capacità d’insegnamento e le motivazioni del candidato.
CFU – Crediti Formativi Universitari
Oltre a quanto riportato, l’aspirante insegnante di sostegno, durante i corsi di specializzazione, deve l’altresì operarsi per conseguire 60 CFU (Crediti Formativi Universitari). Ha tempo 8 mesi per conseguirli attraverso attività di tirocinio e laboratori oppure frequentando appositi corsi o master.
Concorso insegnante di sostegno
L’insegnante di sostegno prima di riuscire effettivamente a seguire uno o più studenti, deve, oltre che essere in possesso dell’abilitazione all’insegnamento, frequentare l’apposito corso previsto per ottenere l’abilitazione al sostegno.
A questo punto non resta che partecipare al concorso. Iniziare nel 2021 l’iter che porterà a diventare insegnante di sostegno significa ambire a poter partecipare ai concorsi previsti per l’anno scolastico 2022/2023.
Secondo gli ultimi riferimenti normativi, pubblicati dal Ministero dell’Istruzione e secondo quanto contenuto nell’Decreto del 21 aprile 2020, nell’ultimo concorso erano disponibili quasi 13.000 posti riservati agli insegnanti di sostegno nelle scuole dell’infanzia e primarie.
Il suddetto decreto intende coprire i posti vacanti per il biennio 2020/2021 e 2021/2022.
Tuttavia, è stato già stilato il numero di posti che i successivi concorsi andranno a coprire.
In particolare, per l’anno 2022 – 2023, sono previsti concorsi per insegnanti di sostegno per un totale di oltre 42.000 posti nella classe di concorso ADMM (scuola superiore), e quasi 10.000 posti tra classe di concorso ADSS (scuola secondaria), primaria e dell’infanzia.
Il consiglio è dunque seguire costantemente gli aggiornamenti provenienti MIUR.
Come partecipare al concorso
Il futuro insegnante di sostegno può inviare la domanda di partecipazione al concorso esclusivamente online. Il portale di riferimento è il POLIS.
Per accedere al portale è necessario o essere in possesso delle credenziali, oppure di un’identità digitale (SPID). In entrambi i casi bisogna comunque essere utenti abilitati al servizio.
La domanda può essere presentata in una sola regione d’Italia. L’unica eccezione riguarda la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige. In questo caso può essere presentata domanda ad entrambe le regioni.
Le prove scritte si svolgono nella regione indicata durante la presentazione della domanda, precisamente in una sede dell’ufficio scolastico riportata nel bando.
Mentre per quanto riguarda le prove orali, in questo caso sono previste delle aggregazioni ma comunque in un luogo individuato all’interno della regione.
Al termine del concorso viene pubblicata la graduatoria di merito. Si tratta di un elenco contenente i nomi dei partecipanti al concorso e i rispettivi punteggi raggiunti.
Insegnare sostegno senza abilitazione
È possibile diventare insegnante di sostegno senza abilitazione e senza svolgere il concorso.
Il procedimento, in questo caso, consiste nell’inviare domanda mediante MAD (Messa a Disposizione).
Vediamo come funziona lo strumento.
In primo luogo, si ricorda che la MAD è una candidatura spontanea grazie alla quale, l’insegnante segnala la propria disponibilità ad occupare eventuali posti disponibili e non assegnati mediante procedura concorsuale.
Può succedere infatti che, vi sia urgenza di ingegnanti di sostegno e che non si riesca a trovare docenti disponibili.
In questo caso, l’istituto scolastico ricorre alle domande pervenute via MAD. Al fine di partecipare, l’insegnante non deve essere presente negli elenchi provinciali (graduatorie) dell’istituto.
A livello normativo si evidenzia che la precedenza spetta comunque a coloro che hanno o l’abilitazione all’insegnamento o specializzazioni come insegnanti di sostegno.
Pertanto, sebbene essere in possesso di un’abilitazione sia un plus, anche il possesso di una Laurea Triennale può rendere concrete le possibilità di insegnare, data la nota scarsità e l’elevata richiesta di insegnanti di sostegno.
Tuttavia, non è sufficiente una qualsiasi laurea triennale ma è necessario che il piano di studi includa 60 crediti in discipline pedagogiche o comunque rientranti nella didattica dell’inclusione.
Come presentare la domanda per diventare insegnante di sostegno
La domanda va inoltrata direttamente presso l’istituto individuato. È sufficiente inserire i propri dati anagrafici e le informazioni che si riporterebbero in un comune curriculum: titolo di studio, esperienze pregresse, certificazioni.
Vi sono vari modi per inviare la domanda: via PEC, via FAX o via raccomandata A/R.
Generalmente il miglior periodo per inviare la MAD è al termine dell’estate, successivamente alla metà del mese di agosto quando cioè le scuole iniziano a formare il corpo docenti per l’anno successivo.
Gli insegnanti di sostegno in Italia: limiti e posti in deroga
La situazione in Italia riguardo gli insegnanti di sostegno appare ancor lontana dall’essere stabile.
Tra i problemi evidenziati dalle associazioni di categoria e dagli insegnanti stessi, vi è l’assegnazione degli incarichi del sostegno mediante i posti in deroga.
Il fenomeno dei posti in deroga consiste nell’assunzione di personale di sostegno mediante contratti a tempo determinato fine alla fine dell’anno, invece che mediante contratto a tempo indeterminato.
È sufficiente dare uno sguardo agli ultimi dati pubblicati dal MIUR per apprendere come degli oltre 100.000 insegnanti di sostegno in Italia, poco più della metà, lavora mediante deroga.
La modalità di assumere personale in deroga è ormai una prassi presente da molti anni e comporta due grandi limiti. Da un lato si ha difficoltà a garantire allo studente un percorso d’insegnamento lineare negli anni, dall’altro coinvolge i lavoratori, i quali subiscono il cosiddetto fenomeno del precariato.
Insegnante di sostegno: stipendio e quanto guadagna
Lo stipendio dell’insegnante di sostegno è determinato da tre fattori. Dalla scuola, dal numero di ore e dagli anni di esperienza.
In media un insegnante di sostegno percepisce uno stipendio di 1.400 EUR netti mensili, a condizione che lavori full-time.
Talvolta il sostegno può essere richiesto per solo 12 ore settimanali. In questo caso lo stipendio è di circa 600 EUR mensili, che sale a 900 EUR qualora il numero di ore lavorate sia 18 settimanali.
Coloro che guadagnano di più sono gli insegnanti di sostegno full time presso le scuole superiori. Lo stipendio non è molto più elevato rispetto quanto corrisposto dalla scuola primaria. È di circa il 10% più elevato è quindi intorno i 1.500 EUR.
Come anticipato, sono anche gli anni di servizio ad influenzare la basta paga. Questa è divisa in classi, dalla prima classe, da 0 a 8 anni di servizio, fino alla sesta classe che si attiva al raggiungimento dei 35 anni di servizio.
In definitiva, lo stipendio massimo a cui può ambire un insegnante di sostegno si concretizza prestando servizio presso una scuola secondaria. Al raggiungimento del 35esimo anno di servizio lo stipendio è di poco superiore ai 1.800 EUR.
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