L’arte di procrastinare
Procrastinare deriva dal latino: pro (in favore di, avanti) e crastinus (domani). Quante volte ci siamo trovati a rimandare a domani un’attività, per mancanza di voglia, di motivazioni, di tempo?
L’uomo spesso tende a rimandare le attività importanti al giorno dopo nonostante sia pervaso dal senso di colpa. I motivi di tale comportamento sono molti e verranno approfonditi in questo articolo che si concentrerà sui perché siamo portati a procrastinare le attività lavorative e su quali accorgimenti prendere al fine di smettere di procrastinare.
Tabella dei contenuti
Perché tendiamo a procrastinare le attività
L’arte di procrastinare, rimandare cioè lo svolgimento di un’attività al giorno dopo è un’azione piuttosto comune in ogni individuo, chiunque di noi si sarà trovato a dire “questa cosa la faccio domattina, con calma”. Fin quando si rimanda piccole attività poco importanti il problema non sussiste.
La questione diventa problematica quando ci sono precise scadenze da rispettare e dal proprio lavoro dipende l’esito positivo o negativo di un progetto specifico che coinvolge anche altre persone.
È sbagliato, inoltre, equiparare la procrastinazione alla pigrizia. La differenza tra i due atteggiamenti è rilevante: per pigrizia si intende la riluttanza a fare qualcosa, la procrastinazione invece, è l’atto di decidere consapevolmente di non fare qualcosa, riempiendo il tempo con altre attività meno prioritarie.
La procrastinazione è dunque un atteggiamento emotivo che coinvolge la psiche. In psicologia tale comportamento è definito come: task aversiveness in italiano: avversione al compito. Un approfondimento sul tema è presente nello studio condotto da Allan K. Blunt e Timothy A. Pychyl dal titolo: “Task aversiveness and procrastination: A multi-dimensional approach to task aversiveness across stages of personal projects”.
L’avversione al compito avviene perché si attivano delle emozioni che frenano lo svolgimento delle attività, le più comuni sono:
La noia
La noia e l’indifferenza sono tra i più comuni sentimenti che portano un individuo a procrastinare un compito o una mansione a lui assegnata.
Uno stato d’animo che frena non solo a livello lavorativo, ma può coinvolgere anche gli studenti frenandoli nello studio.
Difficoltà
Quando è necessario concentrarsi per svolgere un compito difficile, non tutte le persone accettano con entusiasmo la sfida.
L’atteggiamento classico in questi casi è rimandare l’impegno sperando che il giorno dopo si riesca a trovare le giuste motivazioni. Il risultato è che il compito da svolgere o non viene portato a termine o ci si riduce all’ultimo momento utile.
Mancanza di retribuzione o riconoscimento
Spesso il non avere alcun compenso derivante dallo svolgimento di un’attività, porta la persona a procrastinare. Pensiamo ad un lavoratore impegnato in un tirocinio o stage mal retribuito, oppure pensiamo a situazioni in cui non piace il proprio lavoro. Scenari che portano a non avere le giuste motivazioni e quindi a procrastinare.
Obiettivi non chiari o astratti
Le persone tendono a procrastinare quando gli obiettivi da raggiungere sono poco definiti o completamente astratti, come confermato da uno studio del 2008 pubblicato dal Sage Journals dal titolo: “Construal Level and Procrastination”.
Tipici obiettivi poco chiari sono ad esempio il “mettersi in forma”, “iniziare ad allenarsi”. Obiettivi astratti possono essere altresì intesi come altamente improbabili, ad esempio, porsi degli obiettivi molto difficili da raggiungere aumenta il rischio che non si inizi mai a dedicarcisi.
L’ansia
Essere ansiosi è spesso un limite per molte persone. L’ansia è un sentimento che frena gli individui dallo svolgere un determinato compito. Spesso, inoltre, si innesca un circolo vizioso in cui più si è ansiosi più si procrastina, più si procrastina più aumenta l’ansia.
Avversione verso determinati lavori
Le persone spesso procrastino anche perché sono contrarie o non accettano per qualche motivo di svolgere un determinato compito. Ad esempio, se bisogna fare una telefona ad un cliente particolarmente antipatico, si è portati a procrastinare perché non si vuole entrare in contatto con quella determinata persona.
Perfezionismo
Rimandare o procrastinare un compito è una tendenza ben nota nei soggetti perfezionisti. La natura di tali persone li porta ad essere così concentrati verso la ricerca della perfezione assoluta che spesso si dimenticano di consegnare un lavoro entro le scadenze.
Paura di un feedback negativo
Le persone a volte sono portate a rimandare le attività perché hanno paura di un giudizio negativo da parte del proprio datore di lavoro. Spesso però le paure riguardo un eventuale feedback negativo sono irrazionali e ingiustificate.
Pigrizia
Una persona pigra per sua natura è riluttante nell’impegnarsi al fine di raggiungere un obiettivo anche se è potenzialmente in grado di perseguirlo. Tuttavia, è bene soffermarsi a pensare quali siano i reali motivi dietro la procrastinazione, in quanto spesso la pigrizia nasconde la paura di fallire o la paura di un feedback negativi.
Si noti inoltre che pigrizia e mancanza di motivazione non sono la stessa cosa, a volte si può essere pigri ma motivati, oppure demotivati pur non essendo pigri.
Basso autocontrollo
Per autocontrollo si intende la capacità di una persona di regolare il proprio comportamento al fine di raggiungere un obiettivo prefissato. Le persone con un alto autocontrollo sono persone organizzate che riescono a concentrarsi e a dedicarsi senza distrazioni al proprio lavoro.
Un chiaro esempio di scarso autocontrollo si verifica quando invece di lavorare o studiare si possano ore a navigare sui social network continuando a ripetersi che a breve si inizierà con le attività previste.
La mancanza di autocontrollo rende le persone molto più propense a procrastinare.
Come smettere di procrastinare
Dove aver visto i principali motivi che portano una persona a rimandare le attività, vediamo ora quali tecniche utilizzare al fine di superare il suddetto comportamento:
1) Stabilire degli obiettivi chiari e definiti
Iniziare la giornata lavorativa o di studio con il piede giusto definendo quali sono le attività da svolgere e assicurandosi che queste siano effettivamente eseguibili considerato il tempo a disposizione, è il primo passo da compiere per evitare di procrastinare.
2) Scoprire qual è il problema che porta a rimandare le attività
Controllando la lista riportata nel paragrafo precedente riguardo le possibili cause dietro la propria procrastinazione, aiuta a definire quale problema sia ha e come risolverlo.
3) Dividendo i progetti in piccole parti
A volte il pensiero di dover svolgere lavori molto lunghi e articolati può portare la persona a non trovare il coraggio e le motivazioni per iniziare. Dividendo il lavoro in piccoli obbiettivi raggiungibili aiuta a portare a termine le attività un passo alla volta.
4) Eliminare le distrazioni
I social network, i messaggi WhatsApp, le e-mail e le notifiche in generale sono una forte fonte di distrazione che non permette di portare a termine i compiti. Disporre di una scrivania sgombra da ogni possibile distrazione aiuta a concentrarsi e di conseguenza ad evitare di procrastinare.
5) Premiarsi per gli obiettivi raggiunti
Alla fine della giornata lavorativa quando si è riusciti a completare tutte le attività previste senza rimandarle al giorno dopo, può essere una buona idea quella di ricompensarsi: uscendo per un aperitivo con gli amici, acquistando un oggetto o un capo d’abbigliamento o facendo una qualsiasi cosa che rende felici.
6) Identificare in quali momenti della giornata si è più produttivi
Ognuno di noi ha dei momenti della giornata in cui è più produttivo. Nella maggior parte delle persone, la mattina, dopo aver fatto colazione, è il momento in cui riescono ad essere più produttive, il pomeriggio invece notano un calo nelle performance.
Identificare in quali momenti della giornata si rende di più ed eseguendo le mansioni più impegnative durante quelle ore può essere un ottimo modo per ottimizzare il tempo a disposizione ed evitare che la volontà di procrastinare prenda il sopravvento.
7) Mantenere uno stile di vita sano
“Mens sana in corpore sano” dicevano i latini, ebbene, dormire un numero sufficiente di ore, mangiare in modo corretto, praticare regolare attività fisica, sono tutte componenti che concorrono al mantenimento della forma psicofisica.
Più si è in forma, più è semplice mantenere la concentrazione, evitare disturbi come ansia e stress.
In definitiva, nonostante siano molti i motivi dietro la tendenza a rimandare le cose, uno perfetto stato di forma fisica non può che aiutare ad evitare che le mansioni non vengano svolte entro i tempi stabiliti.
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